Reclamo N° 309189

Lorenzo
03 Ottobre 2023
In data 18/09/2023 intorno alle ore 19, tramite il mio cellulare, entravo sull’applicazione “Vinted” (sito di vendita e acquisto di oggettistica e capi di abbigliamento), per vendere dei miei capi di abbigliamento. Mentre ero collegata all’applicazione mi arrivava un messaggio interno all’applicazione da parte dell’utente lavander378 il quale mi scriveva di essere interessata al prodotto da me messo in vendita e che per procedere al pagamento del prodotto, il sito “Vinted” chiedeva a lei l’e-mail del venditore per completare correttamente l’acquisto. Allora io gli fornivo il mio indirizzo di e-mail: [omesso]. A quel punto l’user lavander378 mi inviava screenshot dell’avvenuto pagamento riuscito. Successivamente mi arrivava una mail nella mia casella postale [omesso], dove la provenienza mi traeva in inganno, poiché si presentava come il sito “Vinted” che mi avvisava di aver ricevuto il pagamento della merce da me messa in vendita e che per proseguire dovevo inserire i dati della mia carta postepay per farmi accreditare l’importo. Nel form di richiesta dei dati della carta era presente un messaggio che indicava che avrebbero addebitato sulla carta un importo non ben specificato a scopo di verifica, e che dopo alcuni minuti sarebbe stato riaccreditato. A quel punto io, tratta in inganno dalla bontà del sistema di verifica usato anche da altri venditore o banche (es. paypal), inserivo tutti i dati della mia carta postepay sopra menzionata e dopo aver fatto ciò, autorizzavo, tratta in inganno, il pagamento di euro 103,39. Dopo l’autorizzazione, realizzavo che dopo il pagamento non succedeva niente e non ricevevo più alcuna mail di conferma o di esito. Pensando che fosse questione di tempo, attendevo circa 30 minuti. Dopo i minuti trascorsi, controllavo il mio internet banking e constatavo la presenza di un addebito della suddetta somma, nello specifico notavo che la transazione era stata fatta alle ore 19:32 in favore del sito online WWW.G2G.COM SINGAPORE. Da questa transazione mi accorgevo di essere vittima di truffa da parte dell’user lavander378 il quale autore mi traeva in inganno, facendomi autorizzare un suo pagamento al sito WWW.G2G.COM e non un pagamento di verifica per sbloccare l’accredito della vendita su Vinted. Alle ore 20:38 del giorno 18/09/2023, procedevo al blocco definitivo della carta postepay della mia compagna, tramite il supporto telefonico di poste italiane. Per motivi organizzativi, sporgevamo denuncia alle autorità solamente giovedì 28/09/2023 presso la caserma dei carabinieri di San Piero a Ponti (Firenze). L’ufficiale di polizia giudiziaria riceveva denuncia orale da [omesso]e verbalizzava quanto accaduto e detto fino ad ora. L’obiettivo della denuncia era quello ufficializzare l’accaduto e di ottenere un rimborso o una protezione da parte di poste italiane, per cui abbiamo sporto denuncia ma non abbiamo presentato querela. Dopo uno dei tanti contatti telefonici con il call center di poste italiane, mi veniva consigliato di recarmi in un ufficio postale e compilare il modulo di disconoscimento di operazione. Il giorno 30/09/2023 intorno alle ore 12 mi recavo presso l’ufficio postale di Quiesa (frazione del comune di Massarosa (provincia di Lucca) per compilare il suddetto modulo, munita di verbale di denuncia ed estratto conto bancario con evidenziata la transazione oggetto di contestazione. Durante la compilazione del modulo, iniziavo a nutrire dubbi sullo stesso, in quanto sotto indicazione dell’operatore di sportello compilavo la sezione “pagamenti non autorizzati”, nonostante il pagamento fosse autorizzato, ma a scopo di verifica e non di acquisto su WWW.G2G.COM. Dopo aver presentato i dubbi all’operatore, compilo comunque il modulo. L’operatore allega anche una copia della mia denuncia e della lista dei movimenti. Dopo aver firmato il tutto, l’operatore di sportello inviava il modulo ad un centro di poste italiane via fax. Al termine dell’invio l’operatore mi consegnava una copia del modulo inviato, ma quest’ultimo vidimato da una loro stampante. Dopo aver nutrito alcuni dubbi sull’efficacia del processo di poste e sul futuro esito, alle ore 04 del 01/10/2023 mi mettevo in contatto con il sito WWW.G2G.COM, esercente della transazione anomala. Facevo presente l’accaduto al supporto, allegando copia della denuncia. Alle ore 04:38 del medesimo giorno, ricevevo risposta dove mi veniva richiesto