Reclamo N° 86176
Alessandro
14 Febbraio 2018
Buonasera.
Il 19 Gennaio la mia ex moglie è deceduta lasciando alle mie due figlie maggiorenni, disoccupate e senza reddito, l'accollo di un mutuo.
Poichè la rata è alta e per poter affrontare le difficoltà iniziali dovute alla nuova situazione, già dai primi di gennaio, consci di ciò che sarebbe potuto accadere di lì a breve, abbiamo preso contatto con la banca, iniziando a presentare una richiesta di sospensione motivandola con la grave infermità che rendeva mia moglie inabile al 100% come previsto dall'accordo ABI del 2013.
Senza spiegarcene il perché, la Banca UNICREDIT, nel cui gruppo è entrato a far parte Banca Fineco (la mutuataria), ci ha risposto che "quel" tipo di mutuo non poteva rientrare in quell'accordo. Per me è incomprensibile perché l'accordo non specifica tipologie di mutuo ipotecario per le quali non può essere applicato.... (che sia un trucchetto per andare oltre la data di Marzo in cui è previsto che cessi la possibilità di presentare domande di sospensione?)
Abbiamo allora avanzato la richiesta nell'ambito del Fondo di Solidarietà, ma ci veniva richiesto l'ISEE che nel frattempo, essendo sopraggiunto il decesso di mia moglie, non avremmo potuto produrre.
Allora siamo passati a richiedere la sospensione a nome delle mie due figlie facendo riferimento alla clausola prevista "per decesso dell'intestataria" e, mentre il Direttore riceveva la richiesta di produrre l'ISEE delle mie figlie, mi perveniva una lettera con la quale mi si comunicava che la domanda non poteva essere accolta.
Ho chiamato quindi il Direttore (che a suo dire aspettava la certificazione ISEE per inoltrare la richiesta) che andava a spulciarsi le email ricevute per scoprire che sino a quando non diventano le intestatarie del mutuo le mie figlie non possono avanzare richieste di sospensione!!! (e come mai se non aveva ancora inoltrato la richiesta io ho nel frattempo ricevuto una risposta con esito negativo? Misteri della fede!).
Mi ha quindi suggerito di SOSPENDERE I PAGAMENTI perché a suo dire, dopo due rate insolute la banca si troverà costretta a intervenire con il PIANO ARCA che di fatto offre le stesse possibilità delle altre soluzioni di sospensione, ma io NON MI FIDO PIU' e mi chiedo: 1) perché bisogna diventare morosi attivando anche la procedura di segnalazione alla Centrale Rischi (CRIF) e, 2) dopo tre rate insolute (90 gg) si perdono i requisiti per la richiesta di una sospensione.... quindi alla fine significa costringerci a procedere camminando sulla LAMA DI UN RASOIO!
Di fatto oggi ci troviamo in una situazione critica; ho spiegato al direttore che non vogliamo diventare inadempienti, e l'unica cosa che chiediamo è una temporanea sospensione del pagamento per riorganizzarci e rinegoziare delle condizioni adeguate alle nostre possibilità.
In questo modo potrò affrontare le difficoltà a sostenere l'onere che, altrimenti sarebbe per me impossibile da sostenere.
Questa per noi è una situazione di emergenza in cui è essenziale la tempestività con cui trovare una soluzione, e non una situazione da risolvere con comodo facendo successione, accollo di mutuo e tante altre procedure lunghe e gravose.
Mi chiedo il perché di questo atteggiamento dove sono costretto a dialogare con un Direttore di filiale che di fatto non prende decisioni ma che ci riporta solo risposte negative senza metterci nelle condizioni di trovare una qualsiasi soluzione che ci consenta di continuare ad onorare i nostri pagamenti che, per questi 15 anni, sono sempre stati onorati con puntualità.
Sino ad ora sono stato paziente ed ho atteso fiducioso che mi prospettassero una soluzione in piena armonia, ma ora, davanti a questo muro di gomma sono furioso e vorrei un suggerimento su come farmi tutelare.
Grazie in anticipo per una auspicata risposta e/o suggerimento
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