Gianfranco
16 Ottobre 2017
Abito in una zona interessata dal 'digital divide' e una decina d'anni or sono, non essendovi alternative, dovetti accettare di stipulare con Telecom un contratto Alice 7 mega pur sapendo che avrei ricevuto circa un decimo della banda per cui pagavo.
Qualche giorno fa controllai sul sito TIM la copertura della rete e trovai che la mia abitazione è raggiunta da 20 MB con inserita una inserzione invitante a stipulare un contratto per tale connessione (ovviamente più oneroso di quello in essere). Interpellata TIM, sia il tecnico che il commerciale, (che si palleggiano l'un l'altro le competenze) la sostanza è che, se voglio, posso stipulare il nuovo contratto, pagando ovviamente di più, ma il servizio rimarrà com'è perché le apparecchiature sono sempre le stesse, obsolete e lontane 6 Km da casa mia, mentre sono a 500 metri.
Quanto alla copertura della rete da me letta non ci debbo far caso perché non è gestita da TIM e non è per niente affidabile.
Oltre a ciò, a luglio segnalai che la connessione si interrompeva a intervalli di 3-4 minuti per poi riprendere da sola. Vennero due tecnici a casa ed entrambi dissero che il mio impianto era in ordine e il guasto era sulla rete esterna. Ciò mi fu confermato con lettera inviatami fa Fiumicino. Adesso mi hanno addebitato in bolletta le spese per 'consulenza telefonica' asserendo che il guasto era a casa mia come risulta dalle loro ispezioni del 7 agosto, giorno nel quale sono partito per la montagna alle 7,00 di mattina.
Non aggiungo commenti per non attirarmi querele.
