Cerchiamo di capire come stanno le cose
Tutto il latte che noi consumiamo tal quale o che viene destinato all’industria di trasformazione per farne formaggi, alimenti per la prima infanzia, prodotti da forno, ecc. è accuratamente controllato e si può affermare con ragionevole certezza l’assenza di microrganismi patogeni comprese le salmonelle. Considerato quindi che il latte in origine è sicuro, qualcosa non ha funzionato nello stabilimento di produzione del latte in polvere di Craen (Francia). Risulta peraltro che già nel 2005 nello stesso stabilimento si sono avuti problemi di contaminazioni microbiologiche. E’ opportuno ricordare che i produttori, secondo le vigenti norme comunitarie (Regolamenti 852, 853, 854 e 882 del 2004 che panno parte del cosiddetto “Pacchetto Igiene”), sono responsabili della sicurezza degli alimenti e per questo motivo sono obbligati a attuare rigorose misure di autocontrollo prima della immissione in commercio. Appare molto singolare che la Lactalis non si sia accorta di nulla; forse c’è stata superficialità o incompetenza nelle attività nell’interno dello stabilimento di Craon che risulterebbe essere l’unico del gruppo a produrre latte in polvere contaminato. Anche se la Lactalis ha importanti interessi nel nostro Paese essendo la proprietaria della Parmalat, non risulta che ci siano problemi per le produzioni lattiero casearie che avvengono in Italia. Il consiglio precauzionale è di evitare di somministrare ai bambini latte in polvere prodotto nello stabilimento di Craon in Francia e, se nelle confezioni non è indicato, diffidare dai latti in polvere della Lactalis. A tale proposito appare utile segnalare l’importanza del DL del nostro Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 15 settembre del 2017 che impone sulla etichetta degli alimenti l’indicazione dello stabilimento di produzione. Si tratta di una informazione che può contribuire a dare tranquillità ai cittadini e a fare scelte consapevoli negli acquisti.Autore: Agostino Macrì Data: 15 gennaio 2018