Obiettivo di protezione animale e sociale o ingerenza istituzionale?
Impedire la riproduzione incontrollata degli animali da compagnia è un obiettivo perseguito da tempo, soprattutto in un’ottica di contenimento numerico degli stessi, prevenzione delle nascite indesiderate e, quindi, riduzione di abbandoni e randagismo. Inoltre, la letteratura scientifica descrive diversi vantaggi per la salute animale (ad es. protezione dallo sviluppo di neoplasie mammarie o testicolari oppure da patologie uterine) e miglioramenti comportamentali (riduzione dell’aggressività, di marcature urinarie indesiderate, di monte inappropriate, del vagabondaggio). D’altra parte, non si possono sottovalutare né la pur minima quota di rischio connessa all’intervento chirurgico né che si tratti sostanzialmente di una “mutilazione”, che incide sulla fisiologia degli animali, potendo creare anche alcuni effetti collaterali indesiderabili (dall’incremento ponderale alle incontinenze urinarie, passando per i possibili problemi di crescita qualora la sterilizzazione sia praticata in età prepubere). In ogni caso, oggi si tendono a ritenere prevalenti i vantaggi della sterilizzazione, soprattutto con riferimento al controllo delle nascite. Per quanto la legge in vigore in materia di randagismo disponga norme che proteggono gli animali da compagnia privi di proprietario e ne impediscono l’uccisione “a tappeto”, è noto che la sua applicazione non è sempre pienamente garantita, su tutto il territorio nazionale. Inoltre, sono sempre troppi i casi di animali che, non trovando un’adozione, rimangono a vita nei rifugi, confinati in box o gabbie. A tutto questo si devono poi aggiungere i costi per il mantenimento, che sono notoriamente ingenti e ricadono sulla collettività.Sterilizzazione: qual è la situazione in Italia?
A questo proposito, in Italia, la Legge n. 281/91 in materia di tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo ha individuato proprio la sterilizzazione come uno dei principi generali della tutela stessa, insieme all’identificazione e alla disponibilità di rifugi in cui gli animali privi di proprietario possano essere ospitati e curati, ma non soppressi se non in pochi casi eccezionali. Le leggi regionali che ne sono derivate disciplinano più in dettaglio competenze e responsabilità dei Comuni e dei Servizi veterinari pubblici, tra queste si inserisce la gestione delle sterilizzazioni di cani e gatti ricoverati presso i rifugi. Tuttavia non esiste alcun provvedimento che imponga di sterilizzare tutti gli animali di proprietà.Qual è la proposta del Parlamento Europeo?
Dagli inizi del 2018, giace in Parlamento europeo una proposta di Risoluzione, di cui dovrebbe farsi carico il Parlamento stesso nei confronti degli Stati membri e delle relative autorità regionali e locali, per la sterilizzazione obbligatoria di cani e gatti in Europa. In Europa i rifugi sono pieni di animali indesiderati e, secondo le stime, negli Stati membri vivono 100 milioni di cani liberi e un numero due volte superiore di gatti. Inoltre, si evidenziava che in alcuni Stati membri i cani randagi costituiscono una minaccia per la salute pubblica e la sicurezza. Infine, si valutava che il costo una tantum per la sterilizzazione o la castrazione degli animali è di gran lunga inferiore alle spese relative al recupero dei randagi, all’alimentazione e alla custodia degli animali abbandonati. A proposito degli oneri, nella proposta si menzionavano anche le eutanasie sugli animali per i quali non è possibile trovare una casa che li accolga, pratica ancora possibile negli Stati che non possiedono una legge “no kill” come quella italiana. Su queste basi, si invitavano gli Stati membri ad adottare strategie globali di gestione degli animali da compagnia, incluse la promozione del possesso responsabile degli stessi e, nello specifico, “la sterilizzazione eventualmente necessaria per controllare il numero di cani e gatti indesiderati”. A tale proposito, invitavano le autorità regionali e locali a rendere obbligatorie la sterilizzazione e la castrazione per cani e gatti, escludendo solo i casi in cui il detentore sia titolare di una licenza di allevamento. La risoluzione non è ancora stata approvata.Sterilizzazione obbligatoria: una decisione da maturare
La questione della sterilizzazione come obbligo di legge generalizzato resta, dunque, in una fase di stand by. Vista la numerosità e l’importanza dei diversi elementi da considerare e tenuto conto soprattutto del fatto che non c’è accordo nemmeno nella stessa comunità scientifica veterinaria, è evidente che serve ancora tempo per maturare una decisione. Esiste la necessità di impegnarsi per impedire che gli animali, di cui ormai si conoscono le straordinarie capacità cognitive e sensoriali, soffrano. “Un sistema in cui i più deboli siano ignorati non può essere né giusto né etico”. È innegabile che tra i più deboli ci siano gli animali lasciati in una condizione che non offre loro tutto ciò di cui hanno bisogno. Se questo non è accettabile, come giustificare che lo sia la loro nascita nella prospettiva di un simile destino? Autore: Paola Fossati (animalidacompagnia.it)Data: 28 giugno 2019