Reclamo N° 130736

Roberto
27 Novembre 2018
Lettera aperta Buongiorno Sono un privato titolare di aziende che hanno intrattenuto nel corso degli anni molteplici rapporti economici con svariate Banche e Finanziarie (Fidi, Anticipi Fatture, Anticipi Documenti, Finanziamenti, Mutui) Ho avviato cause contro molte di loro (cinque) per tentare di tutelare il patrimonio, seriamente compromesso, della mia persona e delle mie aziende, a causa di pratiche illegali ed usurarie di cui ritengo essere stato oggetto nel corso dei rapporti intercorsi. La condotta delle banche e delle finanziarie denunciate ha certamente trovato terreno fertile nella mia modesta formazione finanziaria" (nel senso che non conoscevo a fondo le regole del mercato creditizio), in poche parole, come moltissimi altri, semplicemente mi "fidavo" e "confidavo" nella estrema serietà e correttezza dei miei interlocutori e del "sistema" che essi rappresentano. Nel mio caso - fiducia mal riposta e ripagata con "peggior moneta - Così ho deciso di approfondire la conoscenza della materia per comprendere meglio quanto accaduto; ho letto molto sul tema e sull'enorme contenzioso che si è sviluppato dai rapporti tra clienti ed istituti finanziari , inoltre frequentando le aule dei Tribunali per le mie cause ho appreso quanto è complicato, faticoso, oneroso tentare di far valere anche i più elementari diritti . Il riferimento è al sistema che vede un clichè ormai consolidato: perizie econometriche / mediazioni / cause / CTU sovente al limite della decenza / giudizi di 1° grado che spesso ignorano i fondamentali principi giuridici della normativa e si appoggiano su quanto pubblicato da Bankitalia, che con un capitale detenuto interamente da Istituti Finanziari privati ha una "naturale difficoltà" ad allinearsi alle normative che tutelano i diritti dei correntisti, siano essi aziende o privati (oltre a non avere alcuna autorità giuridica sulla materia a mio avviso) . Insomma un mare magnum dove è più facile trovare squali pronti a spolparti piuttosto che un ancora di salvataggio e dove non è remota la possibilità di annegare. Queste le motivazioni che mi inducono a ricercare nuove strategie per tentare di contrastare la posizione dominante (eufemismo per descriverne l'arroganza) che permette a molti dei soggetti che erogano e gestiscono il credito di operare sovente oltre i limiti consentiti dalla Legge e talvolta devastare le esistenze di molte persone. Il criterio scelto per perseguire il mio intento è provare a SEMPLIFICARE i concetti cardine che regolano i rapporti considerato che tutti (sovente per obbligo) gestiscono rapporti bancari, per cui tutti devono/dovrebbero poter capire le regole e le pattuizioni senza dover ricorrere a tecnici o giuristi per decodificare (forse meglio dire interpretare) quanto sta scritto in un contratto di c/c piuttosto che di mutuo o in un finanziamento. Fondamentale è il significato che assume nelle circostanze il TAEG attorno al quale ruota praticamente tutta la materia e che credo si possa rappresentare così: Nelle operazioni di credito il TAEG è una cifra percentuale che deve essere confrontata con un'altra cifra percentuale denominata TASSO SOGLIA determinata per Legge e (sempre per Legge) NON deve superarla. La percentuale del Taeg applicata alla somma ricevuta in prestito determina la quantità di denaro che nell'arco temporale di 1 anno il soggetto erogatore del prestito/mutuo/finanziamento riceve/richiede/pretende (anche solo potenzialmente / contrattualmente) dal debitore, oltre alla restituzione del capitale netto secondo quanto concordato con il piano di rientro. Con la medesima operazione la percentuale del Tasso Soglia applicata alla somma ricevuta in prestito determina invece la quantità massima di denaro che nell'arco temporale di 1 anno il soggetto erogatore del prestito/mutuo/finanziamento è legittimato a ricevere/richiedere/pretendere (anche solo potenzialmente / contrattualmente) dal debitore Per Legge (art 644 c.p.) concorrono