il numero dell’ordine per poter procedere a verifiche interne. Alle ore 09:36 del giorno 01/10/2023 replicavo dicendo che l’unica cosa che conoscevo era ciò che ricavavo dall’estratto conto, ovvero la descrizione “PAGAMENTO ONLINE 18/09/2023 19:32 WWW.G2G.COM SINGAPORE SG N. 676049”, l’importo € 103.39 e la data. Comunicavo di non essere in possesso di altri dati, in quanto il truffatore aveva processato l’ordine con i dati bancari della truffata. Inviavo nuovamente il verbale di denuncia. Alle ore 10:56 del medesimo giorno, mi chiedevano uno screenshot della ricevuta di pagamento. Alle ore 11:48 del medesimo giorno, replicavo inviando l’estratto conto bancario, con la transazione evidenziata. Alle ore 13:58 del medesimo giorno, mi veniva chiesto nuovamente uno screenshot della ricevuta di pagamento per provare che la transazione era completata con successo. Alle ore 14:07 del medesimo giorno, replicavo dicendo che il successo della transazione era constatabile in quanto presente da data di contabile. Comunicavo inoltre che la banca non era in grado di fornire una ricevuta di pagamento (in quanto onere del venditore e non dell’istituto bancario). Chiedevo se fosse possibile svolgere controlli interni al loro istituto. Allegavo ancora una volta il verbale di denuncia, ricordando l’ufficialità del documento stesso. Alle ore 15:48 del medesimo giorno, mi veniva richiesta una ricevuta di pagamento completa o un ID transazione. Nei giorni successivi contattavo più volte poste italiane per avere una ricevuta o un ID transazione, il quale non poteva essere rilasciato in quanto non presente data la natura del pagamento. (ID transazione viene rilasciato solo se il pagamento avviene tramite bonifico bancario, ma nel mio caso era un pagamento online). Alle ore 08:58 del 03/10/2023 rispondevo al supporto comunicando di aver parlato con la banca e notificavo di quanto emerso. Ribadivo la natura della truffa e di non essere in possesso di una ricevuta, in quanto probabilmente in possesso del truffatore. Comunicavo il codice 676049 ovvero un identificativo fornitomi da poste (ma visibile anche in estratto conto) come un codice univoco in grado di rintracciare la transazione. Alle ore 11:14 del medesimo giorno venivo contattato per notificare di essere stato trasferito ad un altro dipartimento, di attendere risposta. Alle ore 11:29 del medesimo giorno venivo notificato del fatto che l’ordine era completato e il prodotto era stato consegnato dal venditore. Non era possibile avere un rimborso. Mi invitavano a contattare il mio istituto bancario. Alle ore 11:36 del medesimo giorno chiedevo se fosse possibile avere almeno una ricevuta dell’ordine, da presentare al mio istituto bancario o alle autorità. Alle ore 11:42 del medesimo giorno mi veniva detto che non era possibile rilasciarlo per motivi di privacy. Alle ore 11:47 del medesimo giorno chiedevo allora una prova qualsiasi dell’avvenuta consegna del bene o ancora una ricevuta. Alle ore 12:00 ricevevo una mail vuota, e il supporto si accingeva a chiudere il ticket come “risolto”. Rimanevo dunque senza una risposta o assistenza. Alle ore 00:24 del 03/10/2023 ricevevo una PEC da poste italiane circa la mia richiesta di rimborso. Qui veniva allegata una comunicazione in cui emergeva che non era possibile procedere in quanto la transazione era stata da me autorizzata Mi mettevo allora in contatto con il call center di poste per capire come muovermi. Mi veniva risposto che poste italiane aveva così deciso in merito alla mia richiesta e che dovevo muovermi in autonomia come ritenevo opportuno. Chiedevo all’operatore consigli sentendomi abbandonato da poste e non coperto o adeguatamente assistito. L’operatore replicava alla mia richiesta di aiuto dicendo: “Da libero cittadino, può procedere come più ritiene opportuno”. Chiedevo all’operatore delucidazioni in quanto sconfortato da questa risposta. Ricordavo all’operatore sì di aver autorizzato il pagamento ma consapevole che fosse solamente una verifica. Mi veniva risposto in modo molto maleducato e presuntuoso che era un problema mio e poste non poteva verificare cosa facevo io con la carta. Al punto mi veniva indicato che non potevano fare niente e che dovevo “rifarmi” con il venditore. Rimanevamo così senza una soluzione né una copertura. Truffati, senza un rimborso e senza nemmeno il prodotto oggetto della transazione reale.
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