Le api sono degli importanti baluardi per la tutela dell’ambiente. Esse infatti svolgono un ruolo importante nella riproduzione “sessuata” delle piante e con la loro costante migrazione di fiore in fiore riescono a garantire la presenza dei vegetali e anche la produzione dei tanti “frutti” di cui ci alimentiamo. Il fiore è l’”organo” riproduttivo delle piante; esso è costituito da sottili filamenti chiamati stami, che producono i “gameti maschili” meglio conosciuti come “polline”. Al centro del fiore ci sono i “pistilli” contenenti nel loro interno gli ovuli che debbono essere fecondate dai gameti maschili per poter produrre i semi e i frutti.
Le piante da sole non sono in grado di unire il polline con gli ovuli contenuti nei pistilli ed hanno bisogno di “qualcuno” che faccia questa operazione. Il vento, ma soprattutto alcuni insetti, sono i principali vettori del “polline”. Tra gli insetti, le api sono sicuramente le più attive ed i fiori fanno del tutto per attirarle mediante i colori, gli odori e soprattutto il “nettare”; quest’ultimo non è altro che un prodotto a base di zuccheri e contenente altre sostanze come sali minerali, vitamine, antiossidanti. Il nettare si trova nell’interno del fiore per cui le api che lo prelevano, entrandoci si “imbrattano” di polline che poi finisce anche nei pistilli.
Miele e pappa reale: come avviene la produzione e quali sono le proprietà benefiche?
La società delle api è molto complessa e tutto ruota intorno all’ape regina che ha il compito di produrre le uova da cui nascono tutte le api presenti nell’alveare. E’ però fondamentale avere cibo a sufficienza per tutti e questo viene assicurato dalle api operaie che raccolgono il nettare dai fiori e lo trasportano nelle arnie dove viene “lavorato” e trasformato in miele; si tratta di un alimento in cui gli zuccheri e le altre sostanze presenti nel nettare sono “elaborati” per ottenere un prodotto ad elevato contenuto energetico indispensabile per la vita delle api che svolgono una intensa attività “lavorativa”.
Oltre al miele le api producono la “pappa reale” destinata ad alimentare l’ape regina e che contiene circa il 4,5% di lipidi, il 14,5 % di zuccheri e il 13% di protidi.
Il miele è il primo dolcificante alimentare che l’uomo ha imparato a consumare abitualmente; nel tempo sono comparsi gli zuccheri ottenuti dalla canna e dalla barbabietola e molto più recentemente i dolcificanti ottenuti con l’ausilio della chimica (saccarina, aspartame, polialcoli, ecc.). I consumi di miele sono piuttosto modesti e, in Italia, se ne consumano circa 500 grammi l’anno a persona; al contrario di zuccheri ne consumiamo circa 27 kg all’anno. Ciò dipende probabilmente dal costo maggiore del miele, ma anche e forse soprattutto, dalla maggiore praticità di uso dello zucchero.
Eppure il miele ed i prodotti dell’alveare, oltre alle proprietà dolcificanti, possiedono importanti proprietà benefiche grazie alla presenza di principi attivi naturali (vitamine, sali minerali). Esiste anche una apiterapia che oltre a sfruttare l’attività antimicrobica dei prodotti dell’alveare utilizza il veleno delle api per la cura di alcune malattie articolari.
Rischi ambientali per le api
Le api fanno sempre maggiore fatica a “svolgere” il loro lavoro sia per il sempre minore “spazio” a loro disposizione, sia per i tanti “nemici” chimici e microbiologici che attentano alla loro sopravvivenza.
Lo progressiva “cementificazione” del territorio riduce fortemente le aree in cui crescono piante spontanee che forniscono la maggior parte del nettare.
