L’intelligenza artificiale semplifica la nostra vita quotidiana e il nostro lavoro, ma sempre più spesso viene usata per scopi tutt’altro che nobili. I truffatori possono spacciarsi per qualcun altro e attaccare i nostri dati, se non addirittura il nostro conto corrente, usando metodi sempre più sofisticati come vishing e deep fake e facendo leva su disattenzione, fretta ed emozioni.
Solo imparando a riconoscerle, possiamo difenderci da questo genere di truffe.
Alle truffe del digitale è dedicato il video podcast Non cliccare qui, condotto da Massimiliano Dona e prodotto da Nexi e Will Media, in collaborazione con Mastercard e con la partecipazione della Polizia di Stato.
Il quarto episodio è dedicato alle truffe realizzate con l’AI, il vishing e i deep fake.
Vishing, l’inganno al telefono
Il vishing è la truffa che avviene tramite una telefonata che sembra provenire da un numero affidabile, con la quale i truffatori cercano di carpire le nostre password o i dati delle carte di credito. È voice phishing.
I malviventi si presentano come rappresentanti della nostra banca, di istituti finanziari o aziende note, ma sempre più spesso si spacciano per un nostro parente o amico in difficoltà.
Come reagiremmo se nostro figlio, genitore o nipote ci mandasse un messaggio vocale in cui ci chiede urgentemente dei soldi perché, per esempio, ha subito un furto? La voce sembra proprio la sua, ma quella, in realtà, è una truffa e quella voce è replicata con l’intelligenza artificiale.
Lo scopo del vishing è utilizzare le informazioni rubate per compiere transazioni fraudolente o accedere ai conti della vittima.
Oggi basta avere un qualsiasi strumento di intelligenza artificiale per farlo in modo relativamente semplice e cascare nella trappola non è difficile, perché al telefono si ha meno tempo per ragionare e ci si lascia ingannare dal fatto che il truffatore sia già in possesso di molti nostri dati, conosca il nostro nome e cognome.
Ricordiamoci, però, che alcune informazioni su di noi sono reperibili molto più facilmente di quanto pensiamo, per esempio sui social o sbirciando nelle cassette della posta del condominio.
Che cosa sono i deep fake?
I deep fake sono contenuti multimediali, in particolare video e audio, realizzati con l’intelligenza artificiale. Sono cloni, falsi digitali di voci e persone, talmente realistici da essere a volte indistinguibili dall’originale. Il termine deep fake viene dalla combinazione di deep learning (tecnica di IA che imita il funzionamento del cervello umano per fare previsioni) e fake (falso).
A volte i truffatori utilizzano l’immagine e la voce di un ignaro personaggio famoso per vendere prodotti o servizi (soprattutto finanziari).
L’errore che facciamo più spesso è pensare che non possa succedere a noi, ma solo a celebrità e politici. Niente di più sbagliato: basta solo qualche secondo della nostra voce preso da una clip di TikTok o da un video su YouTube per creare il nostro clone.
Come ci difendiamo dalle truffe con l’AI?
I truffatori fanno leva sulle nostre emozioni e su un evento improvviso per prenderci in contropiede. Siamo sempre scettici. Cerchiamo di non farci sopraffare e proviamo ad analizzare la situazione con lucidità, soprattutto in caso di richieste di denaro.
Ecco i nostri 5 consigli per non cadere nelle trappole dell’AI:
- Se riceviamo una chiamata da qualcuno che ci chiede soldi o informazioni personali, chiediamo di richiamarlo. Cerchiamo il numero online o tra i nostri contatti
- Se la chiamata o il messaggio vocale del nostro conoscente arriva da un numero che non conosciamo, facciamo una verifica chiamando il diretto interessato o qualcuno a lui vicino, per assicurarci che sia al sicuro. Molto probabilmente ci dirà che sta benissimo
- Cerchiamo di non trattenerci al telefono. I truffatori esperti sono in grado di guadagnarsi la nostra fiducia, creare un senso di urgenza e trovare i nostri punti deboli
- Non rispondiamo mai a chi al telefono ci chiede password o altre credenziali di sicurezza dei nostri conti. La nostra banca non userebbe mai queste modalità per contattarci e non ha bisogno di chiederci questi dati. Se siamo in dubbio, riattacchiamo e contattiamo i numeri ufficiali del servizio clienti o la nostra filiale
- Facciamo una domanda alla persona al telefono a cui solo il nostro caro saprebbe rispondere, anche molto semplice come cosa abbiamo mangiato insieme a cena. La domanda deve essere specifica, per evitare che un eventuale truffatore indovini la risposta. Possiamo anche stabilire una parola di sicurezza con i nostri contatti stretti. Questo potrebbe essere utile per i giovani o i parenti anziani, che magari sono difficili da contattare in altro modo
Come riconoscere un deep fake
Riconoscere un deep fake può essere sempre più difficile, ma ci sono alcuni indizi che possono aiutarci a identificarlo:
- L’intelligenza artificiale è capace di replicare la voce di un nostro caro in maniera quasi perfetta. Facciamo attenzione ai piccoli dettagli: inflessioni strane, accenti e parole pronunciate in modo insolito. Quello è il primo segnale di una truffa.
- Attenzione alle espressioni del viso: se è troppo rigida e poco naturale, il battito degli occhi è irregolare o il movimento della bocca non è perfettamente sincronizzato con le parole pronunciate potremmo essere davanti a un deepfake.
Non cliccare qui! Il podcast con Nexi e Will Media
Come ci difendiamo dalle minacce online? Massimiliano Dona, presidente di UNC, nella serie di video podcast Non cliccare qui, realizzato con Nexi e Will Media in collaborazione con Mastercard e con la partecipazione della Polizia di Stato, ha intervistato 4 professionisti che si occupano di informazione e difesa dei consumatori, parlando di digitale, intelligenza artificiale, rischi di truffa e tanto altro.
Nel quarto episodio, dedicato alle truffe con l’intelligenza artificiale, Massimiliano Dona intervista Angelica Massera, seguitissima content creator e inviata di Striscia la Notizia.
Il podcast è su Spotify e sul canale YouTube di Nexi.
Vuoi sapere come difenderti dalle truffe digitali e come riconoscere un deep fake?
Ascolta la quarta puntata del video podcast Non cliccare qui, con Massimiliano Dona e Angelica Massera.