Reclamo N° 229466
Elena
17 Marzo 2021
Sino dal 1994 sono cliente della BPM (già Credito Bergamasco).
Il mio merito creditizio era alto/ molto alto fino ad aprile del 2020 a causa della situazione catastrofica dovuta al covid-19 e quindi, gli introiti di miglioni di italiani si sono drasticamente calati.
A marzo del 2016 ebbi un prestito personale di 10.000€ che fu rifinanziato con aumento del capitale a 12.000€ ad ottobre 2016;
A novembre del 2018, con la mia richiesta, il rimanente corpo del prestito di 4.500€ fu riveduto con la riduzione del totale di una rata da 360,00€ a 140,00€/mese per un totale di 36 rate;
Ad aprile del 2020, per colpa di quarantena forzata ho cominciato ad avere delle difficoltà economiche e, di conseguenza, non ho potuto rispettare la scadenza dalla 17a rata di che avevo avvisato la nostra filiale per e-mail, nonché chiedendo subito un appuntamento che, ahimè, mi è stato negato a causa del sovraffollamento e la mancanza del personale disponibile;
il famoso appuntamento, l’ho avuto soltanto a metà giugno durante il quale il vice direttore, Sig. Patroni, finalmente ha accettato la mia richiesta della sospensione temporanea del prestito per un periodo di 6 mesi, compresi quei 2 (aprile/maggio) che erano già scaduti, ma che, però, doveva essere approvata dalla sede centrale di Roma;
Da maggio del 2020, continuavo a ricevere i solleciti di pagamento con un comunicato che “…. I dati relativi all’insolvenza saranno segnalati in una o più banche dati tra le quali i sistemi d’informazione creditizie gestite da soggetti privati e alla Centrale dei rischi gestita dalla Banca d’Italia.”
Nel frattempo, l’approvazione della sospensione temporanea da Roma non arrivava ed io continuavo ad accumulare le rate insolute;
il 12 ottobre' 20, sono riuscita a versare gli € 600,00 in conto alle rate già scadute, ma la famosa approvazione della sospensione non si è ancora vista;
il 22/02/21 sono riuscita a rientrare ancora, pagando € 839,65 sempre in conto alle rate scadute;
l’altro ieri, ho cercato (e non era la prima volta) di fissare l’appuntamento in merito con il direttore della filiale e che mi è stato ancora negato;
Purtroppo, a causa di queste insolvenze, dovute alla forza maggiore generale, sono stata segnalata nelle banche dati come cattiva pagatrice e, quindi, non posso più cambiare i fornitori dei gas e luce, scegliendone uno più convenirne a livello economico.
Da tutto suesposto si evince che l’Italia non è uno Stato di diritto di un singolo cittadino, ma quello dell’abuso di potere delle banche.
L’Art. 41 della Costituzione italiana dice:
“L'iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.”, ma sia la mia sicurezza che la mia dignità sono state violate.
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