I fitosanitari (PPFF) sono quei prodotti, banalmente definiti pesticidi, contenenti una o più sostanze attive destinate principalmente a: proteggere le colture dagli organismi nocivi e a prevenirne i loro effetti dannosi; influire sui processi vitali delle colture, senza peraltro fungere da fertilizzanti (considerati dalla normativa prodotti diversi dai fitosanitari); conservare le derrate alimentari.
Tra le funzioni principali di un fitosanitario c’è quella di dare al consumatore una grande varietà di prodotti che sono esteticamente perfetti, sani a norma di legge, con ottime qualità organolettica, e dare agli agricoltori maggiore produttività.
Cosa sono i fitosanitari
In generale i fitosanitari in base all’attività e alle modalità di azione si suddividono in diverse categorie fitoiatriche: insetticidi, acaricidi, erbicidi/diserbanti, nematocidi, fungicidi, fitoregolatori, talpicidi e repellenti.
Il termine fitosanitario attualmente in uso è sinonimo di fitofarmaco, pesticida, antiparassitario, termini che oggi le normative non usano più, ma sono quei termini che i consumatori conosco ed usano più correntemente.
I PPFF sono destinati sia ad uso professionale, per il trattamento di colture agrarie in pieno campo, in serra, e delle derrate alimentari, sia per uso non professionale, ovvero quei prodotti destinati al trattamento di piante ornamentali per uso domestico-amatoriale (fiori da balcone, da appartamento, giardino) e denominati prodotti per piante ornamentali (PPO), o prodotti per piante edibili (PPE) utilizzabili per orti amatoriali.
Le preoccupazioni dei consumatori
I cittadini sono in generale preoccupati sia della possibile presenza di residui di sostanze chimiche negli alimenti che della riduzione della variabilità delle specie animali e vegetali nell’ecosistema, come per esempio la riduzione degli insetti impollinatori, principalmente api e bombi, e della riduzione di piante erbacce spontanee, come per esempio quelle dell’ecosistema “prato” e dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua.
Tutte le normative europee attualmente vigenti sulle sostanze chimiche (prodotti fitosanitari, biocidi, e altre sostanze chimiche) hanno come scopo e obiettivo principale quello di assicurare un livello elevato di protezione sia della salute umana e/o animale sia dell’ambiente, salvaguardando nel contempo la competitività e la produttività agricola.
Particolare attenzione viene rivolta alla tutela dei gruppi vulnerabili della popolazione (donne incinte, neonati, bambini e anziani) e si cerca di applicare il principio di precauzione per assicurare che vengano immessi sul mercato prodotti che non hanno alcun effetto nocivo sulla salute umana o degli animali o alcun impatto inaccettabile sull’ambiente.
Il Ministero della Salute e l’Europa: come si valutano i pesticidi?
L’autorizzazione di ogni singolo prodotto fitosanitario è un compito del Ministero della Salute, autorità nazionale competente in materia, che sostanzialmente ha il compito di verificarne l’efficacia, le modalità di impiego e la sicurezza e, soltanto dopo valutazione positiva, procedere alla autorizzazione e quindi alla registrazione del fitosanitario, immettendolo in commercio e poterlo utilizzare sul territorio nazionale e/o europeo.
In generale e per semplificare la valutazione del prodotto fitosanitario viene compiuta a livello nazionale dal Ministero della Salute, mentre l’autorizzazione delle sostanze attive avviene a livello europeo ed il compito è svolto dall’agenzia di ECHA.
Per l’immissione sul mercato europeo di sostanze e miscele pericolose e per la loro classificazione ed etichettatura si deve fare riferimento ai Regolamenti REACH e CLP che sono attualmente le normative vigenti sul territorio europeo in materia, mentre per i prodotti fitosanitari occorre seguire anche il Regolamento sui fitosanitari.
