Reclamo N° 57239
Guglielmo
02 Agosto 2017
Sono da anni un vostro iscritto.
Nel maggio 2015 mia moglie era appena salita su un autobus dell'ATAC dotato di biglietteria automatica, coi soldi contati in mano per comperare un biglietto (1,50 euro). Aveva già inserito 1 euro quando uno scossone le fece cadere la moneta da 50 cent. Mentre la cercava si presentò una giovane donna qualificandosi come controllore ATAC. A nulla valsero le proteste di mia moglie (d'altra parte sarebbe bastato inserire 50 cent nella macchinetta per appurare se avesse o no ragione): le fece una multa e la buttò letteralmente giù dal bus apostrofandola come "morta di fame", SENZA CONSEGNARLE IL VERBALE. Il giorno dopo telefonammo all'ATAC e ci dissero che ci avrebbero mandato il verbale per posta. Invece, a distanza di due anni, ci è arrivata una lettera che, contestandoci il mancato tempestivo pagamento della multa "come indicato nel verbale" mai consegnato, ingiunge perentoriamente il pagamento di euro 116,50 entro 30 giorni dal ricevimento della raccomandata, asserendo inoltre che sono scaduti i termini per uno scritto difensivo, da consegnare entro 30 gg dalla data del verbale, come indicato sul verbale stesso (mai consegnato).
A questo punto vorrei sapere se potete indicarci come procedere. Non sono tanto i 116 euro ad urtarmi, ma il modo di procedere dell'ATAC che reputo come minomo confusinario (per non dire truffaldino: nulla vieta di supporre che non conegnino i verbali a bella posta per poter incassare oltre il doppio della multa).
Cordiali saluti.
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