Reclamo N° 310143

Chiara
11 Ottobre 2023
Buongiorno, Scrivo per segnalare quanto mi è accaduto con l'ormai nota questione della migrazione operata da Intesa San Paolo su Isybank. Il giorno 29 ricevo una notifica sulla app della banca, in cui si parla appunto del suddetto trasferimento, con esplicito riferimento a una comunicazione del 19 luglio contenente la modifica unilaterale del contratto, che però io NON ho mai ricevuto: né sulla app, né via mail (non è presente nemmeno nello spam), né in formato cartaceo. Preciso che è da un po' che non ricevo mail dalla San Paolo, solo notifiche sull'applicazione. Non presto attenzione al messaggio del 29/9, dal momento che non sembra riguardarmi direttamente, ma pare coinvolgere solo i destinatari della notifica del 19/7 a me non pervenuta. A seguito di una serie di notizie apprese a mezzo stampa, decido di recarmi in filiale per accertarmi che il mio conto non sia interessato dalla migrazione: e invece scopro che lo è, e che a loro la notifica del 19 risulta regolarmente inviata. Mostro il cellulare a due impiegati, cercano nella app, non trovano nulla. Ci sono solo tre notifiche: una del 15/6, una del 21/9, e quella del 29/9, nient'altro. Non se lo spiegano. Mi dicono di contattare il numero verde 800303303 e di fare presente la cosa. Al centralino (personale assolutamente inadeguato e impreparato) rispondono che risulta inviata una mail, e dunque che "devo averla ricevuta per forza"; faccio presente che inviata e ricevuta non sono sinonimi e che, se non avevano richiesto nemmeno la conferma di avvenuta ricezione, non potevano sostenere con certezza che mi fosse arrivata e che l'avessi aperta. Del resto, una mail ordinaria non è una PEC, e non è nemmeno un fax, in cui c'è un rapporto di trasmissione che gli conferisce valore legale, e quindi non può essere considerata alla stregua di una raccomandata RR (che sarebbe stata necessaria in questo caso, visto che non si tratta di una semplice variazione contrattuale, ma del trasferimento a un'altra banca, solo online: una banca non può comportarsi con la disinvoltura di un gestore di telefonia mobile). Una mail ordinaria può non arrivare a destinazione anche senza che al mittente giunga un messaggio di errore, e a questo proposito la casistica è varia (basta fare una breve ricerca in Google). Benché tutto ciò mi sembri assurdo, chiedo allora di farmi sapere come posso dimostrare ciò che affermo: c'è forse la possibilità di chiedere a Gmail di fornirmi tutti i movimenti della casella di posta del mese di luglio, per certificare che non ho eliminato la mail in questione, ma che in realtà non mi è mai arrivata? Vogliono forse uno screenshot della pagina degli avvisi della app, così che possano constatare di persona che quello del 19 luglio non c'è? L'operatrice del call center non sa nemmeno cosa rispondere: buio nella mente della mia interlocutrice. Mi risponde che lei non può farci niente e che "è successo anche ad altri", ammettendo implicitamente che il modo di comunicare una variazione così significativa si è rivelato assolutamente inadeguato e insufficiente, visto che tra le altre cose non ha nemmeno raggiunto tutti gli interessati. Aggiunge che posso andare in filiale e aprire un altro conto. Faccio presente che le condizioni sarebbero più svantaggiose di quelle attuali, dal momento che sono correntista ex Ubi (prima Popolare di Bergamo). Scena muta, non sapeva nemmeno di cosa stessi parlando. Fine della chiamata. Vorrei sapere come posso procedere a questo punto, se ci sono delle azioni da porre in essere per bloccare il trasferimento, e mi permetto anche di suggerire due possibili soluzioni. La prima, più semplice e logica, permettermi di mantenere il mio conto corrente, magari facendone richiesta direttamente in filiale. La cosa migliore sarebbe estendere questa possibilità a tutti i correntisti che, per un motivo o per un altro, non hanno espresso in tempo il loro dissenso. Infatti la combinazione silenzio-assenso (con eventuale dissenso da esprimere entro un termine stabilito) + mail ordinaria o notifica su app, per giunta senza conferma di avvenuta ricezione e presa visione, è una formula semplicemente inaccettabile. Se poi per caso non arriva al destinatario, a quest'ultimo sarà assolutamente preclusa la possibilità esercitare il diritto di esprimere il dissenso previsto dalla variazione unilaterale, dunque non si capisce come tale variazione possa essere considerata valida. La seconda, più complicata, consisterebbe nel trasmettermi adesso per iscritto la comunicazione a me mai arrivata, stavolta a mezzo raccomandata RR (così da certificare il fatto che sia stata mandata veramente e soprattutto che io l'abbia effettivamente ricevuta, in modo che ciascuno possa assumersi le proprie responsabilità), auspicabilmente permettendomi di negare il consenso sempre a mezzo raccomandata RR (non semplicemente parlando con un impiegato impreparato del call center, per evitare altri spiacevolissimi disguidi e inconvenienti), oppure recandomi in filiale. Il cittadino deve stare attento alla forma con cui sceglie di comunicare con enti pubblici o privati, e gli scrupoli non bastano mai. A Intesa San Paolo invece tutto è concesso? Anche cambiare banca a un cliente, insieme a conto, iban, contratto, app e tutto il resto, con una notifica che magari nemmeno arriva, ammesso che sia stata inviata, e che però si considera a priori pervenuta e letta, senza che sia possibile dimostrare il contrario? Tutto ciò sarebbe ancor più importante, se si considera che si tratta dello spostamento a una banca senza filiali, in cui il conto si può gestire solo tramite app, nemmeno via web. E, come emerge proprio da questa vicenda, tale gestione non potrà che mostrare una serie di criticità, e rivelarsi senza dubbio disfunzionale.
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