L’esperto risponde su… IVA
Perché esistono diverse aliquote IVA, al 4%, al 10% e al 22%? E’ legale?
Premesso che le aliquote sono fissate dallo Stato (in particolare dal DPR n. 633/1972), il motivo per cui ci sono diverse aliquote è per tenere conto della diversa capacità contributiva delle famiglie e dell’importanza della spesa. Per questo alcuni servizi, come quelli medici, sono esenti, poi vi è un’aliquota minima per i prodotti alimentari di prima necessità (come pane e farina), si sale ad una intermedia del 10% per gli altri beni alimentari (come la carne) fino all’aliquota ordinaria del 22% per tutto il rimanente e per i consumi più voluttuari. Un tempo c’era anche un’aliquota maggiorata per i beni di lusso.
Con il passare degli anni, però, questo distinguo è di fatto venuto meno, vuoi perché i consumi delle famiglie sono cambiati (un tempo il salmone era tra i beni di lusso), vuoi perché le aliquote sono state politicamente aggiustate per la pressione delle varie lobby che chiedevano un supporto. La logica, così, è stata via via snaturata.
Così, mentre per chi acquista prodotti necessari come quelli per la pulizia della casa e l’igiene personale, saponi e detersivi per intenderci, paga un’aliquota del 22%, chi va in un albergo di lusso o in un ristorante a 3 stelle paga solo l’aliquota del 10.
Per questo abbiamo chiesto da tempo una rimodulazione dell’IVA e che, a parità di gettito, si aggiornino ai tempi moderni le tabelle con l’elenco dei prodotti ad aliquota ordinaria e ridotta, così da valutare per davvero la capacità di spesa delle famiglie. Chiediamo, ad esempio, che per il gas sia estesa l’aliquota del 10% anche per i consumi superiori ai 480 Smc annui.
In conclusione, consideriamo l’Iva iniqua per il fatto che non è “progressiva” come vuole l’art. 53 della Costituzione. Purtroppo, ha effetti regressivi, dato che colpisce molto di più le famiglie con redditi più bassi e numerose rispetto a quelle più abbienti. La logica che dovrà sovraintendere alla revisione delle aliquote, quindi, dovrà tener conto di questo problema.
Autore: Mauro Antonelli
Data: 8 aprile 2020