Reclamo N° 124270
Floriano
13 Ottobre 2018
Gentile associazione,
mi chiamo Floriano Salvi e con mia moglie Alessandra Previtali viviamo a Capriate San Gervasio (BG).
Vorrei segnalarvi il seguente fatto.
In data 29/03/2017 mia moglie ha subito un furto aggravato della carta di credito con scassinamento dell’auto entro cui era nascosta, nonostante si fosse assentata con me per soli 10 minuti, come indicato dalla denuncia emanata dai Carabinieri di Capriate San Gervasio (BG) (Allegato 1).
La carta si trovava nella borsa che era nascosta nel baule posteriore dell’auto non in vista dall’esterno.
Oltre al furto della carta, è stata derubata anche del telefono cellulare, per cui non ha potuto bloccarla nell’immediato. Appena possibile, e precisamente dopo aver riparato il pneumatico che è stato forato ed essere rientrata a casa, (contestualmente ho sporto denuncia come indicato nell’Allegato 2) ha bloccato l’utilizzo della carta di credito, (numero di blocco: BL278200997) ma i malviventi, nel frattempo e in modo fraudolento, hanno compiuto due operazioni di acquisto per un totale di € 1575,00 di cui ha disconosciuto le operazioni.
Dopo continui solleciti a ICCREA senza ricevere nessuna risposta (Allegato 3), e dopo 6 mesi dal disconoscimento di tali operazioni e dalla richiesta di rimborso, e precisamente in data 19/09/2017, riceve una comunicazione retrodatata (Allegato 4) riportante la data del 06/07/2017 nella quale si dichiara che la sua probabile carenza di gestione della carta ha reso possibili le operazioni di pagamento.
Il regolamento della carta di credito però riporta all’Art. 7 (Allegato 5) che la banca è tenuta al rimborso, a meno che non venga dimostrato che il proprietario della carta stessa abbia agito con dolo o colpa grave.
Nell’allegato 3, il 02/08/2017 ICCREA risponde in questi termini: “In merito alla richiesta di rimborso pervenutaci, vi comunichiamo di aver terminato l’istruttoria. Nei prossimi giorni sarà inviata la comunicazione per posta al cliente e alla Banca.”
In data 05/10/2017 abbiamo presentato un reclamo scritto (Allegato 6) al quale non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Tale reclamo è stato spedito via pec (riporto le ricevute di invio e ricezione Allegato 7).
Il 09/11/2017 abbiamo presentato un ricorso all’arbitro bancario finanziario il quale in data 13/09/2018 risponde nei seguenti termini (Allegato Risposta ABF): “ Nel caso di specie il Collegio ritiene formata la prova della colpa grave della ricorrente, poiché la prima operazione disconosciuta ha avuto luogo pochi minuti dopo il furto e senza errori di digitazione. In particolare, secondo indirizzo consolidato dei Collegi ABF, costituisce circostanza rilevante il breve lasso temporale intercorso tra il momento del furto e la prima delle operazioni contestate che, in assenza di errori nella digitazione del PIN, rappresenta un indice idoneo a far presumere che il titolare conservasse il predetto codice unitamente allo strumento di pagamento (Collegio di Milano, n. 2615/2017).
Da questo si desume agevolmente che parte ricorrente ha violato gli obblighi di custodia dello strumento di pagamento e del relativo codice PIN, essendo stato quest’ultimo presumibilmente conservato insieme alla prima, ciò che ha agevolato l’uso immediato della carta e i prelievi fraudolenti. Pertanto, in applicazione della disciplina in materia, il ricorso non è meritevole di accoglimento”.
Tuttavia la decisione dell’Arbitro bancario si basa su una supposizione errata, in quanto le due operazioni sono state due pagamenti (si veda Allegato 2 presso due distributori di benzina) che non necessitavano della conoscenza di nessun codice PIN. Tali operazioni possono essere svolte da chiunque abbia la carta di credito. Solo il prelievo presso uno sportello bancomat necessita del codice.
Secondo il vostro parere avrei diritto alla restituzione dei soldi rubati?
Cordialmente,
Floriano Salvi
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