Ho sentito dire che è entrata in vigore da poco la nuova legge contro gli sprechi alimentari: che cosa prevede e quali vantaggi porterà a noi consumatori?
Lo scorso 14 settembre è entrata in vigore la Legge 166/2016 contro gli sprechi alimentari e dei prodotti farmaceutici. E’ il primo provvedimento legislativo nazionale che affronta questo grave problema che comporta la perdita di notevoli quantità di risorse e nello stesso tempo comporta seri danni ambientali.
E’ importante notare che si tratta di una legge nata da tre proposte provenienti da diversi gruppi politici che poi hanno trovato un accordo su un testo unificato.
Nella parte introduttiva si chiarisce che lo scopo della Legge è quello di ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera favorendo le donazioni dei prodotti non utilizzati a titolo totalmente gratuito. Molto importante è anche la decisione di investire in ricerca scientifica nel settore e, soprattutto, nell’informazione e nell’educazione.
Passando ai vari articoli ci sono alcuni punti che meritano attenzione ed interesse ed in particolare
– è previsto che i prodotti agricoli possono essere raccolti direttamente nei campi. Si tratta di un aspetto molto importante ove si consideri che spesso, per scarso interesse economico o carenza di manodopera, frutta e verdura vengono lasciati marcire.
– Le date di scadenza riportate nelle etichette assumono ovviamente un ruolo molto importante. Viene chiaramente indicato che possono essere ceduti e quindi utilizzati quei prodotti che presentano un buon margine di sicurezza. Una soluzione al problema è quello di indicare un “termine minimo di conservazione”
– Interessante è l’invito a non sprecare quello che avanza nei ristoranti. Sia i ristoratori, sia i loro clienti, sono invitati ad attivare il sistema del “cartoccio” del cibo non consumato. Insomma non bisogna vergognarsi di portare a casa le pietanze che non riusciamo a mangiare.
– Nel caso di alimenti non utilizzabili direttamente dall’uomo, se ne sollecita l’impiego nell’alimentazione animale. Anche se non è esplicitamente scritto è sottinteso che deve essere protetta anche la salute degli animali.
– Misure particolari sono previste per i prodotti della panificazione il cui recupero deve essere agevolato
– I Comuni possono ridurre le tasse sui rifiuti a chi si impegna a cedere i prodotti che avanzano, piuttosto che eliminarli attraverso i servizi di nettezza urbana.
– Nelle scuole deve essere previsto un insegnamento sulla educazione alimentare e quindi la lotta agli sprechi.
– Anche per i farmaci è previsto il recupero di quelli inutilizzati, ma con misure più rigorose come, ad esempio, la necessità della ricetta del medico che deve garantire la sicurezza di uso dei farmaci.
– In ogni caso le operazioni di raccolta e distribuzione degli alimenti e/o dei farmaci avanzati deve avvenire ad opera di ONLUS riconosciute.
– Sono previsti sostegni economici che per il 2016 corrispondono a 3 milioni di euro.
E’ stato istituito un tavolo di lavoro composto da esperti provenienti dalle varie amministrazioni pubbliche e istituzioni private che si può definire una “cabina di regia”. Il Ministero della Salute dovrà, entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge, definire delle norme di comportamento per il recupero degli avanzi, da parte della ristorazione collettiva.
Si tratta sicuramente di una buona legge, ma affinché divenga veramente efficace è necessaria la collaborazione di tutti a partire dagli operatori della filiera alimentare alle istituzioni pubbliche, dalle Onlus alle scuole. Sono soprattutto i cittadini che debbono rendersi conto del valore del cibo e della necessità di non sprecarlo sia per le conseguenze economiche, sia per le possibili serie conseguenze per il nostro ambiente.
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Autore: Agostino Macrì
Data: 21 settembre 2016
L’esperto risponde su… legge anti-spreco
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