Come proteggere la casa dalle catastrofi naturali?

Marcella Mastrobuono
14 Ottobre 2024
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L’Italia è uno dei paesi europei più colpito dalle catastrofi naturali. Pensate che solo i terremoti negli ultimi 40 anni hanno causato circa 90 miliardi di euro di danni.  

Per migliorare la consapevolezza dei consumatori verso i rischi da calamità naturale, ANIA e le associazioni dei consumatori che fanno parte del Forum ANIA-Consumatori, tra cui UNC, hanno realizzato la collana “L’Assicurazione in chiaro”, una serie di guide per guardare da vicino il mondo delle assicurazioni e scegliere con più consapevolezza il modo di proteggere la propria casa. 

Il rischio di catastrofi naturali in Italia 

I dati di ANIA, l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici, sulle calamità naturali sono impressionanti: dei 10 terremoti che hanno fatto maggiori danni in Europa tra il 1970 e il 2016, ben 6 sono avvenuti in Italia. 

Anche la loro frequenza è in aumento, con un +40% di eventi gravi negli ultimi 30 anni.  

Il 78% delle case italiane è a rischio alto e medio-alto di terremoto o alluvione, ma solo poco più del 5% delle abitazioni civili è coperto da una polizza contro i rischi catastrofali, mentre in Francia e in Spagna la diffusione di queste coperture arriva al 90%. 

Oggi in Italia non esiste un obbligo per le amministrazioni pubbliche di risarcire i cittadini che hanno subito danni ai propri beni a causa di un evento calamitoso e i tempi e l’ammontare dell’eventuale risarcimento sono sempre incerti e legati ai fondi disponibili. 

Guida alle assicurazioni contro le catastrofi naturali 

Le polizze rischi catastrofali, le cosiddette CAT NAT, proteggono l’immobile contro alluvioni e terremoto.  

La guida che fa parte della collana “L’Assicurazione in chiaro”, del Forum ANIA–Consumatori, vuole aiutare a capire le caratteristiche delle polizze per scegliere in modo consapevole e spiega al consumatore cosa è bene controllare prima di firmare il contratto: cosa copre esattamente la polizza, a quali condizioni, quali sono le franchigie e qual è lo scoperto.  

Ci sono, infatti, delle differenze che il consumatore deve conoscere: le polizze CAT NAT, per esempio, coprono i rischi di eventi che sono per definizione catastrofali, che non devono essere confusi con quelli legati al cambiamento climatico, come eccesso di vento, pioggia, neve o grandine, trombe d’aria e siccità, i cui effetti sono sempre più devastanti. 

Qui il risarcimento non è automatico, ma può essere vincolato, ad esempio, alla dichiarazione di stato di calamità da parte dell’autorità pubblica o deve trattarsi di eventi caratterizzati da una “violenza riscontrabile”. 

Come aumentare la protezione contro le calamità? 

In Italia mancano da sempre politiche dedicate alla protezione del patrimonio immobiliare dei cittadini, sia in termini di prevenzione che di risarcimento dei danni da catastrofe naturale.  

Per questo nella guida viene evidenziata la necessità per il nostro Paese di individuare soluzioni organiche e di sistema per aumentare la diffusione della copertura assicurativa, per dare alle famiglie più sicurezza. 

Ai consumatori che abitano in zone a rischio di calamità naturali, il consiglio che diamo è quello di assicurarsi, ma senza che vi sia un obbligo imposto dallo Stato.
L’obbligo di assicurare le proprie abitazioni causerebbe un eccessivo aggravio di spesa per i cittadini in assenza di agevolazioni fiscali e preventive e precise garanzie a tutela dei consumatori fissate per legge, come avviene per l’rc auto (ad esempio sull’obbligo a contrarre, sull’entità della copertura che dovrebbe essere obbligatoriamente offerta), così da rendere le polizze più omogenee e confrontabili e aumentare la concorrenza nel settore. 

A fronte di una maggiore copertura assicurativa nel Paese, quindi, l’impegno dello Stato dovrebbe aumentare, non diminuire, sia in termini di azioni di prevenzione che di stanziamento di risorse

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