Dai controlli effettuati presso un serbatoio della Fonte Cutulo di Rionero in Vulture è risultato che l’acqua minerale destinata ad essere imbottigliata era contaminata con il batterio Pseudomonas aeruginosa, per tale motivo il Ministero della Salute ha disposto il “richiamo” di alcuni lotti di acqua minerale già in commercio e ovviamente ha proibito l’ulteriore imbottigliamento dell’acqua contaminata.
Anche se la ripetizione dei controlli ha dimostrato che non esiste una contaminazione e che l’acqua minerale in questione può essere consumata senza pericolo, sembra opportuno fornire una risposta ad alcuni cittadini che si sono rivolti a UNC perchè preoccupati per averla acquistata e magari anche bevuta.
Innanzitutto bisogna chiarire che l’acqua minerale, essendo estratta dal sottosuolo, a differenze delle acque potabili di derivazione superficiale, deve avere come requisito essenziale quello della sterilità (nelle etichette viene riportata la dizione “batteriologicamente pura” o una dizione simile) .
Le aziende produttrici e le Autorità pubbliche controllano costantemente questo parametro e in presenza di contaminazioni si blocca la produzione e si procede al ritiro dei lotti eventualmente già in commercio.
Soltanto dopo aver risolto il problema si può riprendere la produzione e la commercializzazione.
Il batterio in questione è molto diffuso nell’ambiente e si può anche trovare sulla superfice del nostro corpo. Le infezioni da Pseudomonas però non sono molto frequenti e generalmente le persone in buone condizioni di salute hanno poco da temere. Il problema può diventare serio per le persone che non hanno ottime difese immunitarie (es. immunodepressi, bambini, anziani) e che possono andare incontro a infezioni in vari distretti corporei (intestino, polmoni, cute, ecc.)
Perché si manifesti la malattia è comunque generalmente necessaria l’esposizione ad una contaminazione elevata (molti batteri) che difficilmente si può trovare nell’acqua minerale.
Fortunatamente le infezioni da Pseudomonas aeruginosa possono essere curate con relativa facilità utilizzando una terapia antibiotica adeguata. E’ però importante che ogni eventuale trattamento farmacologico avvenga sotto stretto controllo medico.
Chi avesse il sospetto di aver bevuto dell’acqua contaminata deve quindi soltanto “autocontrollarsi” e ricorrere quindi all’assistenza sanitaria in presenza di sintomi come la febbre.
Ci è stata anche segnalata la scarsa efficienza del Servizio clienti della catena di una di supermercati che, a una precisa richiesta d’informazioni, risponde evasivamente che il ritiro dei lotti di acqua contaminata è una “scelta aziendale”. Tali comportamenti non sono certo conformi alla serietà e correttezza nei confronti dei cittadini e devono essere stigmatizzati.
In conclusione si può dire che il richiamo dei lotti di acqua contaminata è il frutto di un sistema di controllo efficiente a tutela della salute pubblica. Questa considerazione è confermata dal fatto che non appena sono stati ripetuti i controlli e si è accertata l’assenza di pericoli, è stata ripristinata la situazione di normalità. Sarebbe comunque opportuna una migliore collaborazione da parte dei distributori con una migliore informazione ai cittadini spiegando magari che si tratta soltanto di alcuni lotti e non di tutta l’acqua minerale della ditta coinvolta.
Il pericolo di infezioni non deve essere sottovalutato, ma non deve dare origine ad allarmismi anche perché nella malaugurata ipotesi della insorgenza di malattie esistono buone possibilità di cura. In tali casi si ribadisce la necessità di ricorrere tempestivamente all’assistenza medica.