Investimenti che creano valore nel lungo periodo e capitali che finanziano attività che non generano solo valore economico, ma che sono utili, o almeno non dannosi, alla società, alle persone e all’ambiente. Questa è una finanza sostenibile.
Ma come si riconosce un’azienda sostenibile, come si sceglie un investimento che contribuisce a migliorare il mondo in cui viviamo?
Il webinar di UNC con Roberta Alani
Abbiamo chiesto questo e tante altre cose a Roberta Alani, ricercatrice di ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, nel webinar realizzato da Unione Nazionale Consumatori nell’ambito del progetto Rigenerazioni, finanziato dal MIMIT, in cui parliamo di transizione digitale, consumi sostenibili, economia circolare e transizione energetica.
Finanza e sostenibilità
“Il concetto di finanza sostenibile è nato negli anni ‘70, ma è negli ultimi anni che se ne parla molto di più e il motivo è il cambiamento climatico e gli enormi danni, anche economici, che sta facendo negli ultimi decenni” spiega Roberta Alani “la finanza sostenibile ha l’obiettivo di spostare i capitali privati verso azioni che combattono il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità. Oggi essere sostenibili è un dovere”.
Il pericolo del greenwashing
L’Italia è ben al di sotto della media europea sugli investimenti sostenibili, con il 6,1% di cosiddetti green bond, le obbligazioni legate a progetti verdi, mentre in Europa l’8,9% delle obbligazioni emesse possono essere definite green e i risultati migliori li hanno i paesi del nord.
Secondo una ricerca tra i motivi che frenano i consumatori dall’investire in finanza sostenibile è la paura di greenwashing (11%), cioè il timore che le informazioni sulla sostenibilità dell’investimento siano false.
“L’Europa sta cercando di impedire sempre più il greenwashing con norme e criteri molto specifici, per esempio le etichette ecolabel sui prodotti che sono stati verificati da enti terzi e di cui quindi ci si può fidare” dice Alani “ma l’Italia è ancora indietro rispetto al nord Europa e il motivo è culturale. Qui non c’è ancora piena consapevolezza sui temi della sostenibilità, serve una educazione ambientale”.
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Realizzato nell’ambito del Progetto RiGenerAzioni Finanziato dal MIMIT D.M. 6/5/2022 art. 5