Aderisci alla petizione #nondisturbarmi
La legge sulla Privacy del 1996, un primo stop alle telefonate moleste
Le telefonate moleste che ti tartassano sul cellulare in qualsiasi momento della giornata sono tra le cose che più infastidiscono i consumatori! Quello che fa più rabbia, è che non sarebbe complicato risolvere il problema: basterebbe tornare alla vecchia regola introdotta subito dopo la prima legge sulla Privacy, con il decreto legislativo n. 171/98: nessuno può chiamare per vendere qualcosa salvo che la persona contattata non abbia dato il suo espresso consenso (il cosiddetto sistema dell’opt in). Un regime valido fino a quando il legislatore, con il decreto legge n. 135 del 25/9/2009 (convertito dalla Legge n. 166/2009), ha fatto la bella pensata di cambiare idea, passando all’attuale impianto normativo basato sul principio dell’opt-out: se non ci si oppone espressamente, chiedendo di non essere contattati, è consentito il trattamento dei dati personali per l’invio di materiale pubblicitario, vendite dirette o comunicazioni commerciali. Una sorta di silenzio assenso. Insomma, se il consumatore non vuole più ricevere le chiamate a fini promozionali e pubblicitari da parte degli operatori di telemarketing e teleselling, dovrebbe esercitare il diritto di opposizione, iscrivendosi al Registro Pubblico delle Opposizioni (www.registrodelleopposizioni.it – Numero verde: 800.265.265).Come funziona il Registro pubblico delle opposizioni
Istituito con il D.P.R. 178/2010, il Registro è completamente gratuito ed è anche semplice iscriversi. Piccolo particolare: fino alla recente riforma non era possibile iscrivere i numeri di cellulare. E non è tutto: pensate che non possono essere iscritti neppure i numeri fissi che non appaiono in elenco: insomma, siamo al paradosso per cui se abbiamo tenuto il nostro numero “riservato”, non possiamo proteggerlo dai call center molesti. Basterebbero queste due circostanze per spiegare perché, fino all’entrata in vigore della riforma, il Registro è pressoché inutile.La legge di riforma del 2018 approvata grazie a Unc
A seguito della campagna #NonDisturbarmi, finalmente siamo riusciti ad ottenere una legge che cercava di porre rimedio al problema delle chiamate indesiderate dei call center, prevedendo l’ampliamento del campo di applicazione del Registro a cellulari e numeri non presenti in elenco: si tratta della legge n. 5 dell’11 gennaio 2018. Piccolo particolare: per entrare in vigore la legge necessitava di un regolamento che doveva definirne funzionamento e modalità operative, ma a tutt’oggi la riforma non è ancora diventata realtà. Perché? Il 25 gennaio 2021, il Garante per la protezione dei dati personali, ha espresso parere favorevole al nuovo regolamento del Registro pubblico delle opposizioni (Rpo), precisando che le nuove regole valgono solo per il telemarketing effettuato con chiamate tramite operatore (le comunicazioni di marketing automatizzate, infatti, non possono in nessun caso effettuarsi senza il consenso esplicito dell’interessato). Arriviamo all’ultima novità che ci fa ben sperare: a marzo 2022 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il Decreto del Presidente della Repubblica sul nuovo Registro pubblico delle opposizioni, che estende agli smartphone la possibilità di opporsi alle chiamate commerciali e permette di azzerare tutti i vecchi consensi dati in passato. Nel momento in cui entrerà in vigore (speriamo a questo punto prima dell’estate) il consumatore avrà finalmente un nuovo strumento per difendersi dal teleselling selvaggio: fatta l’iscrizione, le telefonate dei call center diventeranno illegali dopo 15 giorni! In attesa quindi di dire stop definitivamente alle chiamate indesiderate, continuiamo a chiedere al legislatore di intervenire e per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per rendere la nostra voce ancora più forte attraverso la nostra petizione.Aderisci alla petizione #nondisturbarmi
Cosa prevede la riforma del Registro pubblico delle opposizioni (Rpo)
Quando il Regolamento entrerà in vigore iscrivendosi al Registro i consumatori potranno finalmente ottenere anche la revoca di tutti i consensi precedentemente espressi, come previsto dall’art. 1 comma 5 della legge n. 5/2018. E’ questo, infatti, uno dei problemi principali: per anni gli italiani hanno messo troppe firme, cedendo troppo facilmente il consenso al trattamento dei propri dati, anche per finalità non obbligatorie, ossia non connesse alla fruizione del servizio richiesto, autorizzando ad esempio la cessione dei propri dati a terzi per finalità di marketing. Certo è un diritto sapere dove è stato reperito il nostro numero e revocare il consenso in precedenza espresso, ma pochi lo esercitano. E’ importante, quindi, poter “resettare” la propria posizione, riappropriandosi dei propri dati e facendo “tabula rasa” dei precedenti consensi. Tra qualche mese, almeno si spera, tutto questo si potrà fare. L’altra importante novità -come detto- è la possibilità di iscrivere finalmente i numeri di cellulare ( e i numeri fissi non in elenco). Ma non è tutto: è prevista anche una responsabilità solidale tra il singolo call center e l’azienda che ha commissionato il lavoro, così finalmente potranno essere sanzionate anche le società di telefonia o energia che ordinano di fare chiamate commerciali se queste non rispettano la privacy dei consumatori. Resta un punto sul quale purtroppo la Legge n. 5/2018 ha miseramente fallito: è la questione dei prefissi unici, che avrebbero dovuto aiutare il consumatore a riconoscere le chiamate telefoniche commerciali (e quindi non rispondere al telefono). L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) nel settembre 2018, con la Delibera n. 156/18/CIR, ha attuato la norma, individuando i due prefissi unici: 0844 per le pubblicità, vendite e comunicazioni commerciali e 0843 per le attività statistiche. Peccato che nessuno se ne sia ancora accorto! La legge, infatti, prevedeva i prefissi unici, ma poi (all’italiana), consentiva una deroga: basta chiamare da un numero ricaricabile.Cosa fare?
Ma che fare se ricevete una telefonata pur essendo iscritti al Registro? Segnalate al Garante della privacy la violazione, compilando l’apposito modulo. E’ bene che il consumatore eserciti i suoi diritti e segnali le violazioni. Le sanzioni, se superiori all’illecito guadagno, possono essere dissuasive e, indirettamente, premiare quelle aziende e quei call center che svolgono correttamente e professionalmente il loro lavoro, che sono poi la maggioranza.Perché firmare la nostra petizione
Il Garante della Privacy, negli ultimi mesi a seguito di diverse decine di segnalazioni e reclami, ha comminato diverse sanzioni ai principali operatori di telefonia colpevoli di telemarketing e teleselling. Tuttavia, nonostante gli importi fossero talvolta nel massimo previsto per legge, si tratta di sanzioni che non si avvicinano lontanamente all’illecito guadagno degli operatori. Ecco perché l’unico modo di fermare il lavoro sporco di certi call center è quello di rendere operativa la legge 5/2018 consentendo ai consumatori di bloccare anche le chiamate moleste che arrivano sui cellulari. Gli italiani sono stufi di chiamate indesiderate. Per questo continuiamo a chiedere al legislatore di intervenire e per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per rendere la nostra voce ancora più forte: Aderisci alla petizione #nondisturbarmi per chiedere al Governo di rendere finalmente operativa la legge che dice stop ai call center molesti.Autore: Unione Nazionale Consumatori Data: 21 gennaio 2020 Aggiornamento: 31 marzo 2022