Nel mercato delle patatine fritte in busta, le cosiddette chips, sono diffuse alcune campagne pubblicitarie che promuovono questo genere di prodotti in modo poco trasparente: per questo l’UNC ha segnalato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato alcuni operatori colpevoli, secondo le nostre indagini, di aver lanciato una comunicazione commerciale poco veritiera, così tradendo le aspettative dei consumatori. Oggi l’apertura di tre procedimenti da parte dell’Autorità Antitrust a carico delle aziende produttrici di patatine Pata S.p.A., Ica Foods S.p.A. e Amica Chips S.p.A conferma i nostri sospetti.
Le aziende denunciate, pur con delle differenze, promuovono le chips puntando sull’artigianalità, la minore percentuale di grassi e l’utilizzo di ingredienti di prima qualità; non sempre però è vero quanto pubblicizzato con claims accattivanti e con una veste grafica che richiama la tradizione: sulle confezioni di Amica Chips (prodotti denominati “Eldorada” e “Alfredo’s”) e Ica Foods (“Le Contadine fatte a mano”), ad esempio, si legge rispettivamente che le patatine sono “cotte a mano” e “fatte a mano”, mentre su quelle prodotte daPata S.p.A., troviamo la dicitura “patatina artigianale” persino nel nome del prodotto (appunto “Patatina artigianale”).
I tre produttori ci tengono ad esibire un’immagine light, pubblicizzando il basso contenuto di grassi delle loro chips, ma fanno ricorso a slogan sommari, con indicazioni superficiali che non rispettano la normativa europea di settore secondo la quale è consentita l’indicazione nutrizionale “a tasso ridotto di…” soltanto a condizione che la vantata riduzione sia pari ad almeno il 30% a comparazione di un prodotto simile (sulle confezioni di Ica Foods e Amica Chip, si legge ‘-20% di grassi’); sulle patatine prodotte da Pata S.p.A., invece, l’indicazione potrebbe essere scorretta laddove la riduzione di nutriente non è vantata verso un individuato elemento di comparazione.
Tra le anomalie riscontrate ci è sembrata grave, inoltre, la scorrettezza che riguarda gli ingredienti ampiamente pubblicizzati con tanto di immagini sulle confezioni, ma che poi si fatica a trovare nella ricetta: nella “Patatina artigianale al peperoncino” e nella “Patatina artigianale al pomodoro e basilico” (di Pata), infatti, non c’è traccia degli ingredienti menzionati, ma troviamo semplicemente degli aromi; l’olio d’oliva della patatina “Eldorada la tradizionale con olio di oliva” (di Amica Chips) è solo il 5% (il resto sono oli vegetali), così come non compare il pollo tra gli ingredienti di “Patatine Pollo Roasted” (di Amica Chips), ma solo aroma naturale al gusto di pollo.
Insomma, una situazione di grave trascuratezza informativa da parte di Pata S.p.A., Ica Foods S.p.A. e Amica Chips S.p.A. sulla quale ci auguriamo l’Antitrust faccia luce al più presto, trattandosi di un settore nel quale le scelte dei consumatori sono spesso influenzate dalle caratteristiche nutrizionali e dagli effetti salutistici dei prodotti, qualità che difficilmente possiamo attribuire alle chips, alimenti solitamente non raccomandati per un’alimentazione bilanciata, come fa notare la stessa Autorità nel suo provvedimento di apertura della procedura.
Autore: Unione Nazionale Consumatori
Data: 21 luglio 2014
Gli inganni delle patatine in busta
Vuoi ricevere news sul mondo dei consumatori?
Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere aggiornamenti sui reclami più diffusi.