Saremo costretti a mangiare (anche in modo inconsapevole) prodotti con farina di insetti? E’ questa la domanda più frequente dei consumatori nelle ultime settimane, dopo il recente via libera dell’Unione Europea ai prodotti che contengono farina di grillo. Ne abbiamo già parlato sul blog del Presidente Massimiliano Dona (che sul tema ha anche dedicato un episodio del podcast Scontrini) e torniamo sul tema con un’intervista a Ugo Della Marta, Direttore Generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione (DGISAN) del Ministero della Salute.
Cosa dice l’Europa sulla farina di insetti
Una premessa è d’obbligo ed è lo stesso Della Marta a farla: «ad oggi solo quattro specie di insetti sono state autorizzate a livello europeo per l’uso alimentare, quindi, qualunque altra specie di insetti, essendo priva di storia significativa di consumo alimentare, è un nuovo alimento ai sensi del regolamento (UE) 2015/2283 e di conseguenza non può essere commercializzata come alimento (né allevata a tal fine) senza una preventiva autorizzazione, rilasciata dalla Commissione UE dopo che l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ne ha valutato la sicurezza.»
Insomma: insetti sì, ma non di tutti i tipi! Inoltre, va chiarito che non si tratta di grilli selvatici, al contrario, la tecnica di produzione è stata valutata e validata dall’Efsa, passaggio fondamentale per la messa in commercio dei novel food. Il che ci dà la certezza che la farina prodotta a partire dai grilli, dal punto di vista sanitario, è ineccepibile. Restano sul tavolo altri dubbi da parte di chi non ha nessuno voglia di portare sulla tavola pasta, biscotti, cracker, grissini che contengono il discusso ingrediente.
Le risposte dell’esperto
Ugo Della Marta, Direttore Generale della Direzione per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione (DGISAN) del Ministero della Salute, ha risposto ad alcune delle domande che i consumatori hanno rivolto alla nostra associazione, aiutandoci a fare chiarezza.
Queste farine come devono essere indicate in etichetta? Con quale dicitura?
Gli ingredienti derivati dalle specie di insetti autorizzati, come tutti gli ingredienti alimentari, devono obbligatoriamente essere riportati nella lista ingredienti con la denominazione definita nella autorizzazione, dalla quale comunque si evince la derivazione da insetto. Inoltre, in etichetta vanno aggiunte le altre avvertenze previste in ognuno dei rispettivi regolamenti autorizzativi.
Questi prodotti sono già sugli scaffali? Sono oggetti ad autorizzazioni particolari?
La scelta di commercializzare tali ingredienti è dell’operatore del settore alimentare che li impiega. In ogni caso, come detto, la autorizzazione è stata rilasciata dalla Commissione UE dopo una valutazione della sicurezza effettuata dalla Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA).
Come tutti gli alimenti, anche gli ingredienti derivati dalle specie autorizzate sono soggetti ai numerosi controlli previsti in materia di sicurezza alimentare.
C’è un problema di allergia e intolleranze che può venire fuori sul lungo periodo?
Come qualunque esposizione a una sostanza non nota la possibilità di allergie o intolleranze è sempre possibile, in ogni caso in via cautelativa nei regolamenti autorizzativi quando ritenuto necessario per la sicurezza sono state indicate le avvertenze obbligatorie relative alla possibile allergenicità crociata.
Leggere l’etichetta è sempre una buona idea
Il primo chiarimento è quello che sta più a cuore ai consumatori: è obbligatorio per legge indicare la presenza di farina di insetti tra gli ingredienti. Con una avvertenza: sulla confezione non sarà presente, esplicitamente, la parola “grillo” o “grillo domestico”, bensì il nome scientifico dell’animale vale a dire Acheta domesticus. Ma c’è di più: considerato che gli insetti possono causare reazioni allergiche, la presenza di grilli dovrà essere segnalata in etichetta, in qualsiasi percentuale, come per qualunque prodotto allergenico.
Insomma, nonostante gli esperti siano concordi nel dire che la farina di grillo sia un’ottima fonte proteica (con una media di oltre il 65% di proteine ad alto valore biologico), tutti coloro che preferiscono proteine “più tradizionali”, devono fare particolare attenzione all’etichetta.