Gli italiani e il bancomat
Si è discusso molto, (anche all’ultima edizione del “Premio Vincenzo Dona”) e si continua a farlo, su quale sia l’utilizzo che gli italiani fanno del bancomat. I dati diffusi dalla Banca d’Italia parlano di cifre significative: il numero di carte per prelievo contante in circolazione si aggira intorno ai 56 milioni (quasi una per ogni italiano) con un incremento del 4% rispetto al 2017. I dati sono in crescita anche rispetto al contante prelevato agli sportelli: nel 2008 infatti, gli italiani hanno prelavato circa 98 miliardi di euro, nel 2017 si è toccata quota 198 miliardi.Le truffe più diffuse
Uno dei metodi più diffusi per un prelievo fraudolento consiste nell’osservare il pin della carta del mal capitato, magari quando sta pagando in un negozio o al momento del prelievo allo sportello, dopodiché procedere (ad esempio clonando la carta) a una serie di prelievi fraudolenti. Quando e se la vittima se ne accorge, dal suo conto corrente sono spariti molti soldi. Alcune truffe vengono compiute da vere e proprie squadre di malfattori che, una volta individuato l’obiettivo, lo seguono allo sportello della banca: uno dei truffatori ha il compito di carpire il codice, una seconda persona invece, di distrarre il mal capitato mostrandogli una banconota a terra e, invitandolo a raccoglierla, lo fa allontanare di qualche centimetro dallo sportello, secondi “preziosi” per un terzo complice che sostituisce la carta vera con una fasulla. La banda, una volta a conoscenza del codice e in possesso della vera carta, può portare a termine il proprio colpo senza che nessuno se ne sia accorto. Ulteriore tecnica spesso utilizzata è quella del cosiddetto “trapping” che consiste nell’ostruire la fessura dello sportello da cui dovrebbero uscire i soldi con una finta maglia che impedisce al denaro di uscire, quando la vittima si allontana per chiedere aiuto i truffatori rimuovono la maglia finta, prendono il denaro che nel frattempo è rimasto arrotolato alla maglia e scappano con il bottino. Altro caso molto diffuso è quello della clonazione della carta, ecco alcuni consigli per difendersi da questa eventualità.Come proteggersi?
La buona notizia è che da queste truffe ci si può difendere, ecco alcuni suggerimenti da tenere a mente quando si ha a che fare con bancomat o carte di credito:- cercare sempre di ostruire la visuale a chi è intorno quando si inserisce il pin, alcuni ATM hanno adottato protezioni per i propri clienti ad esempio nascondendo il tastierino, qualora queste protezioni non siano presenti frapporre il nostro corpo tra gli altri e la tastiera;
- prelevando allo sportello non lasciare che con una scusa possano farci distogliere lo sguardo dalla carta o dal monitor, solo una volta terminata l’operazione voltarsi;
- nel caso in cui dallo sportello non escano i contanti nonostante la ricevuta affermi il contrario non allontanarsi ma lasciare che sia qualcun altro ad andare a chiedere supporto al personale della banca, così facendo impediremo a eventuali truffatori di poter rimuovere, come nel caso del trapping, la maglia finta;
- attenzione alle carte che permettono pagamenti contactless poiché si registrano sempre più episodi spiacevoli in cui, avvicinando un POS al portafogli o alla borsa, è possibile effettuare più pagamenti (da 25 o 30 euro a seconda della banca che ha emesso la carta) senza la necessità di inserire il pin tenendo così la vittima all’oscuro di tutto. Si può chiedere al proprio istituto di credito di fornirci una carta che non preveda pagamenti contactless.
Per i rimborsi?
E’ importante sapere che, in caso di prelievi o pagamenti fraudolenti, non esiste una scadenza per sporgere denuncia. Si consiglia tuttavia di farlo il prima possibile, in questo modo l’istituto di credito dovrà conservare le registrazioni video dello sportello, utili a certificare l’avvenuto prelievo fraudolento. Per ottenere il rimborso della denaro che ci hanno sottratto indebitamente, occorre inviare alla nostra banca, tramite lettera raccomandata, sia la denuncia sporta alle autorità, sia il reclamo per ottenere il risarcimento. La banca è tenuta a fornirci una risposta entro 30 giorni, qualora la risposta fosse negativa e quindi l’istituto ci rifiuti il rimborso, si può fare ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario. HAI BISOGNO DEL NOSTRO AIUTO? SCRIVICI ALLO SPORTELLO BANCHE Autore: Lorenzo CargneluttiData: 7 gennaio 2020