A seguito della segnalazione della nostra Unione Consumatori, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha aperto il procedimento contro la società “Coca-Cola”, in merito allo spot in onda in questi giorni su tutte le reti televisive, in cui il noto colosso americano invita a consumare la Coca-Cola a tavola. Un messaggio che giudichiamo ingannevole e del quale abbiamo chiesto venga vietata l’ulteriore diffusione.
Lo spot non ci piace affatto: dapprima, con scene in bianco e nero, intende convincere i consumatori che l’abitudine di portare la Coca-Cola a tavola è una vecchia tradizione italiana; poi, rappresentando il momento di andare a tavola, mostra una mamma che porta una bottiglia di Coca-Cola di grande formato scatenando la gioia dei commensali. Entrambe le immagini non hanno niente a che fare con la realtà: per fortuna in Italia la Coca-Cola si beve soprattutto fuori casa!
E’ poi inaccettabile il ricorso ai bambini che non solo sono mostrati mentre accolgono la bevanda con atteggiamenti entusiasti, ma si fanno anche testimonial dell’abbinamento tra un piatto fumante (non un panino!) e la nota bevanda zuccherata, disegnandola su una lavagna.
Nello spot si vedono bicchieri di grandi dimensioni sulla tavola (dove non c’è traccia di altre bevande, neppure l’acqua), mentre la voce fuori campo esorta a prendere l’abitudine di accompagnare i pasti con la bevanda gassata: “un piacere che tutti possono scoprire in tavola, buon appetito con Coca-Cola”. Nessuna avvertenza è data circa la necessità di contenere l’assunzione di zuccheri o di accompagnare il consumo della bevanda con adeguata attività fisica.
Ecco perché abbiamo deciso di segnalare lo spot all’Antitrust: come è noto, il fabbisogno giornaliero di calorie di un individuo dipende dallo stile di vita, ma per chi conduce una vita sedentaria può essere considerato mediamente nell’ordine di 1600 Kcalorie/giorno per una donna, 1700 per un bambino in età scolare, fino a 2200 per un adulto. La Coca-Cola ‘classica’ contiene, stando alle indicazioni riportate nell’etichetta, 27 grammi di zuccheri per ogni bicchiere da 250 ml. Così ipotizzando che, durante il pasto a tavola, ciascun individuo beva almeno due bicchieri di Coca-Cola ‘classica’, se terrà questo comportamento sia a pranzo che a cena, assumerà circa 108 gr. di zuccheri, equivalenti (secondo la stessa etichetta nutrizionale sulla lattina) al 116% del fabbisogno giornaliero di zuccheri.
Si tratta di un dato esorbitante rispetto ad una dieta corretta tanto più se tale livello di consumo fosse tenuto da un bambino. Va infatti considerato che l’organismo assume lo zucchero anche da altri alimenti. Ecco perché gli esperti raccomandano di limitare il più possibile lo zucchero nella dieta, soprattutto per il suo elevato potere calorico. In ogni caso è consigliabile fare movimento perché lo zucchero assorbito con i dolci e le bevande zuccherate è immediatamente disponibile per essere ‘bruciato’ dall’organismo e questo avviene solo quando c’è un esercizio fisico costante.
Come ulteriore elemento di valutazione della denunciata scorrettezza, si aggiunga che la società Coca-Cola nel 2006 ha sottoscritto il “Codice per l’autoregolamentazione delle attività di promozione e commercializzazione dei prodotti del settore”, promosso da ASSOBIBE (Associazione Italiana tra gli Industriali delle Bevande Analcoliche). In forza di detto accordo l’azienda si impegna, tra l’altro, a diffondere comunicazioni commerciali che “non suggeriranno, descriveranno, giustificheranno o avvalleranno il consumo eccessivo di qualsiasi bevanda ed offriranno confezioni dalle dimensioni adeguate all’ambiente sociale e culturale descritto”. Ed ancora “non mineranno la promozione di regimi dietetici salutari, equilibrati o stili di vita salutari e attivi”. E’ anche alla luce di quanto sottoscritto in questo Codice di Autoregolamentazione che la nostra Unione ha ritenuto opportuno denunciare lo spot, coinvolgendo anche l’Istituto di Autodisciplina pubblicitaria. E’ arrivato il momento che la società “Coca-Cola” inizi a rispettare gli impegni presi davanti ai consumatori.
Autore: Sonia Galardo Data: 11 marzo 2011