ALLERGIA E INTOLLERANZA ALL’ALCOL

Agostino Macrì
28 Febbraio 2022
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Agli sportelli dell’UNC è arrivato un quesito sull’intolleranza all’acol. Diciamo subito che in alcune persone l’assunzione di bevande alcoliche può provocare dei disturbi di vario genere causati da allergie oppure dalla intolleranza all’alcol. 

I disturbi vanno dal mal di testa all’arrossamento della pelle, dalla tachicardia a vari disturbi dell’apparato digerente. Scopriamo di più.

 

Le allergie all’alcol

Le allergie generalmente non sono correlate all’alcol, ma alle numerose sostanze chimiche naturali presenti nelle bevande alcoliche come l’istamina, frazioni vegetali dell’uva, luppolo (nella birra), frutta aggiunta per aromatizzare e anche i solfiti aggiunti come additivi. Possono quindi verificarsi le manifestazioni tipiche delle allergie come gli eritemi cutanei diffusi, difficoltà respiratorie che possono essere anche molto gravi. In questi casi è opportuno ricorrere prontamente alle cure mediche e generalmente il ricorso a antistaminici consente di guarire piuttosto velocemente.

 

L’intolleranza all’alcol

Prima di parlare dell’intolleranza all’alcol etilico, che è il principale componente delle bevande alcoliche, è necessario spiegare cosa succede quando viene assunto.

Esso viene rapidamente assorbito e si diffonde in tutto l’organismo incluso il sistema nervoso centrale dove, a bassi dosaggi ha l’effetto di provocare euforia e talvolta anche un rallentamento dei freni inibitori. Dosaggi elevati hanno un effetto contrario e prevale una azione depressiva e uno stato generale di perdita delle capacità intellettive e anche motorie che conosciamo con il termine di ubriachezza.

La gravità delle azioni “neurologiche” è in funzione delle quantità assunte e la durata è relativamente breve perché l’alcol etilico grazie ad alcune reazioni enzimatiche, nello spazio di alcune ore, viene degradato e quindi inattivato.

La prima reazione avviene grazie all’enzima “Alcol deidrogenasi” (ADH) che trasforma l’alcol etilico in acetaldeide che è una sostanza “tossica”, in grado di provocare danni reversibili come disturbi intestinali, tachicardia, eritemi nasali. A lungo andare si possono verificare  anche danni irreversibili soprattutto a carico del fegato.

Alla presenza di questa sostanza che può danneggiare vari organi, l’organismo reagisce grazie all’azione di un altro enzima chiamato “Acetaldeide deidrogenasi” (ACD) che trasforma l’acetaldeide nel relativamente innocuo acido acetico che a sua volta si trasforma in anidride carbonica e acqua; tale “meccanismo” impedisce quindi le manifestazioni “tossiche”

 

Le carenze enzimatiche

L’intolleranza che alcune persone manifestano nei confronti dell’alcol dipende dal fatto che non  possiedono uno o entrambi gli enzimi.

In quelle che non hanno l’ADH l’alcol etilico rimane inalterato in circolo per più tempo e i sintomi neurologici e comportamentali possono persistere a lungo.

Nelle persone in cui c’è una carenza di ACD si manifestano invece i sintomi della “tossicità” sopra indicate dovuti appunto alla presenza di acetaldeide in circolo.

Le carenze enzimatiche sono perfettamente compatibili con una vita normale, ma non consentono l’assunzione di alcol. Esse sono dovute a difetti genetici che non permettono la sintesi di uno o entrambi gli enzimi e sono relativamente frequenti in alcune popolazioni asiatiche e generalmente nelle persone astemie.

 

Le cure per i disturbi legati al consumo di alcol

Purtroppo non esiste la possibilità di curare l’intolleranza, ma si può soltanto prevenirla evitando accuratamente di assumere bevande alcoliche.

Per le persone che soffrono di disturbi legati al consumo di bevande alcoliche potrebbe essere utile una visita da uno specialista allergologo. Potrà quindi capire se si tratta di una allergia oppure di una carenza enzimatica.  

Come accennato la carenza enzimatica è di origine genetica ed è dovuta alla mancanza di geni in grado di “codificare”  ovvero, in termini molto semplici di consentire, la  produzione degli enzimi). Il fenomeno non è raro in natura; basti pensare che i cani, ad esempio, non sono assolutamente in grado di produrre questi enzimi e anche modeste quantità di alcol possono risultare letali.

Per accertare l’eventuale carenza enzimatica si può ricorrere ad una analisi per la ricerca della presenza o meno dei geni che “codificano” la produzione di uno e dei due enzimi ADH e ACD.

 

Conclusioni sull’alcol

L’alcol si può considerare un alimento in quanto apporta circa 7 Kcalorie per ogni grammo (un bicchiere da 100 ml di vino fornisce più di 70 calorie, una lattina da 33 cl di birra oltre 100 kcalorie). Sono però temibili i suoi effetti inebrianti e tossici per cui è quanto mai opportuno ridurne al massimo l’assunzione. Ovviamente le bevande alcoliche debbono essere bandite per le persone che manifestano allergie a qualche sostanza che vi si può trovare e soprattutto per le persone intolleranti a cui anche modeste quantità possono creare disturbi anche seri.

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