Reclamo N° 46165

Marco
25 Marzo 2017
In data 29 settembre 2016 ricevevo la fattura n.1633410387 di €499,85 afferente ad un "presunto" conguaglio tariffario dovuto alla variazione della tipologia d'uso della fornitura (da Domestico Residente a Domestico non Residente), riferita al contratto POD IT001E61781576 legato all'abitazione di mia proprietà in via degli Scaloni, 11 int. 12 a Manziana (Roma). Nella considerazione che dal 2010 ho la residenza in tale abitazione, che non ho mai chiesto il cambio di tale residenza e tantomeno ho richiesto a ENI la variazione della tipologia d'uso della fornitura (tuttora sono residente in via degli Scaloni, 11 int. 12 a Manziana), ho provveduto inizialmente a contattare il servizio clienti ENI per capire quali azioni avrei dovuto porre in essere per procedere al ricalcolo delle somme dovute e dunque all'annullamento di tale fattura, anche nella considerazione che tutte le precedenti (dal 2010) risultavano correttamente pagate. Successivamente, seguendo le indicazioni dell'operatore dopo aver constatato che effettivamente era stato modificato senza un mio consenso il tipo di contratto da Domestico Residente a Domestico non Residente, tramite raccomandata con ricevuta di ritorno del 02 novembre 2016, provvedevo ad inviare una mia richiesta di variazione d'uso della tipologia di fornitura verso un contratto di tipo Domestico Residente ed il contestuale ricalcolo della fattura, dichiarando contestualmente la mia reale residenza ed allegato copia del documento di riconoscimento che attestasse le mie affermazioni. Nella considerazione che la fattura aveva come data di scadenza il 27 gennaio 2017, nel mese di dicembre, non ricevendo alcuna comunicazione da parte di ENI ed avendo ancora attivo il RID, durante un nuovo contatto con il servizio clienti, ricevevo assicurazione sulla presa in carico della mia richiesta senza peraltro ricevere assicurazione in merito alla tempistica di trattazione. L'operatore aggiungeva peraltro che qualora la trattazione avesse avuto tempi lunghi tali da andare oltre la data di scadenza (27 gennaio 20179), non pagare la fattura avrebbe complicato la trattazione della pratica. Conseguentemente il 27 gennaio 2017 è stato contabilizzato sul mio c/c l'addebito di €499,85. La scorsa settimana ho contattato più volte il servizio clienti cercando di spiegare a più operatori il mio problema. Dopo vari tentativi pensavo di esserci riuscito fino a quando lunedì 20 marzo 2017 ricevo un sms con il quale mi si chiedeva di mettermi in contatto con il numero verde 800900700 in quanto, al fine di completare la gestione della mia richiesta, avrei dovuto inviare la documentazione integrativa. Contattato nuovamente il servizio clienti, nonostante risultasse nei loro terminali la mia richiesta di novembre per la risoluzione di tale problema, causato unilateralmente da ENI, mi veniva richiesto di reiterare la stessa integrandola con un certificato di residenza rilasciato dall'ufficio anagrafe. E' evidente che mi sono sentito preso in giro in quanto, proprio al fine di snellire la burocrazia malsana che attanaglia il nostro Paese, la legge prevede che l'autocertificazione assuma lo stesso valore di un certificato rilasciato dai pubblici uffici e mi sembra ridicolo che un cittadino, per ricevere il rimborso di una somma "sottratta unilateralmente da un'azienda", debba fare letteralmente i salti mortali. Dopo aver illustrato il quadro di situazione, aggiungo semplicemente due ulteriori elementi: il primo è che con ENI avevo attivi due ulteriori contratti, uno luce in una seconda casa ed uno gas nella stessa casa di residenza; il secondo elemento è che nel frattempo ho chiuso tutti in contratti e sono passato ad ENEL. A questo punto, prima di fare qualsiasi altra cosa, Vi chiedo un consiglio su quali debbano essere le mie successive azioni per risolvere tale incresciosa situazione. Grazie sin d'ora per i preziosi suggerimenti che saprete fornirmi. Marco Poddi
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