Reclamo N° 260719

Per dovuta segnalazione espongo la mia incredibile e negativa esperienza con il negozio PANDORA del centro commerciale Tuscia di Viterbo. La mattina dello scorso 23 dicembre 2021 mi sono recato presso il citato negozio per acquistare due regali per Natale, uno Charm pendente Stella marina e uno Charm pendente globo girevole consegnatemi in due distinte confezioni. La dinamica di ciò che accadde negli istanti dell’acquisto vede il sottoscritto che, una volta scelti e indicati gli articoli alla commessa Viviana C. come risultante dallo scontrino, viene invitato dalla stessa a recarsi direttamente alla cassa e attendere di essere chiamato per il pagamento e la consegna; ciò mi ha impedito di assistere al confezionamento degli oggetti. In quel momento nel locale, oltre a me medesimo, erano presenti altri clienti: due in fila alla cassa in attesa di pagare i rispettivi acquisti e due in fase di scelta degli oggetti. Il 24 sera al momento dello scarto dei regali, la confezione contenente il globo girevole risultava vuota. Agli iniziali momenti di ilarità in quanto i presenti pensavano tutti a un mio classico scherzo, si è passati allo sconcerto e alla delusione del parente destinatario del regalo. Superfluo aggiungere che, nonostante da subito apparisse evidente l’improbabilità che l’oggetto fosse accidentalmente caduto e divenuto introvabile dal momento dell’apertura della confezione, o che potesse essere accidentalmente trafilato dalla confezione durante il trasporto a casa, la giornata di Natale è stata in buona parte spesa per cercare quel ciondolo ovunque potesse essere. La ricerca è risultata vana. Al personale del negozio, interpellato una prima volta la mattina di lunedì 27 alla riapertura post natalizia, è stato da subito suggerito di ricorrere alla visualizzazione delle immagini registrate il 23 dicembre dalle ore 09,00 dalle telecamenre a circuito chiuso presenti all’interno del negozio con inquadratura diretta nel bancone di vetrina e di vendita centrale; il personale replicava di “aspettare qualche giorno e di non preoccuparsi perché Pandora viene incontro al cliente come succede in questi casi”. Trascorsi tre giorni, la mattina del 30 ho di nuovo interpellato il negozio per chiedere informazioni in merito alle decisioni di Pandora, contestualmente reiterando l’invito di acquisire le immagini registrate; a questo sollecito il personale Pandora replicava di attendere con fiducia la collaborazione dell’azienda. Invece il pomeriggio dello stesso giorno, con una telefonata venivo messo a conoscenza che Pandora non intendeva predisporre alcuna azione in quanto non reputava rilevanti gli elementi della ricostruzione dei fatti riportati dal sottoscritto che potessero giustificare la responsabilità di ripetizione dell’oggetto. Alle mie insistenze sulla visione delle immagini delle telecamere interne, mi veniva stavolta risposto che tale soluzione risultava impraticabile per questioni di privacy, essendo possibile solo ai Carabinieri la visione di quelle immagini (detta asserzione non trova riscontro in recente giurisprudenza Cass.3255/21). Il giorno successivo 31 dicembre mi sono allora recato presso la Procura di Viterbo per sporgere formale denuncia nella quale richiedevo l’acquisizione delle immagini registrate in quanto unico strumento rimasto per chiarire definitivamente cosa fosse accaduto. Dagli atti richiesti il 7 febbraio scorso a mente dell’art.335 del c.p.p., risulta che la Procura di Viterbo già lo stesso 31 dicembre aveva celermente richiesto a Pandora l’acquisizione delle immagini di videosorveglianza; a tale istanza veniva replicato al brigadiere verbalizzante che il materiale video sarebbe stato prodotto nel più breve tempo possibile. In un secondo verbale di acquisizione datato 07 gennaio 2022 però, la signora Chiara Angelica Borasi, store manager presso Pandora Concept Store Tuscia Viterbo dichiarava che le immagini della videosorveglianza del giorno 23/12/2021 dalle ore 09:00 alle ore 10:00 non sono da noi reperibili poiché dopo 48 ore dalla registrazione vengono cancellate. La denuncia è stata quindi archiviata in quanto, guardacaso, non sono emersi elementi utili volti alla identificazione dei responsabii o per ulteriore prosecuzione delle indagini preliminari. Sottolineo che non è mia intenzione né quella degli altri componenti della mia famiglia avere più a che fare con quel negozio, neanche tramite intermediazione conciliativa perché non c’è più nulla da conciliare, ma solo da segnalare perché eventuali interessati prendano atto. Mi sento però in dovere di mettere in risalto l’accaduto a favore di clienti che dovessero trovarsi in condizioni disdicevoli come quella in cui mi sono trovato io (il ricordo dell’espressione delusa di mia figlia quando non ha trovato il ciondolo ancora mi provoca fastidio e rabbia). Alle Associazioni dei consumatori che vengono notificate perché possano trarre spunto per proposte legislative ed eventuali statistiche, aggiungo che: - come noto NON è previsto alcun obbligo da parte degli esercizi commerciali di osservanza di uno specifico tempo massimo per la conservazione delle immagini registrate da videocamere interne (https://www.garanteprivacy.it/faq/videosorveglianza); - per quanto sopra il personale del negozio Pandora sito nel centro commerciale Tuscia in Viterbo, in modo per nulla trasparente e tramite il ricorso ad ambigue promesse di collaborazione e tranquillizzazioni, ha lasciato trascorrere giorni decisivi utili ai fini dell’acquisizione delle immagini più volte richieste; - al momento il negozio Pandora sito presso il centro commerciale Tuscia in Viterbo non è in grado di dimostrare, neanche tramite immagini delle proprie telecamere interne, che un ciondolo da me pagato il 23 dicembre 2021 alle ore 09:17 sia uscito dal negozio nelle tasche di una persona che non fossi io. Per doverosa informazione. Evaldo Cipolloni. Viterbo