Reclamo N° 263481

Massimo
22 Marzo 2022
Buongiorno. E' uscito sul quotidiano Domani (ripreso sul sito citiwire) che Borsa Italiana potrebbe chiudere il segmento ATFund dove sono quotati i fondi comuni di investimento. Questo creerebbe grave pregiudizio ai risparmiatori italiani. Bisogna sapere che: 1) Attraverso ATFund si disintermediano le banche, ossia si può comprare un fondo comune UCITS (quelli che maggiormente tutelano il risparmiatore) senza dover versare nulla alla banca o alla rete di promotori 2) le commissioni aggiuntive che banche o reti di promotori si prendono è estremamente oneroso e in 20 anni di investimento può arrivare serenamente a oltre 1/3 del patrimonio investito dal cliente 3) Queste commissioni vengono pagate anche se il cliente si sceglie il fondo da solo e se lo segue da solo. Se con un titolo o un ETF si paga solo una commissione una tantum di negoziazione, con i fondi in Italia, se non si passa da ATFund, si paga per forza questa gabella alta e spesso a fronte di alcun servizio reso. Inoltre è abbastanza frequente che tale costo non sia compreso dal risparmiatore che lo vede ricompreso nelle performance 4) Apparentemente questa gabella si paga per la consulenza della banca o del promotore, ma come detto sopra, se in una banca si sceglie l'appropriatezza e non la consulenza questa gabella si deve pagare lo stesso. 5) In tutti i paesi civilizzati i fondi quotati sono molto usati. In Italia furono lanciati nel 2018 in pompa magna da Borsa Italiana, allora controllata dagli inglesi dell'LSE. Tuttavia la Consob non obbligò mai le banche a permettere ai clienti di operarvi e queste, a parte qualche rarissima eccezione, come le banche di credito cooperativo, non hanno mai aperto il canale per tagliare fuori ATFund, un competitore potenzialmente molto pericoloso. Come sappiamo una commissione di negoziazione una tantum, che sarebbe pagata alla banca per acquistare un fondo quotato, è molto piu' modesta di una commissione di gestione alta e ricorrente incassata dalla banca per il collocamento da parte loro di un fondo. Inoltre molte reti di distribuzioni chiarirono alle società di gestione che se avessero quotato i loro fondi questi non li avrebbero distribuiti. Questo ha portato al segmento a non crescere molto (500 mln di euro in gestione). Se la Consob obbligasse le banche ad aprire ai propri clienti l'operatività su ATFund i canali sarebbe almeno 30 volte piu' grande. 6) Il nuovo acquirente di BorsaItaliana, Euronext, e' stato autorizzato all'acquisto da Consob sulla base della continuità. Infatti nell'autunno scorso confermava il commitment a ATFund. Oggi cambia idea e vuole chiuderlo. Quindi fornisce informazioni diverse da quelle fornite al momento della richiesta di autorizzazione all'acquisto... 7) Vuole chiuderlo sembra per ragioni di costi nonostante la società registri utili netti per circa 350 mln di euro all'anno e conti di realizzare 60 mln di sinergie con l'acquisto di Borsa Italiana 8) Se si agisce nell'ambito di una licenza bisogna assicurare il servizio, la concorrenza e i diritti del consumatore. Telecom Italia o Enel non possono smettere di erogare il servizio nelle aree dove non è profittevole.. 9) A causa della poca diffusione dei fondi quotati i costi dei fondi per i risparmiatori italiani è il piu' alto al mondo insieme a quello di Taiwan. Ora se chiudono questo segmento non solo rimarrà tale ma salirà ancora. 10) I fondi quotati italiani su ATFund sono gestiti oggi per lo piu' da piccole e medie società di gestione domestiche (che spesso vengono escluse dai grandi canali di distribuzione che offrono i propri fondi e quelli delle grandi case internazionali, limitando la concorrenza). Esattamente come capita in Olanda o in Francia. Questo segmento aiuta lo sviluppo del settore del risparmio gestito italiano. 11) Uno degli obiettivi della Consob è aumentare la competizione dei prodotti finanziari, aumentandone l'offerta e riducendone il costo. Chiudendo l'ATFund l'Italia viene a perdere l'unica speranza che i costi scendono e che si produca reale innovazione in un settore estremamente statico. 12) Infine non possiamo non notare che Euronext e' partecipata da Intesa (che e' in chiaro conflitto di interessi visto l'interesse del sistema bancario italiano a chiudere ATFund) e da CDP che, gestendo i soldi dei risparmi postali degli italiani, dovrebbe fare gli interesse dei risparmiatori e indirizzare Euronext in tale senso. Per concludere crediamo che nell'interesse dei risparmiatori e dello sviluppo e la competizione del risparmio gestito italiano la Consob, la politica e la magistratura dovrebbero bloccare questo intento sbagliato. Troviamo vergognoso che il management di Borsa Italiana e Euronext stiano anche solo pensando a questa ipotesi. Vuol dire che la governance di queste istituzioni va ripensata. Inoltre questa istituzione dovrebbe aiutare a sviluppare questo segmento sponsorizzandolo. E la Consob dovrebbe permettere ai risparmiatori di poter accedere a questo canale se lo richiedono, come avviene negli altri paesi e per le azioni quotate o gli ETF. obbligando le banche a fornire questa opzione. Ci si domanda veramente perché il CDA della Consob, nominato dal presidente della repubblica su proposta della presidenza del consiglio, non l'abbia ancora fatto. In Italia i soggetti che ricoprono alcune cariche pubbliche prestigiose e di grande responsabilità devono imparare a rispondere delle loro azioni altrimenti gli interessi delle lobby prevarranno sempre sul pubblico indistinto. La democrazia deve funzionare perché questo paese possa avere un futuro.
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