Alluminio in cucina: è sicuro?
L’alluminio è un alleato fedele del nostro cibo. Con questo elemento minerale sono costruiti molti oggetti utilizzati in cucina per cuocere (padelle, pentole, tegami, stoviglie, ecc.) e/o per conservare gli alimenti (vaschette o fogli flessibili). Grazie al suo elevato grado di conducibilità termica gli utensili con cui è costruito sono adatti per preparare in modo sicuro e di ottima qualità organolettica i nostri alimenti. Basti pensare alla pasta che è il piatto principe della cucina italiana. La pentola in alluminio è l’ideale per la cottura in acqua bollente e una padella con lo stesso materiale consente uno “spadellamento” e quindi il migliore amalgama con il sugo.
Esistono anche molti oggetti a cui sono abbinati altri materiale come il teflon o l’acciaio che consentono di ulteriormente migliorare le qualità dell’alluminio.
Per conservare il cibo bisogna “isolarlo” dall’ambiente esterno per evitare contaminazioni chimiche e, soprattutto, microbiologiche e proprio i fogli e le vaschette di alluminio hanno questa capacità, sia a temperatura ambiente, sia alle basse temperature della refrigerazione o del congelamento.
Nonostante gli innegabili pregi, esistono ancora molte persone che hanno dei pregiudizi nei confronti degli utensili in alluminio a causa degli effetti tossici che possono essere provocati da assunzioni a livelli elevati.
Va subito chiarito che l’elemento è molto diffuso in natura ed è presente praticamente in tutti gli alimenti anche se a concentrazioni molto basse. Visti comunque i suoi potenziali effetti tossici, l’EFSA (Autorità Europea per la sicurezza alimentare) è stata incaricata di valutarne la pericolosità. A seguito dell’esame della documentazione scientifica disponibile, l’EFSA ha concluso che una dose di 1 mg/kg di peso corporeo alla settimana è sicuro. (In pratica una persona di 60 kg può assumere 60 milligrammi la settimana di Alluminio).
Gli utensili della cucina ed i materiali “protettivi” del cibo in alluminio, nelle normali condizioni di uso, non “rilasciano” l’elemento e quindi sono sicuri. Le condizioni di sicurezza di uso sono state comunque definite dal nostro Ministero della Salute che ha emanato un Decreto (DM 76/2007) con il quale ha fissato le regole che debbono essere seguite per la produzione di materiali a base di alluminio che vanno a contatto con gli alimenti. Senza entrare nei dettagli indicati nel DM, sono state indicate nei dettagli le caratteristiche che debbono possedere i vari prodotti che vengono utilizzati quotidianamente da tutti noi. Esistono dei sistemi di controllo che verificano costantemente il rispetto delle regole da parte delle industrie produttrici.
Quando l’alluminio viene a contatto con soluzioni acide, oppure fortemente saline e a temperatura ambiente, può però verificarsi una “microerosione” con la conseguente possibile “migrazione“ e “microcontaminazione” nel cibo con cui vengono a contatto. Queste reazioni sono molto rallentate o addirittura bloccate, alle temperature di raffreddamento e di congelamento.
Si tratta di situazioni che raramente si verificano, ma che debbono essere conosciute dai consumatori per evitare anche il benché minimo pericolo. Il suggerimento è quindi quello di ridurre al massimo i tempi di contatto eventuali con soluzioni acide (succo di limone, aceto puro) o saline (salamoie ad esempio); è comunque sufficiente mettere in frigorifero o in freezer il tutto per eliminare anche questo potenziale pericolo.
In conclusione si può affermare che l’uso dell’alluminio in cucina è sicuro e che i pericoli, anche se molto modesti, sono limitati al contatto con soluzioni acide e saline. Semplici misure precauzionali annullano questi pericoli.