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Martina
11 Gennaio 2021
Buongiorno,
di seguito illustro cronologicamente l’accaduto:
• in data 14/10/2017 ho acquistato presso un rivenditore di ceramiche e sanitari un insieme di prodotti per la ristrutturazione. In tale acquisto erano compresi anche tre lavabi della REXA del valore di circa 4.000 euro (imponibile).
• In data 19/12/2019 ho ricevuto in consegna i tre lavabi suddetti e in fase di controllo della merce notai delle anomalie, feci delle foto e inviai tutto tramite whatsapp al rivenditore, il quale mi rassicurò dicendo che le aperture/fessure fotografate non rappresentavano un difetto
• Intorno al 20 Luglio 2020 furono montati i lavabi
• Fine luglio 2020 iniziai ad utilizzare i lavabi. Tutti e tre i lavabi presentano delle perdite in corrispondenza dalla cassetta sottostante.
A partire da Luglio 2020 iniziai una corrispondenza telefonica e via email con il rivenditore, il quale dopo due sopralluoghi effettuati anche in presenza di un agente REXA, affermò che il danno non è a loro imputabile e che è stato causato dalla ditta esecutrice dei lavori durante il montaggio scaricando l’intera responsabilità a quest’ultima. La ditta incaricata al montaggio ritiene con assoluta fermezza che si tratta di un prodotto difettoso e che il montaggio non può in alcun modo avere avuto degli effetti sulle aree difettose.
A fronte delle due opposte versioni, ho sollecitato più volte tutti i soggetti coinvolti (rivenditore, azienda produttrice Rexa, direttore dei lavori e ditta esecutrice) a fare insieme un sopralluogo e confrontarsi sull’accaduto e sulle versioni contrastanti. Mentre la ditta esecutrice accetta la possibilità di un confronto, l’azienda Rexa e il rivenditore rifiutano l’incontro. Temo che tale rifiuto sia solo un modo per evitare chi potrebbe dimostrare altro.
Cosa posso fare a tal proposito? È possibile far valere in maniera più incisiva la mia richiesta e il mio reclamo?