Reclamo N° 66490
Vittorio
09 Ottobre 2017
Buongiorno,
in dicembre 2016 abbiamo sottoscritto un contratto con un istituto di vigilanza privata (IVRI) per la nostra abitazione. Il commerciale di riferimento si è recato direttamente presso la nostra abitazione per la sottoscrizione del contratto, che era in continuità con quello del precedente proprietario, che usufruiva dei medesimi servizi presso il medesimo istituto di vigilanza.
Non sono riuscito a reperire copia del contratto, non escluderei che questa dovesse esserci inviata a mezzo posta, ma che non ci sia mai pervenuta.
Ad inizio anno abbiamo avuto dei tentativi di effrazione a livello della recinzione del giardino e della porta di ingresso. Alcune volte è suonato l'allarme dell'abitazione. Abbiamo riscontrato in queste occasioni che il contatto telefonico da parte della centrale operativa non avveniva mai prima di 20 minuti dall'attivazione dell'allarme e che la successiva telefonata di conferma dell'integrità esterna dell'abitazione avveniva dopo ulteriori trenta minuti. Un tempo che complessivamente sarebbe stato più che sufficiente a consentire a malintenzionati di portare a termine i propri intenti. Inoltre per consentire verifiche più accurate, avevamo fornito copia delle chiavi dell'appartamento all'istituto di vigilanza. Tuttavia, in ogni occasione di perlustrazione dell'immobile questa si limitava ad una mera ispezione esterna, in quanto, riferivano, l'addetto all'utilizzo delle chiavi non poteva accedervi prima delle 22. Converrete con la completa inutilità del servizio offerto, a fronte di più di 80 euro mensili versati.
Per tale motivo il 31/07/17 abbiamo effettuato formale richiesta di disdetta a mezzo PEC del contratto di vigilanza, fino a qualche giorno fa nessuna risposta, nonostante numerosi solleciti a mezzo telefonico. Solo una telefonata di inizio settembre, in cui venivo contattato dal commerciale che ci aveva attivato il contratto e che mi chiedeva le motivazioni per la richiesta di interruzione dello stesso. Ho denunciato a lui quanto riferito poche righe sopra e lui ha provveduto a definire la nostra richiesta come "causata da disservizio".
A fronte di ulteriori insistenze telefoniche da parte nostra e stante il pagamento indesiderato delle fatture relative ai mesi di agosto e settembre, in data 05/10/17, ci è giunta questa mail a mezzo PEC:
"Gentile cliente, facendo seguito a sua del 31/07/2017, e a successivi contatti con ns commerciale sig. **********, con la presente le confermiamo, come da Sua volontà, la risoluzione del contratto stipulato con il nostro Istituto di Vigilanza a far data dal 31 luglio 2017 ed in conseguenza di ciò provvediamo ad emettere note credito per il periodo successivo. Sul punto confermiamo, altresì, che non sussistendo i presupposti per la risoluzione anticipata del contratto da parte Sua per l'erogazione dei servizi, sarà emessa la fattura di penale pari a 842,00 € (di cui € 2,00 bollo di legge) così come quantificata nel rispetto delle condizioni generali facenti parte della commissione di servizio da Lei sottoscritta ed a naturale scadenza per il 14 dicembre 2019. In merito al ritiro delle apparecchiature, rendiamo noto che per le apparecchiature di sicurezza di nostra proprietà installate presso i Suoi locali, provvederemo ad inviare un nostro tecnico di fiducia, appartenente alla società di impiantistica facente parte del nostro gruppo. Rimanendo i nostri uffici a disposizione, porgiamo cordiali saluti"
La mia domanda è innanzitutto generica. Non si tratta di clausola vessatoria, quella che prevede una penale di tale cifra? Avessi letto una tale condizione contrattuale, non l'avrei firmato, ma ovviamente il commerciale si è ben guardato dall'evidenziarla. Inoltre non posso neanche verificare la liceità della richiesta, non avendo con me copia del contratto. Inoltre è giusto che si applichino penali a contratti che una delle parti chiede di cessare per disservizio da parte dell'altra?
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