L’introduzione delle colture agricole intensive concentra la presenza di fiori in brevi periodi dell’anno e ovviamente limita la possibilità di raccolta del nettare. Si ricorre poi frequentemente all’impiego di fitofarmaci e in particolare a insetticidi e erbicidi; gli insetticidi agiscono direttamente sulle api uccidendole. Gli erbicidi invece eliminano i vegetali con cui vanno a contatto e ovviamente impediscono la fioritura con l’inevitabile mancanza di nettare.
Esistono poi dei microrganismi (virus e batteri), protozoi, acari, insetti che attaccano le api provocando diverse gravi malattie anche letali.
Le api sono degli importanti “indicatori” dei guasti ambientali; creare delle migliori condizioni per la loro sopravvivenza significa anche attenuare l’impatto dei “cambiamenti climatici”.
Le soluzioni possibili
Sarebbe necessario aumentare la disponibilità di nettare per le api e questo si può ottenere con l’introduzione anche massiccia delle piante mellifere (corbezzolo, rosmarino, borragine, achillea, ecc,) che possono assicurare fiori per lunghi periodi di tempo, nei nostri giardini e anche negli spazi pubblici. E’ però molto importante consentire la crescita spontanea delle piante nei prati e nei pascoli che sono sicuramente le maggiori fonti di “nettare”.
Dovrebbe essere ridotto drasticamente l’uso di fitofarmaci ed in particolare gli insetticidi e gli erbicidi che direttamente o indirettamente limitano le possibilità di sopravvivenza delle api. Non bisogna dimenticare che queste sostanze sono utilizzate non soltanto in agricoltura, ma anche per aumentare il nostro “confort” con abbondanti disinfestazioni degli spazi pubblici e privati per eliminare le fastidiose zanzare e mosche.
Esiste poi la necessità di prevenire e curare le malattie delle api. Esistono dei farmaci, ma la loro efficacia e sicurezza non sono completamente conosciute per cui il loro impiego è limitato. Ci sono comunque delle difficoltà applicative in quanto la loro utilizzazione richiede una prescrizione medico-veterinaria.
I rischi legati alle api e alla produzione del miele non sono solo ambientali, numerosi sono anche i casi di contraffazione del prodotto che vengono riscontrate lungo la filiera del prodotto. La contraffazione del miele si ottiene miscelando il miele “autentico” con sciroppi di barbabietola e di canna oppure aggiungendo sostanze aromatiche e altri additivi alimentari. In questo modo si possono ottenere dei prodotti molto simili al miele “vero”, ma di qualità decisamente inferiore. La contraffazione del miele può avvenire anche somministrando zucchero alle api. Vediamo quali conseguenze ci sono per i consumatori.
Le indagini analitiche per scoprire queste contraffazioni sono piuttosto complesse ed ostacolate dall’abilità dei contraffattori di fare delle miscele zuccherine quanto più simili al miele “genuino”.
A questo scopo, UNC è partner del progetto europeo WATSON che mira a rendere più sostenibile il sistema alimentare dell’UE aumentando la sicurezza alimentare e riducendo le frodi alimentari attraverso sistemi innovativi in grado di migliorare la trasparenza delle filiere alimentari, e dotando le Autorità di controllo per la sicurezza alimentare e i decisori politici di sistemi di dati, strumenti e nuove conoscenze.
Tra i progetti pilota di ricerca che WATSON sta realizzando, c’è anche quello che riguarda il MIELE e la sua filiera. Il progetto WATSON sta testando dei dispositivi portatili a basso costo, basati sulla spettroscopia, in grado di rilevare lungo tutta la filiera se il prodotto ha subito dei processi di contraffazione o alterazione.
Il Progetto Watson – Horizon 101084265- CL6-2022-farm2fork
è finanziato dalla Commissione Europea
www.watsonproject.eu
“Funded by the European Union. Views and opinions expressed are however those of the author only and do not necessarily reflect those of the European Union or the granting authority. Neither the European Union nor the granting authority can be held responsible for them.”
Articolo realizzato nell’ambito del progetto Watson, finanziato dalla Commissione Europea (Horizon 101084265- CL6-2022-farm2fork)