Ludopatia: i giovani sono a rischio?
I dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza rilevati su un campione di 11.500 adolescenti dagli 11 ai 19 anni, confermano come il gioco d’azzardo sia un problema da non sottovalutare nei giovani. Il 14% dei ragazzi dai 14 ai 19 anni, infatti, scommette online, il 13% gioca d’azzardo in rete mentre il 25% si reca nei centri scommesse, anche se è vietato; circa 3 adolescenti su 10, inoltre, hanno giocato nelle sale slot e oltre 6 su 10 tentano la fortuna con il gratta e vinci. Anche nel campione dagli 11 ai 13 anni i dati sono allarmanti: il 7% dei ragazzini ha giocato d’azzardo online, l’8% è andato nei centri scommesse, circa 1 su 10 ha giocato nelle sale slot mentre il 54% ha acquistato i gratta e vinci.
Nonostante questi numeri, la ludopatia che coinvolge i più giovani viene spesso sottovalutata e anche i genitori tendono a trascurare segnali e pericoli. Ecco perché nell’ambito del progetto “Prevenzione on the road – Lotta alle dipendenze”, abbiamo deciso di affrontare questo tema delicato rivolgendo tre domande alla Dottoressa Maura Manca.
Quando si può parlare di dipendenza da giochi online?
Partirei dalle parole di un ragazzo protagonista di uno dei racconti del mio ultimo libro “Ragazzi Violenti. Un viaggio nelle menti di vittime e aggressori”: “Mia madre deve comprendere che giocare per tante ore consecutive non significa automaticamente essere dipendente. Tante volte, ad esempio, lo faccio perché non so cosa fare. Essere dipendenti significa non poterne fare più a meno, mentre io non sono condizionato dal gioco”.
È importante sottolineare che non è certo l’uso in sé dei videogiochi che deve preoccupare o deve essere vietato. Il disagio si manifesta quando si verifica un abuso dei giochi elettronici, quando un loro utilizzo continuativo e sistematico prende il sopravvento, occupa gran parte della giornata dei ragazzi e finisce col sostituirsi ad ogni attività quotidiana. In tali situazioni, bambini e ragazzi tendono a isolarsi dalle relazioni, a chiudersi in se stessi e in un mondo virtuale.
Non si tratta quindi solo del numero di ore trascorse davanti agli schermi, ma di tutta una serie di cambiamenti che sconvolgono la quotidianità, l’umore e il comportamento di bambini e ragazzi. Possono diventare apatici, irrequieti e irritabili, modificare le abitudini alimentari, di igiene, del sonno, possono giocare di nascosto, litigare con i genitori e avere esplosioni di rabbia. Possono arrivare a trascurare la scuola, lo sport e le relazioni e presentare sintomi come mal di testa, mal di schiena, disturbi della vista. Il circuito della dipendenza non si innesca certamente in modo improvviso; si instaura nel tempo, in modo graduale, si tratta di un avvicinamento lento e inesorabile che tende poi a strutturarsi.
La dipendenza dai giochi online può facilitare il passaggio al gioco d’azzardo?
I bambini, sin dalla tenera età, soprattutto con smartphone o tablet, utilizzano sempre più quei giochini online che prevedono nella maggior parte dei casi il meccanismo gioco-vincita. Se sin da piccoli sono abituati a questo tipo di giochi, il rischio è che per loro diventi la normalità, tanto da non riuscire più a cogliere i rischi fino a cadere nella trappola del gioco d’azzardo online. Il problema di oggi è la facilità con cui i bambini e gli adolescenti possono incontrare nel loro cammino il gioco d’azzardo. Riescono ad aggirare i controlli imposti dalla rete e sono bombardati di opportunità accattivanti per chi non ha ancora sviluppato un’autonomia psichica e una capacità di discernimento.
Riprendendo le parole di un ragazzo tratte da uno dei racconti del mio ultimo libro, capiamo il meccanismo mentale che avvicina gli adolescenti all’azzardo: “Scommettere mi dà ogni volta una botta di adrenalina; quando vinci ti senti fortissimo, vuoi rivivere immediatamente quella sensazione di onnipotenza e finisci per rigiocare subito i soldi vinti. Non lo faccio per i soldi, ma perché mi prende in testa. Ciò che mi porta a scommettere è il fatto che non devo muovermi da dove sono, posso farlo direttamente dallo smartphone e, soprattutto, è istantaneo e posso vedere i risultati in tempo reale”.
Se diamo anche uno sguardo ai numeri dovremmo soffermarci a riflettere e attivare delle campagne permanenti con sportelli di ascolto perché non diventi una ennesima emergenza sociale.
Che cosa rischiano i giovani che “concedono” i propri dati personali per iscriversi a siti di giochi online?
È vero che i siti online autorizzati verificano sempre la reale esistenza della persona che si iscrive e la sua maggiore età, ma è vero anche che per i minori aggirare le misure di sicurezza non è poi così difficile. L’iscrizione è obbligatoria e, soprattutto, è necessaria per garantire il pieno rispetto sulle normative della privacy e garantire la trasparenza del gioco. Per questa ragione i ragazzi ricercano anche siti non autorizzati che li mettono in condizioni di ulteriore rischio per quello che concerne i pagamenti e la tutela dei dati personali. Essendo siti in cui i minorenni non devono navigare, i più piccoli rischiano anche di entrare in contatto con inserzioni pubblicitarie e con comunicazioni di prodotti e servizi offerti dalla rete non idonei per la loro età.
Autore: Emanuela Dona
Data: 11 dicembre 2018