I nostri alimenti sono costantemente sotto controllo sia delle aziende produttrici, sia dei diversi Organismi Pubblici con un numero di verifiche che è sicuramente dell’ordine di almeno migliaia ogni giorno. Le irregolarità che si riscontrano negli alimenti e che possono in qualche modo danneggiare i cittadini, portano al blocco dell’immissione in commercio e, nel malaugurato caso che siano in vendita, si procede al loro ritiro dagli scaffali; le persone che le avessero inavvertitamente acquistate sono invitate a riportarli al rivenditore.
Abbiamo deciso di commentare periodicamente queste importanti attività di prevenzione con lo scopo di evidenziare di volta in volta i pericoli che si presentano e che sovente sono ignorati.
Possiamo raggruppare i pericoli come microbiologici, chimici e fisici.
Pericoli microbiologici
Tra i pericoli microbiologici un ruolo importante è stato svolto dalle ostriche vive. Sono stati infatti segnalati un focolaio di tossinfezione alimentare causato da questo alimento, il ritrovamento di Norovirus e anche di Escherichia coli. In tutti i casi si trattava di ostriche di importazione dalla Francia. Con ogni probabilità si è trattato di una partita contaminata da cui qualche ostrica è sfuggita ai controlli e ha provocato la tossinfezione. Restando nel campo delle contaminazioni microbiologiche ce ne sono state alcune riconducibili ai salumi; una curiosa è quella della porchetta di Ariccia (della Ditta Cioli) in cui è stata ritrovata la Listeria monocytogenes e quindi prontamente segnalata al Ministero della Salute e ritirata dal commercio. Riportiamo questo caso perché la porchetta viene cotto al forno e quindi in pratica si ottiene un prodotto sterile. La Listeria è presente in modo ubiquitario nell’ambiente e la contaminazione con ogni probabilità è avvenuta in un tempo successivo durante la fase di conservazione. Non si può escludere che causa del problema sia stata la manipolazione da parte degli operatori. In ogni caso non risultano casi di tossinfezioni riconducibili al consumo di porchetta.
Allergeni e pericoli chimici
Le segnalazioni in questo settore sono molto frequenti e si tratta spesso di mancate segnalazioni in etichetta della presenza di allergeni. Tra le più recenti l’azienda alimentare Pedon, ha segnalato che nelle etichette di alcuni suoi prodotti da forno è stato omesso di dichiarare la possibile presenza di soia. Ovviamente il problema potrebbe riguardare soltanto le persone allergiche alla soia, ma chiunque può restituire i prodotti segnalati e chiedere i rimborsi. Più curiosa è la storia di una azienda inglese che, plagiando in modo pacchiano le “penne alla bolognese” al forno, non ha dichiarato sulle etichette la presenza di sedano. Anche in questo caso il pericolo riguarda le persone allergiche a questo vegetale, ma le “penne” con questa etichetta, non possono essere commercializzate. Si potrebbe dire che chi di “italian sounding” ferisce, di sedano perisce. Nella costiera amalfitana, e più precisamente a Cetrara, si produce la “colatura di alici” che è di diretta derivazione dal “garum” molto apprezzato dai nostri remoti antenati romani. I controlli effettuati hanno dimostrato la presenza d’istamina a una concentrazione di 2850 mg /kg di prodotto e il prodotto è stato tolto dal commercio. L’istamina come è noto è responsabile della “sindrome sgombroide”; è stato calcolato che per provocare un danno è necessario assumerne 100 mg. Per avere un affetto dannoso occorrerebbe “mangiare” circa 30 grammi di colatura contaminata. Come i non molto estimatori del condimento sanno bene, bastano pochi grammi per insaporire egregiamente una pietanza; quindi anche se prudenzialmente il prodotto è stato ritirato dal commercio, i pericoli sono veramente modesti.
Pericoli fisici
La Granarolo ha scoperto che alcuni tipi di latte UHT (a lunga conservazione) sono instabili e all’apertura si formano dei grumi. L’azienda ha effettuato delle indagini da cui risulta che si tratta soltanto di una alterazione organolettica del prodotto, ma non esistono pericoli di carattere sanitario per i consumatori.
Per conservare gli alimenti deperibili i trattamenti con radiazioni risultano molto efficaci. Tuttavia esistono dei dubbi sulla sicurezza degli alimenti irradiati e per questo motivo l’uso di tale tecnica è molto ridotto. Nel Vietnam probabilmente non esistono vincoli molto severi su tale tecnica; infatti i controlli effettuati dalle Autorità italiane hanno fatto scoprire l’importazione da quel Paese asiatico di cosce di rana irradiate e il commercio con questo prodotto è stato bloccato. Riusciremo a sopravvivere senza poter mangiare le cosce di rana?
Molti utensili, inclusi quelli per la cucina, sono di provenienza cinese. La loro qualità alle volte lascia a desiderare e sono frequenti i casi di stoviglie che “rilasciano” metalli potenzialmente tossici. L’ultima scoperta è stata quella di macchinette per la pasta da fare in casa che rilasciano nichel; come è noto sono molte le persone allergiche a questo metallo e il pericolo può essere rilevante. Anche in questo caso le macchinette non sono entrate nelle nostre cucine. Insomma fate tranquillamente le vostre fettuccine o tonnarelli, magari con farina integrale, ma diffidate delle macchinette cinesi.
L’ultima perla riguarda il sale biologico himalayano. Alla dogana di Ravenna ne è stata sequestrata una partita di 15 tonnellate perché già confezionato in pacchetti da un kg sulla cui etichetta risultava essere stato confezionato in Italia. Probabilmente i pericoli sanitari sono inesistenti. Non si può però non sottolineare la scarsa avvedutezza dei consumatori che “bevono” la storia del sale biologico himalayano, che non presenta nessun vantaggio nutrizionale (anzi potrebbe essere pericoloso per la presenza di cadmio che conferisce il colore rosa) e si configura come una piccola truffa.
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