La prima valutazione è sulla sostanza attiva fitosanitaria che viene valutata da un gruppo di esperti con il compito di esaminare, tra le altre, anche le caratteristiche chimico-fisiche, tossicologiche ed eco-tossicologiche, per trarne una valutazione per poi classificarle in diverse categorie di pericolosità.
La classificazione di pericolo darà, dopo una lunga procedura di valutazione, l’etichetta di pericolo del prodotto fitosanitario, fondamentale nel definire tra l’altro le procedure di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale per salvaguardare la salute dell’agricoltore ma anche indicazioni su come procedere per non inquinare aria, suolo e acque.
Infatti è molto importante la conoscenza sulle possibili ricadute ambientali dei singoli PPFF e non bisogna dimenticare che essi hanno come scopo principale quello di uccidere/eliminare esseri viventi (microrganismi, insetti, animali vertebrati, invertebrati, piante, etc.) anche se per proteggere le colture agricole.
Ovviamente la loro attività non si limita a singoli organismi bersaglio, ma colpisce anche altre categorie di organismi viventi, presenti in quell’habitat al momento del trattamento agronomico.
Per esempio un insetticida non si limita a uccidere un insetto dannoso, ma può danneggiare e uccidere tutti gli altri insetti, come per esempio le api che sono importanti impollinatori, insieme ai bombi, sia delle colture agronomiche che delle piante spontanee.
Attualmente ci sono molti progetti europei sulla salvaguardia di questi importantissimi insetti in diversi habitat ma anche sul loro utilizzo in serra come insetti impollinatori di molti ortaggi, quali per esempio i pomodori.
Il Regolamento CLP, insieme al RECH, fornisce precise indicazioni sulla “eco-tossicità” delle diverse sostanze chimiche e relativi prodotti e gli organi “decisori” dopo la valutazione effettuata da esperti ne tengono conto prima di autorizzarne l’impiego.
Fitosanitari e residui negli alimenti, quali rischi?
Un altro aspetto da valutare sono i residui negli alimenti che vengono valuti da esperti dell’EFSA, che prendono in esame anche le informazioni sul “metabolismo” delle sostanze, ovvero delle loro trasformazioni dopo l’assorbimento sia nell’organismo vegetale che nell’organismo umano.
I Regolamenti europei danno precise indicazioni sia sulla valutazione di pericolo che sulla valutazione del rischio dei prodotti fitosanitari; entrambi le valutazioni sono necessarie per un utilizzo sicuro e corretto dei prodotti, che se venissero usati diversamente da quanto prescritto e autorizzato, potrebbero essere causa di danni inaccettabile per la saluta umana o animale e avere un impatto negativo inaccettabile per l’ambiente.
Il ruolo del CNSC
Nel nostro Paese il Centro Nazionale delle sostanze chimiche, prodotti cosmetici e protezione e protezione del consumatore (CNSC), dell’Istituto Superiore di Sanità, è punto di contatto scientifico diretto, con i suoi esperti, con l’agenzia di ECHA, di EFSA e con il Ministero della Salute; si occupa direttamente della valutazione dei prodotti Fitosanitari e precisamente della loro classificazione ed etichettatura, dando parere tecnico-scientifico al Ministero della Salute sia per le sostanze attive che per i prodotti fitosanitari.
Inoltre il CNSC svolge un ruolo di supporto alle aziende con redazione di linee guida e diverse pubblicazioni; svolge attività di formazione ed informazione, necessaria affinché i cittadini vengano messi al corrente per avere una giusta visione d’insieme delle problematiche relative ai prodotti fitosanitari partendo dalle autorizzazioni per arrivare alla gestione, all’utilizzo (agricoltori) e al consumo finale di prodotti alimentari.
Articolo realizzato nell’ambito del progetto #informareperproteggere di Unione Nazionale Consumatori in collaborazione con Istituto Superiore di Sanità.
Autori: Susanna Bascherini e Rosa Draisci (Centro Nazionale delle sostanze chimiche, prodotti cosmetici e protezione e protezione del consumatore-ISS)
Data: 14 febbraio 2022