Shrinkflation: una nuova legge contro il rimpicciolimento dei prodotti

Simona Volpe
17 Dicembre 2024
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Prima vittoria sulla “shrinkflation“: dal 1° aprile 2025, i produttori avranno maggiori obblighi informativi sulla riduzione della quantità di prodotto, pur mantenendo la stessa confezione.

È una battagli che noi di Unc portiamo avanti da anni, denunciando che dietro il rimpicciolimento dei prodotti (pensiamo ai gelati) e la riduzione della quantità (l’esempio tipico sono i biscotti), c’è un inganno per i consumatori  (con un aumento “occulto” del prezzo) e un danno all’ambiente (pensiamo all’overpackaging).

Oltre 10 mila persone hanno firmato la nostra petizione “La tutela che vorrei” che contiene dieci “facili” modifiche legislative a tutela del consumatore, a costo zero per i conti pubblici, ma potenzialmente in grado di cambiare la nostra vita. In questa lista dei desideri c’è anche uno stop a shrinkflation e overpackaging, su cui con la nuova legge si è fatto un piccolo passo avanti.

Cosa prevede la legge contro la shrinkflation

Nella legge sulla concorrenza 2024 c’è appunto una norma che introduce nuovi obblighi di trasparenza. A partire dal 1° aprile 2025, i produttori dovranno:

  • Informare esplicitamente i consumatori quando riducono la quantità di un prodotto mantenendo lo stesso packaging
  • Apporre nel campo visivo principale della confezione la dicitura: “Questa confezione contiene un prodotto inferiore di X (unità di misura) rispetto alla precedente quantità”
  • Mantenere questa informazione visibile per sei mesi dall’immissione in commercio del prodotto modificato

La nuova legge rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei consumatori. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato sta già monitorando il fenomeno e la Commissione parlamentare d’inchiesta sui diritti dei consumatori ha incluso la shrinkflation tra i temi da analizzare.

Sebbene la normativa entrerà in vigore solo nel 2025, rappresenta un segnale importante: le pratiche commerciali poco trasparenti non sono più tollerate, e i consumatori hanno diritto a fare scelte d’acquisto consapevoli.

I numeri del fenomeno

I numeri parlano chiaro: secondo l’Istat, dal 2012 al 2017 sono stati registrati oltre 7.300 casi di riduzione delle quantità nei prodotti venduti in Italia. Di questi, quasi 5.000 hanno visto anche una modifica del prezzo.

Le categorie più colpite? Dolciumi, prodotti da forno, cereali, bevande, latticini e prodotti per l’igiene personale.

Tutto ciò si traduce in un maggiore esborso economico dei consumatori che vanno a fare la spesa, ma è anche un tema ambientale. Il mantenimento di confezioni invariate per quantità ridotte di prodotto contribuisce all’overpackaging, creando un inutile impatto ambientale.

Un esempio? Pensate ai pacchetti di fazzoletti ridotti da dieci a nove pezzi, ma con la stessa confezione, o alle confezioni di pasta che passano da 500 a 400 grammi mantenendo dimensioni simili del packaging.

Come tutelarsi in attesa dell’entrata in vigore della legge

In attesa che la nuova normativa diventi operativa, ecco alcuni consigli pratici per i consumatori:

  1. Controllare sempre il prezzo per unità di misura (euro al kg o al litro)
  2. Confrontare le quantità tra diverse marche dello stesso prodotto
  3. Segnalare casi sospetti alle associazioni dei consumatori
  4. Prestare particolare attenzione alle categorie merceologiche più a rischio
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