Alice
01 Agosto 2018
La settimana del 23/07/2018 siamo stati contattati in merito ad una utenza LUCE relativa alla mia attività artigianale. Tale utenza è stata attiva dal 01/10/2010 al 01/11/2011.
Chi ci ha contattato è una agenzia di recupero crediti che pretende il saldo di una fattura di 339,79.
Chiesti i riferimenti di tale fattura (che ci hanno girato via mail), abbiamo contattato il servizio clienti ENI.
Da li ci hanno confermato l'emissione di una fattura di conguaglio generata dal computer nel 2014, conguaglio che fa riferimento all'intero periodo di fatturazione.
Ci hanno però anche riferito di una seconda fattura generata il giorno successivo a importo 0 che, secondo l'operatore del call center, compenserebbe il conguaglio che sarebbe probabilmente un errore. Ci ha quindi fornito tramite mail copia delle due fatture e ci ha fornito un contatto PEC con un ufficio di ENI per avere una conferma da presentare al recupero crediti.
Abbiamo contattato ENI tramite PEC spiegando l'accaduto. CI hanno risposto con una lettera inoltrata tramite mail.
La seconda fattura a 0 secondo loro sarebbe un rimborso di 25 euro per via del ritardo.
La prima fattura invece sarebbe un conguaglio LUCE riguardante l'intero periodo del contratto, emesso con ritardo (28/04/2014 anziché 31/10/2011), assegnata poi in data 22/12/2016 ad un recupero crediti.
Noi non siamo MAI stati contattati da ENI in merito a queste fatture.
Le bollette che ci hanno inviato hanno resoconti di consumi pressoché incomprensibili.
Inoltre ci sembra strano un conguaglio riguardante un contratto LUCE, le quali letture avvengono in tempo reale.
Durante tutto ciò, stiamo anche subendo le pressanti insistenze del recupero crediti al quale abbiamo già specificato che stiamo dialogando con ENI per capire se questa fattura sia effettivamente dovuta e soprattutto lecita.
