Reclamo N° 80263

Gian luigi
11 Gennaio 2018
#assegnonontrasferibile ovvero come sono incappato in una sanzione di 6 mila euro per aver pagato il funerale di mio nonno con un vecchio libretto degli assegni. #helpconsumatori L’antefatto…. Qualche mese fa viene a mancare mio nonno, ma non sto a dilungarmi sullo stress che una simile circostanza luttuosa genera né sull’impatto emotivo che ne consegue tra adempimenti burocratici e necessità di adeguamenti familiari. Nonna, un’arzilla ultranovantenne, avrebbe voluto saldare in contante, come si faceva ai suoi tempi. Immaginatela che ritira la pensione, esce dalle poste e si avvia verso l’agenzia funebre rischiando uno scippo, uno smarrimento o cos’altro. Rassicuro nonna che mi occuperò personalmente del pagamento e il 10 agosto, vado alla sede di Senigallia delle Onoranze Funebri Parroni e saldo con un assegno pari a 4.000 euro. L’assegno viene regolarmente incassato dal titolare delle pompe funebri l’11 agosto presso il proprio istituto di credito BCC di Ostra Vetere (AN). Il 15 dicembre ricevo una comunicazione dal Ministero Economia e Finanze - Nucleo Antiriciclaggio che mi contesta un illecito applicandomi una sanzione che va da euro 3.000 a 50.000 con proposta di esercitare l’oblazione per euro 6.000 (SEIMILA!!!) entro 60 giorni perché l’assegno a saldo del funerale di nonno manca della dicitura ‘non trasferibile’. Torniamo al 10 agosto, quando staccai l’assegno senza scrivere ‘ NON TRASFERIBILE’. Una dimenticanza, un omissis, avvenuto in perfetta buona fede, tant’è che il titolo di credito è stato prontamente incassato dal beneficiario anch’esso ignaro della mancanza, ed oggi sanzionato al mio pari. Il Ministero intima 6.000 euro a me e altrettanti 6.000 euro all’Agenzia Funebre, totale 12.000 euro per un servizio di soli 4.000 (il 300% del valore!!). Il libretto assegni con cui ho pagato il funerale risale al 2003 (14 anni fa!), ed è evidente che non rappresenta per me un abituale mezzo di pagamento, tant’è che, la matrice precedente riporta un assegno emesso nel 2006 (11 anni fa!). Il libretto, diversamente da quelli di recente emissione, non riporta stampata l’indicazione ‘non traferibile’. Il mio Istituto di Credito Banca Intesa (ex Cassa di Risparmio di Foligno ex Casse di Risparmio dell’Umbria) non ha mai provveduto né a richiamare il presente libretto, né ad informarmi sul corretto utilizzo dello stesso. Ma francamente la cosa a questo punto non mi sorprende visto che la segnalazione al Nucleo Antiriciclaggio l’ha fatta proprio la ‘mia’ banca!!! Una banca che con solerzia applica variazione dei tassi, imposte e commissioni a tutela del proprio interesse, ma che dimentica che il suo cliente sono (sarei) io!! Per un momento ho ritenuto che si trattasse di un terribile equivoco, facilmente risolvibile perché il pericolo di riciclaggio non è stato nemmeno sfiorato visto e considerato che ho emesso un assegno all’ordine delle Onoranze Funebri Parroni a saldo della relativa fattura e l’assegno è stato immediatamente portato all’incasso. Se la ratio legislativa è volta alla prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio dei proventi delle attività criminose e finanziamento del terrorismo, sono stato e continuo ad essere del tutto estraneo a queste attività. L’assegno non è mai stato girato, sicché la violazione contestata è meramente formale e non sostanziale, perdipiù sproporzionata e non commisurata alla gravità del reato che mi si contesta. Posso considerarmi a tutti gli effetti vittima di una norma incostituzionale. Ho cercato di aiutare mia nonna 90enne distrutta dalla perdita del marito, persona con cui ha vissuto più di 70 anni della sua vita, ed entro nel vortice dell’illegalità. Mi sono rivolto ad un amico avvocato, ad un altro ancora, ad un commercialista e da tutti la risposta è stata: brutta storia è un’ingiustizia ma difficilmente dimostrabile. Mi sono recato di persona a Bologna presso la sede del Nucleo Antiriciclaggio. La dott.ssa Gatti, responsabile dell’ufficio, mi ha detto un po’ di cose che non fanno che aumentare il mio senso di disagio nel sentirmi vittima di una ingiustizia subita dallo Stato, avvallata dalla spersonalizzazione degli Istituti bancari. In sintesi i punti chiariti dalla dott.ssa Gatti: - se decidessi di non esercitare l’oblazione entro 60 giorni dalla notifica della sanzione, mi verrà notificato il decreto con la relativa sanzione per euro 9.000 (NOVEMILA) - potrei provare a chiedere, dando prova di redditi bassi, la riduzione di 1/3 e quindi tornerei ad euro 6.000 (SEIMILA) magari spuntando una rateizzazione in massimo 33 rate - la norma è entrata in vigore il 4 luglio 2017. Prima di questa data, la sanzione era commisurata al 2% dell’importo del titolo (2% di 4.000 € = 80 €). Oggi la sanzione è pari al 150% (150% di 4.000 € = 6.000 €). La norma non rispettando il principio della proporzionalità tra l’illecito commesso e la relativa sanzione applicata è INCOSTITUZIONALE, ma chi può dimostrarlo? Il Nucleo Antiriciclaggio di Bologna pare che abbia iniziato la propria attività solo dopo due mesi dall’entrata in vigore della nuova norma, proprio perché scettico verso una sanzione palesemente non parametrata. Da settembre 2017 il Nucleo Bolognese, competente per Emilia Romagna Marche e Toscana, ha inviato più di 12.000 comunicazioni, mi chiedo quanti di questi destinatari sono criminali e quanti ignari cittadini come me?
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