E’ molto diffusa l’opinione che le carni, e in particolare quelle di pollo, siano spesso contaminate da ormoni. Il tutto nasce intorno alla fine degli anni ’50 quando l’allevamento degli animali non era sottoposto a vincoli sanitari particolari.
Ci si accorse che trattando gli animali con alcuni farmaci ad attività ormonale, questi raggiungevano un peso maggiore in minor tempo. I primi a essere utilizzati al di fuori da ogni controllo, sono stati gli ormoni “sessuali” e le sostanze “antitiroidee”.
Successivamente sono state studiate nuove sostanze quali i beta agonisti e l’ormone della crescita bovina che prenderemo in considerazione nella seconda parte.
Ormoni “sessuali”
Si tratta di sostanze sia “naturali”, sia di sintesi con attività di tipo estrogena, androgena e/o progestinica che, con diversi meccanismi di azione, sono in grado di “accelerare” i processi anabolici degli animali. Il risultato è un maggiore sviluppo corporeo e ovviamente maggior peso in minore tempo.
E’ importante sottolineare che gli ormoni anabolizzanti sono somministrati per via parenterale e spesso anche in formulazioni “ritardo” che consentono un graduale rilascio dei principi attivi. Ovviamente il rischio della presenza di residui è molto elevato.
Gli animali trattati subiscono serie “menomazioni” a carico soprattutto dell’apparato riproduttivo ed endocrino.
Nei maschi si possono verificare riduzione deli testicoli, alterazioni della prostata, sviluppo delle mammelle. Nelle femmine si possono avere lesioni ovariche, delle ghiandole del Bartolino, sviluppo precoce delle mammelle. In entrambi i sessi si possono avere lesioni a carico delle ghiandole surrenali. Inoltre sia nei maschi, sia nelle femmine, la funzione riproduttiva viene compromessa.
Le lesioni a carico dell’apparato sessuale si possono osservare al momento della macellazione degli animali con esami autoptici e/o istologici e nei casi di sospetto le carni sono escluse dal consumo alimentare.
Il problema più grave è per i consumatori che dovessero mangiare delle carni contenenti i “residui” di questi ormoni. Particolarmente sensibili sono i bambini che possono andare incontro a serie “lesioni” come, ad esempio, menarca precoce e sviluppo del seno (anche a pochi anni di età nelle bambine) oppure rallentamento dello sviluppo sessuale nei maschi. Tali patologie sono state riscontrate proprio intorno agli anni ’60 quando non c’erano regole e gli allevatori trattavano gli animali senza nessuna precauzione. Il dietilstilbestrolo, che è una sostanza chimica a elevato potere estrogeno, è anche ritenuto cancerogeno.
Tireostatici
Si tratta di farmaci (quali il metiltiuracile e il propiltiuracile) che sono in grado di “captare” lo iodio presente nel nostro organismo e di impedirgli di arrivare alla tiroide; in questo modo viene “inibita” la produzione degli ormoni tiroidei che, com’è noto, può avvenire soltanto in presenza di iodio. Gli ormoni tiroidei hanno la fondamentale funzione di “regolare” il metabolismo compreso quello idrico.
La conseguenza della somministrazione agli animali di tireostatici è una notevole “ritenzione” idrica che comporta un “rigonfiamento” e di conseguenza un peso maggiore.
Una volta somministrati per via orale, i tireostatici sono “metabolizzati” piuttosto rapidamente ed eliminati. Per ottenere l’effetto “rigonfiante” è quindi necessaria una somministrazione continua. L’aspetto meno negativo per i consumatori è che proprio a causa del rapido degrado i residui scompaiono velocemente; chi dovesse mangiare le carni “rigonfie” non dovrebbe subire gravi conseguenze.
Le conseguenze per la salute degli animali sono invece molto serie. Le gravi lesioni alla tiroide, che si presenta ipertrofica (anche il doppio delle dimensioni normali), sono causa di squilibri indotti in tutto l’apparato endocrino; se gli animali non dovessero essere macellati la loro sopravvivenza sarebbe compromessa.
Come accennato i pericoli per la salute dei consumatori sono modesti; esiste però il problema che le carni sono ricche di acqua e quindi la loro resa è inferiore a quelle degli animali allevati correttamente. Tale problema si evidenzia durante la cottura in cui si può osservare un’anomala perdita di acqua.
I trattamenti con tireostatici furono presto abbandonati proprio a causa dell’ingrossamento della tiroide che si poteva facilmente osservare al momento della macellazione degli animali. Le carni di quelli che presentano l’ipertrofia tiroidea sono distrutte.
Misure precauzionali
Quando ci si accorse della pericolosità delle varie sostanze, in Italia già dai primi anni del 1960 fu posto il divieto non solo di somministrare agli animali qualsiasi sostanza ormonale, ma venne anche proibito agli allevatori di detenerle. Vennero anche definite delle sanzioni molto severe. Venne attivato un sistema di controllo rigoroso e ci fu una drastica riduzione dell’uso degli ormoni anabolizzanti; purtroppo però non cessò del tutto. Ciò dipese dal fatto che furono messe a punto delle formulazioni di ormoni che se correttamente impiegate non lasciavano residui facilmente individuabili. Fortunatamente sono stati sviluppati metodi di analisi molto sensibili che hanno permesso di accertare anche le infrazioni più “raffinate” e quindi di debellare il fenomeno.
Il caso degli Stati Uniti
Negli Stati Uniti l’impiego di alcuni preparati contenenti ormoni anabolizzanti è consentito. Si tratta di prodotti che rilasciano “gradualmente” gli ormoni e sono “impiantati “ in zone del corpo dei bovini che non sono consumati (esempio sopra lo zoccolo). La macellazione degli animali avviene dopo diverso tempo dall’”impianto” e quando la “cessione” è terminata. Le Autorità Sanitarie americane ritengono che questo tipo di trattamento sia privo di pericoli per i consumatori. Le Autorità europee (comprese ovviamente quelle italiane) ritengono invece che non ci siano sufficienti garanzie. Per risolvere il problema gli americani hanno deciso di evitare l’uso di ormoni anabolizzanti negli animali le cui carni sono destinate all’esportazione, mentre per quelle consumate negli USA continuano a impiegare gli ormoni con le misure di sicurezza descritte.
Conclusioni
L’uso illegale da parte degli allevatori di ormoni anabolizzanti steroidei e di tireostatici risulta praticamente scomparso. E’ però necessario che le Autorità di controllo non abbassino la guardia per evitare che qualcuno provi a guadagnare in modo illecito arrecando seri pericoli per la salute pubblica.