Non sono rare le immagini promozionali di persone festanti e giulive che si nutrono di alimenti senza lattosio. Ma perché tanta felicità? Quali sono i benefici che si ottengono privandosi di questo nutriente? Cerchiamo di capire.
Il lattosio è uno zucchero “complesso” in quanto formato dai due zuccheri “semplici” glucosio e galattosio.
Esso è presente soltanto nel latte dei mammiferi (incluso ovviamente il latte della donna); nella sua forma “complessa” è scarsamente utile ai fini nutrizionali. Per renderlo “utilizzabile” e in grado di fornire il suo apporto energetico, è necessario che i due componenti siano “separati”. Ciò avviene grazie a un enzima chiamato “lattasi”. Questo enzima è prodotto e si localizza nella superficie dell’intestino; è presente in grande abbondanza nel periodo neonatale quando l’unico alimento è il latte materno. Man mano che l’alimentazione varia si può avere una decrescita della produzione di lattasi e quindi una minore possibilità di “liberare” separatamente il glucosio e il galattosio.
Alcune persone sono fortemente carenti di “lattasi” e, di fatto, non riescono a digerire, o meglio, a utilizzare ai fini nutrizionali il lattosio.
Le conseguenze sono rappresentate da un suo accumulo nell’intestino che provoca vari disturbi (dolori addominali, diarrea, meteorismo, ecc.) in grado di compromettere il benessere delle persone che hanno questa carenza.
La concentrazione di lattosio nel latte e di circa il 3-4 %.
Nell’universo lattiero-caseario ci sono, però, anche prodotti naturalmente a basso contenuto di lattosio come yogurt e latti fermentati in cui i batteri lattici hanno un’azione pre-digestiva, così come formaggi a lunga stagionatura come Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Pecorino in cui il processo di stagionatura porta il lattosio a livelli prossimi allo zero, come analogamente accade per il Gorgonzola, grazie alla triplice fermentazione necessaria per la sua produzione.
Oppure si può ricorrere al latte e ai latticini delattosati. Si tratta di alimenti con le stesse proprietà nutritive delle versioni con lattosio, fra cui il contenuto di calcio, vitamina D e grassi, ma con il lattosio già scisso nei due zuccheri semplici: galattosio e glucosio, liberi di essere assorbiti senza creare problemi intestinali.
Esistono in commercio molti surrogati vegetali del latte e dei prodotti lattiero caseari.
Si tratta di bevande o di altri prodotti derivati (“similformaggi”, panna, gelati, ecc.) a base di vegetali (soia, riso, avena, orzo, mandorle, ecc.) dedicati ai vegetariani e/o ai vegani, spesso impropriamente denominati come prodotti lattiero caseari. Trattandosi di alimenti vegetali essi non possono contenere lattosio.
Da un punto di vista economico, se li acquistassero soltanto i vegetariani e i vegani le vendite sarebbero limitate e i ricavi piuttosto modesti; per cercare di ampliare il mercato si sono escogitate strategie comunicative anche al limite della spregiudicatezza.
Affermare che un omogenato di fagioli di soia o di qualche cereale, arricchito di additivi alimentari per renderlo simile al latte, è salutare anche perché non contiene lattosio, è pleonastico e anche fuorviante.
Pleonastico perché come già detto il lattosio è assente nei vegetali; fuorviante perché nessuna bevanda vegetale ha il valore nutrizionale del latte.
Ognuno di noi è libero di scegliere gli alimenti che preferisce, ma dovrebbe tenere presente che il latte è un alimento “naturale”, completo e privo di sostanze chimiche aggiunte. Lo stesso non si può dire dei surrogati vegetali che, contrariamente a quanto si afferma, di naturale hanno ben poco in quanto sono il frutto di un processo di lavorazione in cui la chimica fornisce un ottimo aiuto.
In definitiva il lattosio non è un veleno, ma soltanto uno straordinario componente nutrizionale del latte che, purtroppo, può creare dei problemi alle persone intolleranti. Fortunatamente esistono delle soluzioni e, chi vuole, può approfittarne.
Impariamo a diffidare degli alimenti di origine vegetale con la dizione “senza lattosio”. Se la stessa dizione compare su un prodotto lattiero caseario (latte, latticini, formaggi) ci possiamo fidare perché sappiamo che si tratta di un alimento completo reso sicuro anche per gli intolleranti al lattosio.