Lo scorso febbraio a seguito di una nostra segnalazione, l’Antitrust ha censurato alcuni messaggi promozionali con i quali venivano accreditati a diverse varianti di patatine fritte in busta, specifiche caratteristiche nutrizionali o vanti salutistici oppure modalità di produzione ‘artigianali’. Oggi a sei mesi da quella multa di oltre un milione di euro, mentre alcuni produttori hanno effettivamente modificato le etichette per renderle più trasparenti, altri (Amica Chips, Pata S.p.a. e Ica Foods) continuano a diffondere informazioni che rischiano di trarre in errore il consumatore. Per questo motivo abbiamo depositato in Autorità una nuova denuncia augurandoci che i produttori di patatine in busta prendano più seriamente la multa dell’Antitrust.
“Può sembrare incredibile -commenta il Segretario generale Massimiliano Dona- ma alcuni produttori hanno semplicemente tradotto in inglese la dicitura già ritenuta ingannevole dall’Autorità (così ‘cotte a mano’ diventa ‘hand cooked style’); questo tentativo di aggirare le regole ci sembra una mancanza di rispetto nei confronti dell’Autorità e dei consumatori. Ci auguriamo, dunque, che l’Antitrust intervenga con una nuova sanzione e soprattutto la modifica della comunicazione”.
Autore: Simona Volpe
Data: 30 luglio 2015
Un nuovo intervento Antitrust sulle chips?
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