a determinare questa "quantità di denaro massima" tutte le somme che derivano da pattuizioni presenti nel contratto escluse solamente quelle relative a imposte e tasse. Questo vale sia quando il debitore rispetta le condizioni pattuite in un contratto,sia quando per qualsiasi motivazione il contratto tra le parti NON viene atteso Ho volutamente abbinato il concetto di TAEG all'arco temporale di 1 anno perchè così ritengo più comprensibile e verificabile questo parametro fondamentale che diversamente (almeno per la mia esperienza) diventa facile "preda" di complessi principi e computi matematici finanziari accessibili solo ad un ristretta cerchia di addetti ai lavori (non a me sicuramente e probabilmente neanche a molti Giudici). Inoltre così espresso mi sembra allineato alla definizione che di esso da la stessa Banca d'Italia Il TAEG è espresso in percentuale del credito concesso e su base annua. Sulla base di queste elementari considerazioni vorrei sottoporre alla vs attenzione l'ultima (ennesima) vicenda che mi è capitata e la semplice analisi che ho effettuato: Si tratta della richiesta , a mio avviso oltre i limiti consentiti dalla Legge, ricevuta da una finanziaria causa ritardo di 6 giorni portato nel pagamento di una rata in scadenza . I fatti sono: - Dicembre 2008 attivo come privato un finanz. di Credito al Consumo di 35.000€ durata 10 anni - Piano ammortamento alla francese con 120 rate da 389€ - Pago regolarmente 117 rate - Ritardo il pagamento della 118° rata e al 6°giorno di morosità ricevo mail di sollecito con richiesta di pagamento dell'insoluto per una somma totale di 441,27€ - nella mail è scritto...importo comprensivo di interessi moratori e spese esattoria...(comunque oneri aggiungo io), ricordo che la rata era di 390,82€ Quindi 6 gg di ritardo = oneri complessivi richiestimi per morosità 50,45€ (la rata che pago è maggiorata di 1,82€ x spese incasso) A prescindere dalle condizioni contrattuali (per inciso il contratto non mi è stato mai consegnato, ho ricevuto solo documenti di sintesi) le comunicazioni annuali riportano che in caso di ritardato pagamento il tasso di mora previsto è pari a 16,32% sugli importi delle rate scadute; è inoltre presente un'altra clausola che recita " Oneri per ritardato pagamento : quota interessi su rate scadute oltre a rimborso dei costi e delle spese sostenuti per eventuali interventi di recupero crediti per un importo forfettario non superiore al 20% dell'importo scaduto" Senza entrare nel merito circa la scarsa trasparenza su quanto indicato nei documenti di sintesi in caso di morosità (mi riservo di verificare quanto indicato sul contratto quando lo riceverò), ho approcciato questa circostanza con il ragionamento più semplice e lineare possibile per valutare se la richiesta avanzata dalla finanziaria è lecita oppure oltre i limiti consentiti dalla Legge Ho quindi applicato al mio caso la formula che si utilizza nelle comuni transazioni commerciali per determinare gli interessi di mora applicabili nell'eventualità di ritardato pagamento che è: Interessi moratori = (D * S * N)/365 D è l’importo dovuto; S è il tasso di mora Annuale; N è il numero di giorni dalla maturazione degli interessi. Sono rimasto sbalordito nello scoprire che applicando la formula al mio caso la somma di 50,45€ richiestami dalla finanziaria, rapportata alla rata e per i 6 giorni di morosità rappresenta un Tasso annuo del 785,3% !!! talmente attonito da dubitare della correttezza del mio ragionamento. A supporto del ragionamento sopra esposto riporto il passo finale della Decisione N. 1392 del 16 febbraio 2016 dell ABF di Napoli (ricordiamoci che L'Arbitro Bancario Finanziario è sostenuto nel suo funzionamento dalla Banca d'Italia ......quindi se lo dicono loro!!!) "Appurati gli estremi dell’usura, il mutuo da (eccessivamente) oneroso si trasforma in gratuito, in applicazione della speciale sanzione civilistica prescritta dall’art. 1815, comma 2, c.c. secondo cui «se sono convenuti