Una frode alimentare ma non solo, un vero e proprio attentato alla salute dei consumatori, quello del latte andato a male che veniva corretto con soda caustica e acqua ossigenata per essere rimesso sugli scaffali dei supermercati.
Cosa è successo
I NAS di Ancona hanno sequestrato celle frigo e bancali con prodotti scaduti nell’azienda Fattorie Marchigiane di Colli al Metauro (Pesaro-Urbino), controllata del gruppo Tre Valli, oltre a 90 tonnellate di latte, 110 tonnellate di prodotti lattiero caseari e, soprattutto, 2 tonnellate e mezzo di acqua ossigenata e soda caustica, sostanze con cui si può bloccare l’acidificazione del latte.
Le quantità delle sostanze è tale da far pensare ad una prassi ripetuta da tempo.
Come è stato adulterato il latte
Se lasciato a una temperatura superiore a 6 gradi, il ph del latte (che misura l’acidità) si abbassa e dà inizio al processo che lo fa diventare acido.
Il latte andato a male era naturalmente invendibile e da buttare, anche perché il processo di deterioramento porta un aumento della carica batterica.
Il latte arrivava dagli allevatori locali al caseificio di Colli al Metauro già inacidito, perché munto due giorni prima e conservato in maniera sbagliata. A quel punto la soda caustica in scaglie veniva sciolta in acqua calda e messa nel circolo di produzione dei prodotti, per mascherare il cattivo stato di conservazione del latte.
La soda caustica neutralizza l’acidità e rende il latte apparentemente sano, ma se nel latte sono presenti dei microrganismi patogeni, questi possono resistere all’azione della soda e il latte rimane infetto.
Da un punto di vista chimica la soda si lega con i grassi del latte trasformandoli in saponi, modificandone le caratteristiche organolettiche.
L’acqua ossigenata, invece, libera ossigeno che riesce ad uccidere i microrganismi e disinfettare il latte.
Il latte non è stato ritirato dagli scaffali
Non ci sono stati sequestri nei supermercati e il latte TreValli è ancora sugli scaffali.
Confezioni di mozzarella per pizzerie, invece, sono state ritirate dalla vendita proprio per l’alta carica batterica e il sospetto utilizzo di sostanze non autorizzate. Il ritiro dal commercio è stato avviato dall’azienda dopo i risultati delle analisi sui campioni di latte sequestrati.
Con il latte adulterato erano stati prodotti formaggi e mozzarella: dieci tonnellate di questi sono finite sotto sequestro.
Ma il latte che troviamo al supermercato, quindi, è sicuro?
Il latte corretto con acqua ossigenata e soda caustica è stato sequestrato prima che fosse messo in commercio.
Inoltre il marchio Tre Valli ha prodotti che vengono da aziende agricole e casearie diverse, quindi non tutto quello che troviamo nei negozi viene dal caseificio sospettato di aver adulterato il latte con sostanze tossiche e aver prodotto con quello mozzarella e formaggio.
Come capiamo se i prodotti sono sicuri?
Per riconoscere la provenienza del latte basta guardare l’etichetta.
Come spiega Massimiliano Dona su Instagram, in etichetta c’è lo stabilimento di provenienza, con tanto di indirizzo dell’azienda agricola.
In questo caso basta guardare il bollo ovale obbligatorio sulla confezione di tutti i prodotti di origine animale e guardare se riporta il codice IT 11 21 CE, ovvero il codice corrispondente proprio allo stabilimento di Colli al Metauro.
Il Ministero della Salute ha pubblicato l’allerta con i lotti di produzione esatti (L2411300, L2411400, L2411500), il marchio di identificazione dello stabilimento/produttore (IT 11 21 CE) e il nome dell’azienda “Fattorie Marchigiane Cons. Coop. Agricola”.
L’impegno di UNC contro le frodi alimentari
Noi di UNC siamo partner del progetto europeo WATSON, che vuole rendere più sostenibile il sistema alimentare dell’UE aumentando la sicurezza alimentare e riducendo le frodi in diversi settori, tra cui il latte.
Watson studia sistemi innovativi in grado di migliorare la trasparenza delle filiere alimentari e dotare le Autorità di controllo per la sicurezza alimentare di dati, strumenti e nuove conoscenze.
Per la filiera del latte, il progetto WATSON sta testando dei dispositivi portatili a basso costo, basati sulla spettroscopia, in grado di rilevare se il prodotto ha subito dei processi di contraffazione o alterazione.
Articolo realizzato nell’ambito del Progetto Watson – Horizon 101084265- CL6-2022-farm2fork.
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