Stai cambiando operatore luce e gas? Attenzione alla truffa durante lo switching  

Redazione UNC
3 Aprile 2025
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La fase di switching è quel periodo in cui stiamo cambiando il fornitore di luce o gas, il momento di transizione da un operatore all’altro. 

È una fase molto delicata, in cui le truffe telefoniche aumentano esponenzialmente facendo numerose vittime tra i consumatori inconsapevoli. Questo è il momento in cui i truffatori agiscono in modo mirato, perché sanno che stiamo passando da un operatore all’altro.

Ma come fanno a sapere esattamente quando colpire? Che abbiamo cambiato fornitore e non ci insospettirà la loro chiamata? 

Perché le chiamate aumentano durante lo switching?  

La fase di switching di luce o gas è il momento in cui i nostri dati, e quelli della nostra fornitura, viaggiano tra i vari soggetti che lavorano per il cambio. 

Ed è durante lo scambio di informazioni personali e tecniche tra questi che si possono verificare le fughe di dati, dovute a falle nel sistema o pratiche scorrette. I truffatori li usano ben sapendo che in quel momento i consumatori sono vulnerabili. 

Ma perché in tanti cadono nella trappola?  

Certamente perché le truffe diventano sempre più sofisticate, ma anche perché le vittime sono meno sospettose e quindi meno attente a segnali di pericolo. 

Essendo in fase di switching, il consumatore non sospetta che una chiamata del vecchio o del nuovo operatore sia fraudolenta, ma crede che faccia parte della procedura.  
Del resto, sono a conoscenza dei nostri dati, quindi la chiamata è autentica. Come farebbero, altrimenti, a sapere che stiamo cambiando operatore?  

Ed è proprio questa convinzione che ci fa cadere nel tranello e condividere i dati sensibili che danno il via alla truffa, perché ci sono diversi modi in cui i truffatori possono venire a conoscenza dello switching. 

Come si svolge la truffa del call center 

Una volta ottenuti i dati dell’utente in fase di switching, i truffatori lo contattano presentandosi come rappresentanti del fornitore o di enti ufficiali come Arera, l’Autorità che regola il settore dell’energia, o il Ministero. 

Tutte le telefonate fraudolente hanno una cosa in comune: l’urgenza. I truffatori cercano sempre di spingere la vittima a compiere azioni velocemente, perché se non lo fanno si vedranno staccata la fornitura o dovranno pagare una penale.
Il consumatore che pensa di parlare con il vero fornitore o con Arera a quel punto fornirà i dati personali o i codici che identificano la fornitura, il codice POD per l’energia elettrica e il codice PDR per il gas. 

Con questi dati i truffatori possono attivare nuovi contratti senza che il consumatore lo sappia. 

Spesso si scopre di essere stati truffati solo quando si riceve la prima bolletta dal fornitore non scelto, settimane, ma anche mesi, dopo la telefonata. Il consumatore deve così attivarsi velocemente per fare reclami e disconoscimento del fornitore e potrebbe essere costretto anche a pagare una penale per il recesso anticipato dal precedente fornitore 

Chi gestisce i nostri dati? 

Ci sono diversi soggetti che gestiscono lo switching da un fornitore di luce e gas all’altro e, quindi, i nostri dati personali: 

  • Il vecchio fornitore 
  • Il nuovo fornitore 
  • Il distributore locale, che gestisce fisicamente la rete e il contatore e aggiorna l’anagrafica dei nostri punti di fornitura luce e gas 
  • Il SII, Sistema Informativo Integrato, la banca dati dell’Acquirente Unico che gestisce lo scambio di informazioni tra i venditori e i distributori di luce e gas. 

Una falla nel sistema, dovuta ad un attacco informatico o alla vendita dei nostri dati da chi dovrebbe gestirli, ed ecco che il truffatore è in possesso delle tempistiche e dei dati giusti per farci credere di essere il nostro vecchio fornitore oppure quello a cui stiamo passando in quel momento.  

Come avvengono le fughe di dati 

Il data breach, la fuga di dati, può avvenire in diversi modi: attacchi informatici al Sistema Informativo Integrato o alle banche dati dei distributori locali di gas o energia, ma anche per azioni premeditate.

Può capitare, per esempio, che i dipendenti dei distributori (che hanno accesso ai dati di switching perché incaricati di aggiornare l’anagrafica delle forniture) li vendano a call center non autorizzati. Altre volte sono addirittura gli stessi operatori autorizzati a condividere i database con terze parti o ad utilizzare impropriamente le informazioni ottenute in modo legittimo. 

Come difendersi dalla truffa? 

In una fase delicata come quella dello switching la nostra arma contro le truffe è il sospetto. Consideriamo potenzialmente fraudolenta ogni chiamata non annunciata, ricordandoci sempre che nessun operatore legittimo chiede dati sensibili e azioni urgenti al telefono. 

  • Verifichiamo sempre l’identità del chiamante: non possiamo fidarci del numero che vediamo sullo schermo, che può essere facilmente falsificato. Chiediamo nome, cognome e ID dell’operatore e non andiamo oltre se non li riceviamo 
  • Riagganciamo e chiamiamo i numeri ufficiali  
  • Non condividiamo mai dati sensibili o documenti di identità al telefono, né i codici POD e PDR, che servono ad attivare un nuovo contratto 
  • Non rispondiamo Sì alle domande che ci vengono fatte al telefono, la registrazione manipolata della chiamata può essere usata come conferma all’attivazione del contratto  
  • Chiediamo di inviarci la proposta e la documentazione via e-mail.  

Anche prima di iniziare la procedura di switching possiamo usare qualche accorgimento: 

  • Chiediamo al nuovo fornitore quale sarà l’iter e le date previste per il cambio, oltre a chi e quando dovrebbe contattarci 
  • Conserviamo tutte le comunicazioni del fornitore scelto 
  • Iscriviamoci al Registro Pubblico delle Opposizioni. Non elimineremo del tutto le chiamate moleste, ma le limiteremo.

Siamo stati truffati, e adesso? 

Se ci accorgiamo di essere caduti vittime della truffa dei call center durante lo switching dobbiamo agire prima possibile. 

  • Contattiamo il nuovo fornitore scelto per verificare lo stato della nostra pratica 
  • Avviamo il disconoscimento del fornitore non richiesto con una PEC o una raccomandata A/R  
  • Segnaliamo l’accaduto all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, cercando di fornire le prove della truffa 
  • Sporgiamo denuncia alla Polizia Postale se hanno usato i nostri documenti di identità per avviare un nuovo contratto. 

Se il fornitore non risponde al reclamo o se la sua risposta è insoddisfacente, si può attivare una conciliazione con Arera con l’aiuto dei consulenti di UNC. 

Sei vittima di una truffa telefonica? Hanno attivato un nuovo contratto a tua insaputa? Scrivici, gli esperti di UNC ti assisteranno nelle procedure di reclamo e conciliazione. 

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