interessi usurari, la clausola è nulla e non sono dovuti interessi», dovendosi intendere per «interessi» tutti i costi direttamente collegati all’erogazione del credito, con esclusione di: imposte e tasse; spese notarili; costi di gestione del conto sul quale vengono registrate le operazioni di pagamento e di prelievo; interessi di mora e oneri assimilabili contrattualmente previsti per il caso di inadempimento di un obbligo (irrilevanti nel caso di specie, essendo incontestato che l’ammortamento è stato completato senza anomalie)." Se anche un organo come ABF ritiene (correttamente) che le somme addebitate dall'intermediario per ritardato pagamento hanno la medesima natura NON rileva a quale titolo sono richieste, esse rappresentano unitariamente ONERI DI MORA, e devono necessariamente essere parametrate all'arco temporale ed al valore di riferimento per le quali vengono reclamate, quindi nel mio caso: 390,82 € la rata > 6 giorni il periodo > 50,45€ la somma richiesta > 785,3% percentuale annua La norma che regola la materia è l' art.644 c.p. il quale impone che: 1) NON vengano superate determinate soglie (espresse in percentuale) di costo poste a carico del cliente che ottiene il finanziamento/mutuo/prestito 2) Le soglie sono stabilite in ottemperanza a quanto prescritto dalla Legge108/96 3) Il TAEG è l'indicatore matematico assunto per determinare il costo del finanziamento posto a carico del cliente, è acronimo di Tasso Annuo Effettivo Globale e NON deve eccedere le soglie prescritte dalla Legge Proseguendo nel mio SEMPLICE ragionamento credo di poter sostenere che: in caso di mia protratta inadempienza , applicando per analogia agli importi dovuti il coefficiente percentuale (785,3%) desumibile e testimoniato dalla richiesta scritta inviatami dalla finanziaria per i 6 giorni di morosità, e rapportando l'evento ad un anno (termine temporale di riferimento del TAEG), maturerebbe un credito di considerevole entità (direi spropositata) a favore del soggetto erogante, somma che senza possibilità di smentita alcuna rappresenterebbe un COSTO a mio carico ed una REMUNERAZIONE derivata dall'erogazione del credito per la finanziaria. Se così fosse i limiti imposti dalla Legge sarebbero oltremodo superati e si configurerebbe un grave reato (illecito paradossalmente dimostrato e testimoniato dal medesimo soggetto che lo avrebbe commesso, ovvero la finanziaria) . Prima di rendere pubblica e divulgare una così abnorme anomalia, con questa lettera chiedo il vostro sostegno e vi sarei grato se con la conoscenza della materia che vi compete poteste analizzare il mio assunto e darmi il vostro parere circa la veridicità di quanto ho rappresentato, oppure in caso contrario, darmi gli elementi per comprendere dove la mia visione è errata o difforme dalla realtà. Se , come temo, il mio ragionamento è fondato, non esiterò a tutelare i miei diritti nei modi e nelle sedi opportune; sono consapevole che la prassi di applicare Tassi oltresoglia è spesso praticata con disinvoltura dai vari enti creditizi ma credo che 785,3% sia veramente da prima pagina sui giornali e per questa ragione sono disponibile ad adoperarmi e condividere tutte le attività e azioni necessarie con chi ha intenzione di supportarmi affinchè il mio caso possa avere la massima visibilità su ogni tipo di circuito mediatico e di informazione con il chiaro intento di dare un contributo a chi deve affrontare le mie stesse difficoltà . Il sistema credizio che NON teme certo le aule dei Tribunali dove il suo strapotere economico (aggiungo lobbistico) altera fatalmente l'equilibrio fra le parti, ha al contrario moltissimo da perdere da una informazione/pubblicità/divulgazione che rendano visibili e comprensibili a tutti il loro profilo di illegalità Un tasso addebitato pari a 785% è comprensibile da chiunque !!!! Confido nel Vs gentile riscontro e colgo l'occasione per porgere Cordiali saluti Roberto Zampolini mobile 335 6396079
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