Un patteggiamento e la rinuncia al ricorso: sono le due novità nel caso Ferragni per il così detto Pandoro Gate.
L’influencer ha dichiarato di abbandonare il ricorso contro l’Antitrust sul caso del Pandoro ‘Pink Christmas’ e quindi di fatto rinuncia alla richiesta di annullamento delle sanzioni da un milione di euro comminate alle sue due società, Fenice e Tbs Crew, per l’iniziativa lanciata con Balocco nel 2022.
Negli stessi giorni arriva la notizia della chiusura da parte dell”Antitrust dell’istruttoria sulle uova pasquali, in cambio dell’impegno da parte delle società di Chiara Ferragni di versare 1,2 milioni di euro all’impresa sociale “I Bambini delle Fate”.
Ma siamo sicuri che non si poteva fare meglio? In questo comunicato riportiamo la posizione di Unc sul patteggiamento.
Dal pandoro alle uova di Pasqua, cosa è successo?
La questione del pandoro Balocco è nota: secondo quanto ricostruito dall’Antitrust, un anno fa, quando la campagna di comunicazione Balocco-Ferragni è stata condivisa sui social della nota influencer, si sarebbe “fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro «griffato» Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Tuttavia, la donazione, di 50 mila euro, era stata già effettuata dalla sola Balocco mesi prima».
Per questo motivo le società di Chiara Ferragni e il produttore dolciario sono stati sanzionati per circa 1 milione e 495mila euro per scarsa trasparenza nei confronti dei consumatori. La notizia recente, dunque, come detto, è che le società della Ferragni rinunciano a fare ricorso su questa multa e pagheranno.
Anche l’iniziativa benefica delle uova di Pasqua sarebbe avvenuta in maniera simile a quella del pandoro ed è finita sotto indagine dell’Antitrust: secondo l’accusa a fronte di una donazione di 36mila euro all’associazione “I bambini delle fate”, Ferragni avrebbe percepito 500mila euro nel 2021 e 700mila euro nel 2022.
La chiusura del procedimento con impegni
A sei mesi da quello che è considerato un vero spartiacque nel mondo della creator economy, arriva la chiusura di questo secondo procedimento con l’impegno dell’influencer, comunicato attraverso un video, di versare almeno 1,2 milioni (ovvero il 5% dei rispettivi utili distribuibili per il triennio), da parte delle società Fenice e TBS).
L’influencer tiene a precisare che non si tratta di una “sanzione” ma di una donazione, non facendo riferimento però al fatto che si tratta di un impegno assunto davanti all’Autorità proprio per evitare l’accertamento dei fatti e la sanzione: insomma l’Autorità non proseguirà l’indagine e lei (con le società coinvolte) non pagherà la multa!
Resta capire cosa sarà del procedimento aperto per truffa…