Reclamo N° 59552

Roberto
23 Agosto 2017
Lo scorso 27 aprile 2017 ho inviato una raccomandata AR alla TIM di cessazione dell’utenza, poiché, in seguito al cambio di residenza, mi hanno costretto a chiudere il precedente contratto (0471201192) e fatto aprire uno nuovo. Il 5 maggio mi hanno spedito la ricevuta di ritorno e dopo alcuni giorni mi hanno contattato per chiedermi il motivo della disdetta. Ho chiarito che non si trattava di una mia iniziativa ma che l’operazione era stata imposta da loro per il cambio di residenza anche se nello stesso comune (hanno detto che lo dovevano fare perché c’era la fibra ottica). Chiarito il tutto mi hanno assicurato che era tutto in regola. Nel mese di giugno vedendo che arrivavano comunque le bollette ho chiamato il 187 e mi hanno risposto che il numero non era stato cessato, alle mie rimostranze mi hanno invitato a fare un fax che ho prontamente spedito in data 19 giugno 2017. Mi hanno ricontatto per chiedermi il motivo della disdetta (bastava leggere il contenuto del fax) ho ripetuto quanto riferito in precedenza e mi hanno detto di non pagare le ulteriori bollette. Ora, non solo mi è arrivato un sollecito di pagamento della bolletta di giugno con minacce in caso di mancato pagamento, ma mi arriva una ulteriore bolletta di oltre 200 euro per la disattivazione del numero (€ 99,00) e per l’utenza fino al 14 luglio 2017. Ho richiamato il 187 e la persona al telefono mi ha detto che avrebbe fatto una segnalazione amministrativa (è la seconda) e comunque di non pagare. A questo punto vorrei sapere se è opportuno non pagare rischiando una maggiorazione delle spese oppure è meglio saldare anche se lo ritengo profondamente scorretto?
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