Pubblicità camuffata sui social, urge l’intervento dell’Antitrust
L’Unione Nazionale Consumatori ha sollevato nei mesi scorsi il problema dei selfie sponsorizzati e più in generale della pubblicità camuffata sui blog e i social network, chiedendo un intervento legislativo e presentando, nel mese di aprile, un esposto all’Antitrust e all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. A distanza di mesi l’Autorità non si è ancora pronunciata in maniera definitiva (ma ha inviato lettere di moral suasion alle aziende a ai principali influencer), tanto che nei giorni scorsi Unc ha presentato un’integrazione della denuncia, aggiungendo nuovi eclatanti casi.
Non solo infatti molti influencer continuano a pubblicizzare senza alcuna avvertenza vari prodotti, ma si moltiplicano i micro-influencer che pubblicano post pubblicitari non etichettandoli in modo trasparente o inserendo l’hashtag #AD in modo improprio, cioè ad esempio troppo in là nel corpo del testo di accompagnamento così da non essere visibile al pubblico.
Ma cosa si intende per web influencer? Avrete notato che un crescente numero di celebrity, magari un tempo riservate e gelose della loro privacy, sono ormai molto attive nel postare sui social network foto a raffica della loro vita privata quotidiana, guarda caso in abbinamento con noti brand. Voglia di condividere o foto sponsorizzate? Desiderio di mostrare ai fan i propri gusti e le proprie esperienze o accordi commerciali con i proprietari dei marchi pubblicizzati?
Non è proprio così, basti pensare che già al tempo di Carosello si faceva un uso smodato di testimonial. Oggi le aziende hanno solo capito che oltre ai canali tradizionali, come televisioni, giornali, radio, ora si possono utilizzare i social come Facebook ed Instagram o il blog della star. E così i testimonial diventano web influencer!
Accanto a vere e proprie celebrità dello star system (da Belen a Fedez, da AnnaTatangelo a Mariano Di Vaio per citare alcuni dei più attivi sui social) che spesso pubblicizzano sui social network vari prodotti senza alcuna avvertenza, esiste tutta una serie di altri personaggi, cosiddetti “micro-influencer” (come le sorelle Chiara e Angela Nasti, Eliana Cartella per citarne qualcuno) che pur non essendo noti al grande pubblico vantano un numero significativo di followers.
Anche per questi casi l’Unione Nazionale Consumatori si è rivolta all’Autorità Garante della Concorrenza chiedendo di “attivarsi per accertare la legittimità di questa sorta di product placement sui social network“, ossia della pubblicità indiretta che compare in spazi non prettamente pubblicitari, generalmente senza essere segnalata come tale, di “verificare l’opportunità di interventi” e “di disporre i necessari provvedimenti allo scopo di: vietare l’ulteriore diffusione della pratica (…), ma anche di farsi parte attiva per il recepimento normativo di una disciplina adeguata a preservare le esigenze del consumatore on line.
Non ci resta che aspettare che l’Autorità si pronunci, nella convinzione che ci troviamo nel bel mezzo di una nuova era pubblicitaria per cui è fondamentale stabilire le regole del gioco!
Leggi “Selfie pubblicitari sui social: la nostra campagna per la trasparenza”
Autore: Simona volpe
Data: 29 novembre 2017