Reclamo N° 115758

Giuliana lilli
28 Agosto 2018
In data 16/06/2017 ho inviato ad Acea (Ato2) l'apposito modulo di "richiesta assegno di rimborso" per ottenere quanto mi spettava in base alla bolletta di cessazione dell'utenza riferita all'immobile che venduto e lasciato al nuovo proprietario. Ho contattato più volte gli operatori dell'assistenza Acea che ogni volta verificano che risulta, nella mia posizione, un credito, una richiesta di rimborso e pure il RECLAMO che ho poi inviato tramite l'apposito canale istituzionale ([email protected]) in data 30/03/2018. L'importo di quanto mi spetta (come calcolato dalla stessa ACEA!) è di soli 34,47 €uro. A cui, a questo punto, dovrebbe aggiungersi anche l'indennizzo automatico per mancata risposta entro i tempi prevista dagli standard di qualità di riferimento. Non si tratta di un cifra enorme ma è incredibile come quest'azienda reiteri comportamenti scorretti. E diventi quindi una questione anche di principio. Negli anni 2012/2013 ho dovuto affrontare una guerra vera e propria con l'azienda in questione per ottenere quanto mi spettava (circa 2.000€ di soldi di cui, con bollette assurde, Acea continuava ad appropriarsi indebitamente!!!) Viene da pensare che tali comportamenti siano perpetrati ad arte per riuscire a rastrellare truffaldinamente soldi dai consumatori, soprattutto dai più indifesi che non hanno i mezzi per controllare, reclamare, gestire le controversie. Aggiungo la scoperta assurda che ho fatto oggi. Mi accingevo a contattare il servizio dell'Autorità per l'energia gas e acqua, che nel periodo 2012/2013 ha quanto meno seguito i miei reclami ad Acea riuscendo a sollecitare quanto mi spettava. Ora scopro che è cambiato tutto. L' "Autorità" (Statale!) ora fa solo un servizio di "conciliazione"; già la parola, a mio modesto parere, non è appropriata, poiché presuppone che vi siano questioni da dirimere tra le parti. Nel caso di specie, evidentemente, non c'è nulla da dirimere: se Acea mi manda una bolletta in cui scrive che mi deve 34 € e dopo più di un anno dalla richiesta formale (che gli operatori del call center di Acea mi dicono essere corretta nella forma) e un reclamo istituzionale (che gli operatori mi dicono essere corretto anch'esso nella forma) non c'è verso che l'azienda in questione si decida a farmi avere i miei soldi NON C'E' NIENTE DA CONCILIARE. C'è da applicare le regole. E, proseguendo, la cosa ancora più assurda è che ho scoperto che anche l'utilizzo della "conciliazione" da parte dell' "Autorità dello Stato" a tutela dei cittadini consumatori è praticamente inaccessibile ai più: nella "REGOLAZIONE DELLA QUALITÀ CONTRATTUALE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO OVVERO DI CIASCUNO DEI SINGOLI SERVIZI CHE LO COMPONGONO (RQSII)" che si trova sul sito dell'Autorità vi è scritto che la gestione può avvenire on line anche via chat. Quando si avvia la procedura si scopre invece che è un servizio fruibile solo si si ha una certa web cam per la video chiamata. Io non ce l'ho e tanto meno i miei familiari. Quindi niente conciliazione. Tu consumatore senza web cam sei fregato. Grazie per l'attenzione Giuliana
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