1106 (Sdc – ott. 2015) – I nostri esperti rispondono alle domande più frequenti dei consumatori. La domanda di oggi è: in questo periodo di ristrettezze economiche ho chiesto a mia moglie di risparmaire un po’ anche sulla spesa, ma lei non vuole rinunciare ai prodotti biologici sostenendo che la qualità e la maggiore sicurezza giustificano il costo più elevato. E’ davvero così?
Indubbiamente il biologico ha caratteristiche di qualità che permettono di ritornare ai valori della tradizione, ma il livello di sicurezza è analogo a quello degli alimenti convenzionali. In concreto, le produzioni biologiche seguono cicli produttivi naturali senza il ricorso a sostanze chimiche “xenobiotiche” e quindi viene evitata la presenza di residui di pesticidi, fitofarmaci, farmaci veterinari; negli alimenti convenzionali, in ogni caso, l’eventuale presenza di questi residui è molto contenuta e comunque sempre al di sotto dei limiti di sicurezza che sono stati stabiliti dalle autorità sanitarie nazionali e comunitarie. Il vero problema è che le sostanze chimiche naturali (micotossine, prodotti di degradazione) ed i microrganismi (virus, batteri, parassiti, funghi) di origine ambientale (che possono essere alla base delle tossinfezioni alimentari) possono essere presenti sia negli alimenti biologici sia in quelli convenzionali. A far lievitare i costi del biologico contribuiscono le norme comunitarie che impongono una “certificazione”, le cui spese devono essere sostenute direttamente dai produttori. Ridurre i costi per le certificazioni (rendendole anche più efficienti), contenere le spese di gestione per i produttori e accorciare ulteriormente la filiera aiuterebbe, perlomeno, a rendere il biologico meno elitario.
Autore: Agostino Macrì
Data: 14 ottobre 2015
L’esperto risponde su… biologico
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