Reclamo N° 59834

A integrazione e specifica di quanto scrittovi ieri, riporto qui di seguito la mail inviata all'ufficio reclami di Allianz Global Assurance e per conoscenza alla Saragozza Viaggi di Bologna. Ometto solo il numero della pratica. Sono ancora in attesa di risposta. In data 13 giugno 2017 tramite l'agenzia di viaggi Saragozza Viaggi srl di Bologna ho acquistato per me e per mia moglie due biglietti aerei A/R Bologna-Dublino (volo di andata 1 agosto, volo di ritorno 8 agosto), contestualmente ho stipulato con Allianz Global Assurance la polizza "Globy Air" contro un eventuale annullamento del viaggio a causa di malattia o infortunio di un assicurato o di un suo familiare. In data 29 giugno 2017 mio suocero è stato colpito da un infarto acuto al miocardio, è stato sottoposto ad intervento d'urgenza nell'ospedale di Chieti (risiede in Abruzzo). È rimasto in ospedale quasi due settimane venendone dimesso il 10 luglio. Ci illudevamo di poter partire ma in data 20 luglio il medico di famiglia, constatate le cattive condizioni di salute di mio suocero, ha fatto un certificato in cui a seguito della patologia cardio-vascolare acuta prescriveva la necessità di 30 giorni di riposo e assistenza domiciliare continuativa da parte di un congiunto (mia moglie, unica figlia e unico congiunto autosufficiente). Venuto a conoscenza della cosa, ne ho immediatamente (il 21 luglio) dato comunicazione all'agenzia di viaggio, inoltrandole il summenzionato certificato medico. L'agenzia di viaggi si è incaricata di annullare subito i biglietti aerei e di attivare le pratiche con la compagnia assicurativa ai fini del rimborso. Successivamente, ho restituito all'assicurazione - sempre su sollecitazione e per il tramite dell'agenzia di viaggi - due documenti che mi erano stati richiesti: l'estratto di nascita di mia moglie  (che attesta che la persona infartuata è suo padre) e un formulario che ha dovuto compilare il medico di famiglia di mio suocero, corredandolo di timbro professionale e firma. In esso il medico, rispondendo alle domande poste dal liquidatore, attesta che l'infortunio è occorso al paziente il 29 giugno, che il 30 giugno egli (il paziente) è stato reso edotto della patologia "che ha causato la rinuncia al viaggio" (cioè il giorno dopo l'operazione gli è stato detto "sei stato vittima di infarto", la formulazione della domanda è equivoca), le date di ricovero (29 giugno) e di dimissione dall'ospedale (10 luglio)... L'assicurazione sostiene che vi è "incongruenza" tra le informazioni del formulario e quelle del primo certificato medico da me inviato, datato 20 luglio, che è quello alla base della mia rinuncia al viaggio (e ne ho dato correttamente comunicazione -come detto sopra- entro i 5 giorni prescritti dal contratto di assicurazione). È di tutta evidenza che una persona dimessa da un ospedale a seguito di infarto può avere tempi di ripresa più o meno rapidi; sfortunatamente 10 giorni dopo la dimissione le condizioni di salute del paziente hanno portato il medico curante a redigere il certificato di cui sopra, sicché si è materializzata l'inevitabilità della rinuncia al viaggio da parte mia e di mia moglie. La data in cui io e mia moglie abbiamo appreso di non poter partire e di essere costretti ad annullare il viaggio è il 20 luglio. Lo stillicidio di speciose e ridondanti richieste di integrazioni della documentazione gia' inviata diventa intollerabile e davvero incompatibile con le urgenze mediche a cui la situazione ci costringe. Spero vivamente che questa lunga mail esplicativa possa apportare i chiarimenti ancora eventualmente necessari per la piena comprensione dei fatti e mettere un punto alla vicenda. Chiedo di avere al più presto il rimborso dei biglietti aerei come previsto dalla polizza. Francesco Genovesi