Reclamo N° 106010

Roberto
02 Luglio 2018
Ho la necessità di incassare vari buoni fruttiferi postali che vanno dal 1995 in avanti (ancora in lire). Ho richiesto la Enquiry per ciascuno di essi per conoscerne il valore attuale, ed è molto più basso rispetto a quanto riportato nella tabella stampata sui buoni. Mi viene infatti riconosciuto una serie del buono (e quindi tassi di interesse) diversa da quella del titolo cartaceo, riconoscibile con modifiche fatte a mano, sul buono, con timbri o etichette. Non mi viene dato accesso all'algoritmo di calcolo del valore del buono e dei vari tassi. Non esiste un contratto che non sia una tabella riassuntiva. Credo che stiano violando le vigenti norme sulla trasparenza. I vari consulenti di Poste Italiane coi quali ho parlato mi hanno consigliato informalmente di rivolgermi a voi, in quanto esiste la sentenza 6430/2016 emessa dalla quarta sezione civile del tribunale di Catania che stabilisce che i buoni devono essere liquidati secondo la tabella riportata sul retro del titolo cartaceo, riconoscendo la serie originaria con i suoi interessi, e non quella modificata dall'ufficio postale di emissione. Vorrei quindi sapere come procedere, se è il caso, per chiedere il rimborso congruo di quanto riportato sui titoli cartacei. Riepilogo dettagliatamente la mia situazione: 23/12/1995, Buono ordinario Serie Q, taglio 100000 Lire: declassato con biro e timbro a Serie R ordinaria, non è riportato l'interesse semplice dal 20esimo anno 23/12/1995, Buono ordinario Serie Q, taglio 100000 Lire: declassato con biro e timbro a Serie R ordinaria, non è riportato l'interesse semplice dal 20esimo anno 11/01/1997, Buono ordinario Serie Q, taglio 100000 Lire: declassato con biro e timbro a Serie S ordinaria, (invece di 330€ lordi vogliono liquidarmi 120€ lordi) 22/12/1997, Buono ordinario Serie Q, taglio 100000 Lire: declassato con etichetta a Serie T ordinaria, (invece di 330€ lordi vogliono liquidarmi 180€ lordi) 30/12/1998, Buono ordinario Serie Q, taglio 100000 Lire: declassato con etichetta a Serie V ordinaria, (invece di 330€ lordi vogliono liquidarmi 120€ lordi) 04/01/2000, Buono ordinario Serie Q, taglio 100000 Lire: declassato con etichetta a Serie X ordinaria, (invece di 330€ lordi vogliono liquidarmi 120€ lordi) 10/02/2001, Buono ordinario Serie Q, taglio 100000 Lire: non modificato in nessun modo, viene riconosciuto dagli operatori come Seria A1, (invece di 330€ lordi vogliono liquidarmi 120€ lordi) Le mie domande sono le seguenti: E' lecito che Poste Italiane paghi degli interessi diversi da quelli stampati in originale sul titolo, declassandone la Serie ad una con rendimento inferiore, riconoscendo come valide modifiche parziali fatte in quel determinato ufficio utilizzando penna, etichette o timbri (in un caso nemmeno lo hanno fatto)? E' lecito che poste italiane non abbia contratti e/o documentazione dell'investimento che non siano il Titolo cartaceo stesso ed una tabella che associa il tasso di rendita all'anno di sottoscrizione del buono? Non esistendo documentazione ed essendo quello che loro definiscono "algoritmo" inaccessibile, vengono rispettate le norme sulla trasparenza negli investimenti? La sentenza da me citata ( 6430/2016 emessa dalla quarta sezione civile del tribunale di Catania che stabilisce che i buoni devono essere liquidati secondo la tabella riportata sul retro del titolo cartaceo, riconoscendo la serie originaria con i suoi interessi, e non quella modificata dall'ufficio postale di emissione) non può applicarsi al mio caso?
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