La consuetudine di consumare il classico aperitivo costituito da una bevanda analcolica o moderatamente alcolica (vino, birra o cocktail di vario grado alcolico), accompagnato da qualche stuzzichino che, almeno teoricamente nella convinzione di molti, ha lo scopo di stimolare l’appetito nelle ore serali è stato spesso sostituito dall’apericena.
Questo neologismo nasce dalla fusione di due parole italiane: aperitivo e cena. Indica una sorta di pasto informale che combina l’aperitivo (un drink con stuzzichini) con la cena, ma in una forma più leggera e conviviale.
In genere, l’apericena viene servita a buffet, basata su diversi stuzzichini e accompagnata da bevande alcoliche. Le più gettonate sono gli spritz, i calici di prosecco e anche la birra.
Quali sono i benefici dell’apericena?
L’apericena presenta molti vantaggi pratici.
È possibile consumare in modo conviviale un pasto più o meno leggero in tempi relativamente brevi, in modo da poter utilizzare le ore serali per altre attività e a costi relativamente contenuti. Mangiare in un ristorante o a casa comporta tempi più lunghi e, in definitiva, limita il tempo libero per assistere a uno spettacolo, fare dello sport, ecc.
I gestori dei locali possono organizzarsi nella preparazione di vari piatti, come frittate, torte salate, ecc. di costo contenuto che poi frazionano in piccole porzioni, nell’allestire dei taglieri di salumi e formaggi accompagnandoli con appetizers già pronti (salatini, olive, patatine, noccioline, ecc.), in modo da offrire delle composizioni molto attraenti.
Considerando i costi non proibitivi delle materie prime e anche la poca manodopera utilizzata, possono servire quantità anche abbondanti di cibo senza particolari limiti restrittivi nei consumi. Le bevande sono incluse nel costo totale, che comunque è relativamente contenuto.
Insomma si tratta di un modo di soddisfare l’appetito in modo vantaggioso sia per consumatori, sia per i ristoratori.
Quali sono i contro dell’apericena?
Il principale problema è legato alla difficoltà di regolarsi sulle quantità di quello che si consuma in quanto, ovviamente, si mangia quello che più piace e in quantità che probabilmente non si consumerebbero in situazioni diverse. Ne deriva un eccesso nell’assunzione delle calorie, ma anche di sale o altri nutrienti.
Limitandoci alle calorie, ricordiamo quelle presenti in alcuni alimenti che generalmente troviamo nell’apericena:
- Crostini con formaggi o salumi: circa 50-100 kcalorie per crostino, a seconda degli ingredienti
- Pizzette: circa 100-150 kcalorie per ogni pizzetta, a seconda della dimensione
- Olive: circa 40-50 kcalorie per 10-12 olive
- Frittini (come arancini o crocchette): circa 150-200 kcalorie per una porzione di 3-4 pezzi
- Tartine o bruschette: circa 100-150 Kcalorie per porzione
- Arachidi, mandorle e altri semi; dalle 50 alle 100 kcalorie per una porzione di 10-20 grammi
- Patatine fritte: 30-50 kcal per porzione
- Bevande alcoliche: un cocktail o un bicchiere di vino può contenere dalle 100 alle 200 kcalorie, mentre un gin tonic può arrivare a 180-250 kcalorie.
Un’apericena, in funzione di quanto si mangia, può quindi comportare l’assunzione tra 600 e 1000 kcalorie.
Ricordiamo che l’assunzione raccomandata giornaliera per gli uomini dovrebbe non superare le 2000 kcalorie, mentre per le donne è di 1800 kcalorie.
L’apericena non può considerarsi una dieta equilibrata a causa del possibile eccesso di sale e dei grassi e inoltre potrebbe esserci una carenza di fibra grezza e di principi attivi come vitamine e antiossidanti, a causa della scarsa presenza di frutta e verdura.
In conclusione, come per molti alimenti piacevoli, l’apericena va consumato con moderazione e non abitualmente ricordando che ha poco a che a vedere con la dieta mediterranea.