Reclamo N° 48633

Buongiorno, espongo brevemente il mio quesito: Premetto di non aver mai aderito ad alcun fondo pensione ed aver quindi a suo tempo optato per lasciare il TFR in azienda (azienda con più d 50 dipendenti). In seguito al fallimento della azienda presso cui lavoravo, In data 17/10/2013 ho conferito alla CGIL/Fiom mandato per essere rappresentato nella procedura Concorsuale nei confronti dell'azienda. Contestualmente mi sono impegnato a versare alla suddetta organizzazione il 3% dell'importo netto complessivo recuperato dalla procedura. In data 2/4/2014, la FIOM mi comunicava l'ammissione da parte del curatore allo stato passivo per quanto di mia spettanza relativamente alle mensilità non percepite, con esclusione del TFR versato al fondo Tesoreria in quanto a pagamento diretto da parte dell'INPS Dalla procedura ho recuperato una cifra netta sulla quale ho versato alla Fiom, in data 9/1/2015, il 3% pattuito. Successivamente, in data 20/03/2014, la Fiom mi ha chiesto di firmare un modulo da loro predisposto definito ‘Conforme al Mod. FTES/02 - COD.MV32’ nel quale indicavo le modalità di erogazione del TFR da parte del fondo di Tesoreria INPS. Su questo modulo (dal quale era stata omessa la parte relativa al mandato di assistenza e rappresentanza gratuita da parte di un patronato, contenuta nel modulo originale INPS), non compariva alcun riferimento ad eventuali percentuali del TFR da versare alla FIOM. Ora la FIOM (a distanza di 2 anni) mi chiede di versare il 3% del TFR pagatomi direttamente dal fondo Tesoreria INPS attivato dal curatore fallimentare in seguito al mio licenziamento causa fallimento dell'azienda. E' lecita questa richiesta? Il TFR non è parte della procedura ma bensì è configurabile come una gestione di natura previdenziale al di fuori della vertenza instaurata. Io non ho mai firmato alcun impegno relativo al fondo tesoreria TFR. In attesa di un Vostro riscontro porgo i miei più Cordiali Saluti