Reclamo N° 69286

Marco
26 Ottobre 2017
In data 18 luglio sono stato contattato sulla mia utenza domestica (numerazione registrata al servizio delle opposizioni) da una “operatrice Telecom” (a suo dire) che mi segnalava il termine della promozione, iniziata a luglio dell’anno precedente, e che dal mese successivo a quello la mia tariffa sarebbe passata ad un prezzo intorno ai 60 euro mensile ma che, secondo la legge Bersani, era loro obbligo, qualora non volessi tornare a pagare il prezzo pieno, valutare altre possibilità attraverso quello che loro hanno chiamato “ufficio di consulenza” grazie al quale non avrei pagato nessuna penale di passaggio né di disattivazione. Facevo presente le mie perplessità e, dopo avere comunque parlato con questo presunto ufficio, ho detto che avrei richiamato io il 187 (secondo loro non poteva essere contattato direttamente ma si doveva passare tramite proprio operatore) per accertarmi della veridicità della cosa. Attaccato e ricomposto il numero 187 ha risposto un’altra operatrice che mi confermava la chiamata precedente partita da Telecom (ma evidentemente la chiamata precedente non si era mai effettivamente conclusa) e mi rimetteva in contatto col fantomatico ufficio di cui sopra. Mi sono state prospettate una serie di offerte alternative tra le quali ho optato per Wind fibra e ho mandato al numero di whatsapp fornitomi la copia dei miei documenti per la pratica di passaggio. Pochi giorni dopo ho richiamato il 187 (quello vero stavolta) e a questo punto ho scoperto l’inganno: l’operatrice che ha risposto mi ha detto che al 187 non risultava nessuna mia chiamate e che loro non potevano passare la linea nemmeno al vicino di scrivania. Scoperto il raggiro ho poi chiamato il 155 per bloccare il passaggio ma ormai era tardi e non risultavo più cliente Telecom e la sola cosa possibile era effettuare il ripensamento/recesso. Ho esercitato il recesso tramite pec in data 25 luglio. Ho quindi optato per la cessazione della linea e mi sono rivolto ad altro operatore (non volevo essere cliente di chi, anche se indirettamente, era protagonista di questo inganno). Mi arrivano poi le fatture di Wind che mi addebitano prima il canone del primo mese (io sono passato a Tiscali già dal 9 agosto mentre wind ha pensato bene di considerare la disattivazione della linea dal 2 settembre) e poi le spese varie di chiusura linea (154 euro). Mi oppongo a questa fatturazione ricordando di aver esercitato il recesso entro i 14 giorni ma mi rispondono che la mia richiesta non era stata accolta. Scopro il 24 ottobre (dopo aver sollecitato Wind pubblicamente tramite social network) che per loro il mio contratto (mai ricevuto) è stato fatto in un punto vendita e non a distanza. Questo significa che hanno sottoscritto il contratto a nome mio allegando i documenti ricevuti tramite whatsapp.
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